CRONACA – CONTROLLI E ARRESTI ESEGUITI DAI CARABINIERI A ROMA E PROVINCIA – Nel Lazio, i Carabinieri della Stazione Roma La Storta hanno arrestato un romano di 49 anni, operaio, con precedenti, per detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti. L’uomo è stato trovato in possesso, all’interno di un box auto a lui in uso, di 5,24 chili di hashish, altri 39 gr. di cocaina, 580 gr. di marijuana e materiale vario atto al confezionamento delle dosi. La droga e tutto il materiale rinvenuto sono stati sequestrati. L’arresto è stato convalidato in sede di udienza di convalida ed è stata disposta la misura dell’obbligo di firma in attesa del rito abbreviato che si terrà il prossimo 23 marzo. I Carabinieri del Nucleo Radiomobile di Roma hanno arrestato in flagranza due romani di 32 e 27 anni, entrambi già con precedenti, per furto aggravato in concorso. A seguito di una segnalazione di furto avvenuto all’interno del locale spogliatoio di un circolo sportivo nei pressi di via del Fontanile, i Carabinieri sono intervenuti ed hanno avviato le ricerche in zona dei sospettati. I due sono stati fermati mentre erano a bordo di un’auto, in via Casal del Marmo, e a seguito della perquisizione personale e veicolare sono stati trovati in possesso di alcuni arnesi atti allo scasso, della somma contante di 470 euro, nonchè di 2 borse da donna contenente effetti personali. Sono stati acquisiti anche i video delle telecamere di videosorveglianza interne al centro sportivo dove si vedono i due che entrano e si dirigono verso gli spogliatoi. I Carabinieri hanno poi effettuato delle mirate ricerche nell’area esterna del circolo dove hanno rinvenuto, nei pressi di un albero, uno zaino contenente 2 i-Pad e 15 cellulari, provento di precedenti furti, su cui sono in corso ulteriori accertamenti. Alcuni oggetti rinvenuti, tra cui 2 cellulari e le borse, sono state restituite immediatamente ai legittimi proprietari. I due sono stati accompagnati in caserma e successivamente presso il Tribunale di Roma per il rito direttissimo al termine del quale, è stato convalidato l’arresto per entrambi con la misura restrittiva degli arresti domiciliari. I Carabinieri della Compagnia di Roma Ostia hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di applicazione della custodia cautelare in carcere emessa dal Tribunale di Roma su richiesta della locale Procura della Repubblica, a carico di un 52enne, con precedenti, gravemente indiziato di rapina aggravata. Il provvedimento cautelare giunge all’esito di attività info-investigativa condotta dai Carabinieri della Stazione di Vitinia, coordinata dalla Procura della Repubblica di Roma, mediante l’analisi dei sistemi di videosorveglianza, escussioni testimoniali, controlli del territorio e analisi di traffico storico, che ha consentito di raccogliere gravi indizi di colpevolezza in ordine ad una rapina a mano armata commessa nell’ottobre scorso ai danni di una sala da gioco a Vitinia. Nella circostanza un uomo, parzialmente travisato e brandendo una pistola, era entrato nella sala scommesse nella prima mattinata minacciando la dipendente presente e facendosi consegnare il denaro custodito all’interno della cassa, per circa 1.300 euro in contanti, per, poi, fuggire. Chi ha compiuto la rapina conosceva bene i movimenti della sala giochi e aveva organizzato la rapina in un momento in cui non vi erano altri avventori, riuscendo ad impossessarsi del denaro e far perdere le proprie tracce. L’arrestato è stato condotto in carcere. ROMA, FALSE VACCINAZIONI PER OTTENERE IL “GREEN PASS“. ARRESTATI DALLA GDF UN MEDICO E DUE PAZIENTI – Hanno simulato la somministrazione del vaccino per ottenere il “Green Pass”. Un medico e due pazienti sono stati arrestati in flagranza di reato dai finanzieri del Comando Provinciale di Roma. Le Fiamme Gialle della Compagnia di Velletri, coordinate dalla locale Procura della Repubblica, hanno
