La “DIA” (Direzione Investigativa Antimafia) di Catanzaro, su disposizione del locale Tribunale, ha eseguito un provvedimento di sequestro di beni mobili ed immobili aziendali nella disponibilità di un noto imprenditore cosentino attivo nel settore alberghiero e della distribuzione di prodotti per la ristorazione sia sul territorio nazionale che estero.
L’uomo, tratto in arresto nell’ambito di una pregressa operazione antimafia utile a disarticolare la criminalità organizzata cirotana, è stato ritenuto legato ad una nota consorteria ‘ndranghetista operante sulla fascia jonica con compiti di procurare e garantire investimenti nonchè monopolizzare forniture alimentari per conto della cosca di appartenenza.
Tale posizione ha giustificato la condanna dell’indagato a 8 anni e 8 mesi di reclusione, per il reato di associazione di tipo mafioso ed estorsione.
Il provvedimento, trae origine da un’articolata proposta di applicazione di misura di prevenzione elaborata dal Direttore della “Direzione Investigativa Antimafia”, dott. Maurizio Vallone, sulla base delle risultanze di puntuali e complessi accertamenti relativi all’ultimo decennio.
Nel dettaglio, gli investigatori, operando una precisa ricostruzione contabile, sono stati in grado di evidenziare una rilevante sproporzione tra le risorse reddituali dell’uomo e il cospicuo patrimonio a lui riconducibile costituito da beni mobili, immobili e società frutto di attività illecite poste in essere nel corso degli anni.
Alla luce di quanto segnalato, il Tribunale di Catanzaro ha formulato nei confronti dell’imprenditore un giudizio