scoperto che il medico, dietro compenso, anzichè inoculare il siero vaccinale, avrebbe iniettato un’innocua soluzione fisiologica. L’Autorità Giudiziaria competente ha disposto così, il sequestro, presso il Ministero della Salute, delle “certificazioni verdi” ritenute fittizie e dei corrispondenti codici sorgente “Qrcode”. I tre, ora, dovranno rispondere delle ipotesi di reato di corruzione per atti contrari ai doveri d’ufficio, peculato e falso. DOCENTE 51ENNE PUGLIESE FINISCE NEL CARCERE DI MATERA – Nella mattinata di oggi, per competenza territoriale, un ex docente 51enne è finito in carcere a Matera, su ordine della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Potenza. L’uomo, residente in provincia di Bari, gravemente indiziato dei delitti di violenza sessuale aggravata ed estorsione aggravata nei confronti di un minorenne lucano, della provincia di Potenza, è stato tratto in arresto dopo alcune investigazioni condotte dall’Aliquota Carabinieri della Sezione di Polizia Giudiziaria. Da quanto emerso, sembra che all’inizio del 2016, all’epoca in cui l’arrestato svolgeva un incarico di supplenza per insegnare “Diritto” in un istituto superiore del potentino, avrebbe invitato presso il proprio domicilio un suo studente, all’epoca minorenne, per aiutarlo a colmare le proprie lacune in alcune materie. Dopo aver carpito la sua buona fede, nel corso di un successivo incontro, lo avrebbe toccato nelle parti intime ed avrebbe preteso che questi gli consegnasse la biancheria che indossava, per sue “ricerche” in campo medico. Poche settimane dopo questo episodio, l’arrestato si era dimesso dal proprio incarico, ma avrebbe continuato ad inviare messaggi via “WhatsApp” al suo ex studente, chiedendogli con frequenza, anche settimanale, di inviargli proprie immagini o filmati a contenuto sessuale, ottenendoli sotto la minaccia di divulgare quanto già in suo possesso. Nonostante il ragazzo avesse anche tentato di “bloccare” il contatto dell’ex professore, lo avrebbe contattato con un numero diverso, ed avrebbe continuato con le stesse richieste. Dall’inizio del 2020, poi, avrebbe cominciato ad estorcere anche denaro al giovane, che attraverso 11 bonifici bancari gli avrebbe inviato complessivamente 3mila 660 euro sino al giugno del 2021. Inoltre, è stato possibile ricostruire che, sempre nel 2016 e insegnando nella stessa scuola, il prof. aveva carpito la buona fede anche di un altro suo alunno, all’epoca già maggiorenne e promettendogli di fargli conoscere un noto calciatore barese, lo avrebbe convinto ad inviargli più fotografie in cui indossava la sola biancheria. In quel caso, il ragazzo ne parlò con i propri genitori, e, poi, partì la denuncia, ma prima che venissero adottati provvedimenti disciplinari nei suoi confronti, si dimise dall’incarico nel febbraio 2016, continuando comunque a minacciare il ragazzo al fine di fargli cambiare atteggiamento nei suoi confronti. La denuncia, iscritta per il reato di atti persecutori, fu poi archiviata nel febbraio 2020, a seguito del raggiungimento di un accordo per una soluzione stragiudiziale, e della remissione della querela da parte del giovane. Inoltre, è stato appurato che l’indagato non sarebbe nuovo a questo tipo di condotte. Infatti, dalla consultazione del suo certificato del casellario giudiziale, sono emersi altri due episodi, avvenuti in provincia di Bergamo nel 2006 e nel 2009, all’epoca in cui egli aveva ottenuto un incarico di insegnamento. Per quegli episodi, nel 2013 e nel 2014, ha riportato due condanne da parte della Corte d’Appello di Brescia, per violenza sessuale continuata su alcuni minori, rispettivamente ad 1 anno e 4 mesi e di 1 anno e 6 mesi di reclusione, con l’interdizione perpetua da qualsiasi incarico nelle scuole di ogni ordine e grado, nonchè da ogni ufficio o servizio in strutture frequentate da minori. Le condanne sono diventate definitive nell’ottobre 2019. Sino allora, il docente ha ottenuto nuovi incarichi quale supplente di “Diritto” o di “Laboratorio di scienze e tecnologie meccaniche”, dal 2017 al 2020 in provincia di Potenza, dal 2020 al giugno 2021 in provincia di Bari, quando in ragione dei suoi precedenti disciplinari e penali è stato licenziato, mentre si continua ad indagare su questa storia davvero pessima. OPERAZIONE “LEVANTE” A BARI, 75 MISURE CAUTELARI PERSONALI E SEQUESTRI DI BENI PER UN VALORE DI CIRCA 23 MILIONI DI EURO ESEGUITI DALLA DIA E GDF – All’alba di oggi, personale della Direzione Investigativa Antimafia e del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Bari ha dato esecuzione ad un’ordinanza applicativa di misure cautelari personali nei confronti di 75 persone, 15 in carcere, 44 agli arresti domiciliari, 14 destinatari dell’obbligo di presentazione alla P.G. e 2 destinatari di misure interdittive, oltre al sequestro preventivo di beni per un valore di oltre 18 milioni di euro, emessa dal Giudice per le Indagini Preliminari del locale Tribunale, su richiesta della Procura della Repubblica/Direzione Distrettuale Antimafia di Bari, con cui sono stati riconosciuti gravi indizi di colpevolezza a carico dei componenti di 2 strutturati sodalizi criminali con proiezione transnazionale, operativamente collegati, dediti alla commissione di una pluralità di delitti.
La complessa operazione è stata eseguita dall’esecuzione in Puglia, Abruzzo, Campania, Emilia Romagna, Lazio, Liguria, Lombardia, Piemonte, Toscana e Veneto da parte di oltre 500 unità, donne e uomini, della DIA e della Guardia di Finanza, con il contributo di personale degli Uffici e dei Reparti territoriali e speciali della Polizia di Stato e dell’Arma dei Carabinieri, e con il supporto di mezzi aerei, unità cinofile per la ricerca di stupefacente e denaro delle Fiamme Gialle. Il provvedimento cautelare si fonda su un compendio gravemente indiziario a carico di indagati, a vario titolo, per le ipotesi di reato di associazione per delinquere, aggravata dalla transnazionalità, finalizzata alle frodi fiscali, al riciclaggio e all’autoriciclaggio dei relativi proventi nonchè al trasferimento fraudolento di valori, al contrabbando di prodotti energetici, alle estorsioni, al traffico di sostanze stupefacenti ed alla detenzione illegale di armi. Sono, complessivamente, 86 le persone indagate, tra imprenditori, professionisti e pubblici ufficiali.
L’esecuzione dell’ordinanza costituisce l’epilogo di un’articolata attività di indagine svolta dalla DIA e dal Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria della Guardia di Finanza di Bari, su delega della locale Procura della Repubblica/Direzione Distrettuale Antimafia attraverso l’incrocio dei dati risultanti da segnalazioni di operazioni sospette, dalle intercettazioni telefoniche, ambientali e telematiche, dalle escussioni di persone informate sui fatti e di collaboratori di giustizia, dalla documentazione e dagli smartphone sottoposti a sequestro a seguito delle perquisizioni locali eseguite, nonchè dall’attività dinamica di osservazione, controllo e pedinamento. Secondo l’impostazione accusatoria accolta dal G.I.P. presso il Tribunale di Bari, allo stato, fatta salva la valutazione nelle fasi successive con il contributo della difesa, le ipotesi di reato contestate riguardano, innanzitutto, le presunte condotte illecite di soggetti organici ad una prima associazione criminale attiva nel capoluogo pugliese e in Lombardia, la cui operatività è stata disvelata dalle attività investigative effettuate dalla DIA. Dalle indagini, difatti, è emerso che, attraverso un sistema di aziende consorziate, l’organizzazione criminale avrebbe sviluppato un volume di affari illecito pari a circa 170 milioni di euro mediante ingenti frodi fiscali poste in essere attraverso l’indicazione di crediti Iva fittizi scaturiti da inesistenti operazioni passive indicate nelle dichiarazioni fiscali in assenza delle relative fatture. Tali crediti, asseverati da professionisti compiacenti, sarebbero stati, poi, utilizzati dal sodalizio, tramite prestanome, per compensare poste attive o versamenti relativi a contributi previdenziali e assistenziali, alle ritenute fiscali e alle altre somme dovute. I guadagni per i membri del consorzio sarebbero risultati enormi, perchè attraverso il meccanismo della creazione di crediti fittizi non avrebbero versato le imposte nonchè i contributi previdenziali e assistenziali dovuti. I proventi così illecitamente realizzati sarebbero, quindi, stati reimmessi nel circuito economico attraverso articolate operazioni di riciclaggio. Proprio nella fase della monetizzazione dei proventi illeciti sarebbe emerso il coinvolgimento della criminalità organizzata barese, in grado di reclutare numerosissimi fiduciari a cui intestare carte di credito con le quali drenare, secondo una tempistica prestabilita, le provviste illecitamente conseguite dal sodalizio per il successivo reinvestimento anche nel narcotraffico. In tale filone investigativo è, altresì, emersa una presunta vicenda corruttiva coinvolgente un colonnello della Guardia di Finanza in servizio a Roma, sottoposto a misura, che, in cambio di utilità economiche e di altra natura, avrebbe fatto eseguire abusivi accessi al sistema informatico strumentali ad acquisire notizie da comunicare a uno dei promotori dell’organizzazione criminale. Le ulteriori indagini delegate al G.I.C.O. e al II Gruppo Tutela Entrate del Nucleo PEF Bari hanno consentito di accertare la presunta esistenza di un altro sodalizio criminale di carattere transnazionale, con base operativa in provincia di Bari, e attivo nell’illecita commercializzazione di oli lubrificanti, in evasione delle accise dovute all’Erario. In particolare, le Fiamme Gialle baresi avrebbero accertato numerose cessioni di basi lubrificanti, provenienti dall’Est Europa, formalmente dirette, nella maggioranza dei casi, a società cipriote greche o maltesi, ma in realtà destinate in Italia ad uso autotrazione a favore di compiacenti imprese operanti nel settore della commercializzazione e della distribuzione stradale di carburanti, con una conseguente evasione di accise per oltre 2 milioni di euro. Nel secondo filone investigativo sono state ricostruite una pluralità di intestazioni fittizie di beni da parte di un esponente di spicco del “clan Parisi” di Bari in favore di terzi prestanome, scevri da precedenti di Polizia e penali, al fine di eludere l’applicazione di una misura di prevenzione patrimoniale da cui era stato in precedenza attinto. Ciò mediante la collaborazione professionale di 1 ragioniere commercialista e di 3 avvocati con studi a Bari e in provincia, tutti destinatari di misure cautelari personali. Numerosi sono stati i riscontri operativi eseguiti, durante le indagini, dalla DIA e dal Nucleo PEF Bari che hanno permesso di sottoporre a sequestro circa 186 kg. di sostanza stupefacente, tra cocaina e hashish, oltre 4,4 milioni di euro in contanti abilmente occultati nelle intercapedini, ricavate nella muratura delle abitazioni nella disponibilità dei vertici dei sodalizi, nonchè 43mila litri di miscele lubrificanti destinati all’autotrazione in evasione delle accise. Oltre alle misure cautelari personali, sono in corso di esecuzione sequestri di beni, tra i quali abitazioni di lusso, autovetture di grossa cilindrata, denaro contante, disponibilità finanziarie e compendi aziendali, del valore complessivo di oltre 18 milioni di euro. Gli esiti della presente attività di indagine costituiscono un’ulteriore testimonianza del costante presidio di legalità esercitato dalla Procura della Repubblica/Direzione Distrettuale Antimafia, in stretta sinergia con il Centro Operativo DIA e il Nucleo PEF Bari, per il contrasto al riciclaggio dei proventi illeciti e alle intestazioni fittizie di beni delle organizzazioni criminali, in grado di alterare le dinamiche e il corretto funzionamento del mercato. Tutti i dettagli dell’operazione sono stati resi noti nel corso di una conferenza stampa tenutasi, intorno alle ore 10.00, presso la Procura della Repubblica di Bari, alla presenza del Procuratore Capo, Roberto Rossi.
SALUTE In Italia, nelle ultime 24 ore, sono 70.852 i nuovi casi e 388 i morti per “Coronavirus“, con un tasso di positività al 10,2%. Nel Lazio, 7.407 sono le nuove positività e 57 le vittime. In Campania, 7.614 le infezioni e 26 i morti. In Basilicata, 867 i contagi e 4 i decessi. In Puglia, 6.154 i casi e 22 i deceduti. È quanto riportato oggi dal bollettino epidemiologico del Ministero della Salute. INTERVENTO LAPAROSCOPIA COMBINATO DI RESEZIONE DEL COLON E ASPORTAZIONE DI METASTASI EPATICA. GRAZIE ALLA PROCEDURA MININVASIVA, 50ENNE LUCANO, IN PIEDI GIÀ DAL POMERIGGIO. L’equipe di Chirurgia Addominale e Minivasiva dell’Irccs Crob di Rionero in Vulture, nel potentino, diretta dal dott. Dario Scala, ha eseguito un importante intervento laparoscopico combinato di resezione del colon e asportazione di metastasi epatica. Il paziente è un 50enne lucano affetto da tumore del colon destro e da metastasi epatica di 2 cm. e mezzo. Nel corso dell’intervento, durato 3 ore e 30 minuti, è stato possibile intervenire sia sul colon che sul fegato asportando la metastasi, il tutto completamente per via laparoscopica, senza praticare ampie incisioni. Grazie alla mininvasività della procedura il paziente era già in piedi dal pomeriggio dell’intervento ed ha subito iniziato l’assunzione di liquidi. Dal giorno dopo, con un’alimentazione post-operatoria ed un decorso regolare, è stato dimesso dopo una settimana dall’intervento. “Questo rientra nell’attività della chirurgia addominale del Crob che dal giugno 2020 ha effettuato oltre 100 interventi per tumore del colon e del retto, eseguendone più del 70%, con tecnica laparoscopica, e riservando la chirurgia tradizionale laparotomica solo ai casi con evidente impossibilità di eseguire l’approccio laparoscopico”. È quanto spiegato dal dott. Scala che aggiunge – questi risultati sono stati possibili grazie alla collaborazione dello staff sanitario coinvolto, a cominciare dall’equipe dell’Unità Operativa Complessa di anestesia e rianimazione che ha condiviso i principi dell’Enhanced Recovery After Surgery ERAS, ovvero un miglior recupero post intervento chirurgico, favorendo la ripresa precoce e il ritorno alle normali attività del paziente. Inoltre, occorre ringraziare sia l’impegno dell’equipe infermieristica di sala operatoria per le competenze dimostrate e in continuo accrescimento per le procedure mininvasive, sia l’impegno dell’equipe infermieristica di reparto che ha applicato scrupolosamente i principi dell’ERAS nel decorso post-operatorio dei pazienti”. Anche per quanto riguarda il trattamento dei tumori gastrici, al Crob è iniziato un percorso di approccio laparoscopico che segue la recente progressiva diffusione a livello internazionale della metodica mininvasiva anche per quanto riguarda questo tipo di tumori. “Dopo la partecipazione a importanti studi clinici multicentrici nazionali sull’ERAS – spiega il direttore della Chirurgia Addominale e Mininvasiva – il prossimo step sarà quello di istituzionalizzare, ossia standardizzare, l’applicazione di questo approccio a tutti i pazienti chirurgici”.
METEO Soleggiato o velato, ma con foschie e nebbie notturne sulle pianure, specie tra Triveneto e Lombardia. Neve sui confini franco-svizzeri dai 1.100 m. Poco o parzialmente nuvoloso, qualche nebbia notturna sull’alta Toscana e residui piovaschi sul basso Lazio. Instabilità con piogge, tra Puglia, Sicilia e Calabria. Piogge sparse anche in Sardegna. Temperature stazionarie, tra i 10 e 15 gradi, come informato da “3B Meteo“.
Rocco Becce
Direttore Editoriale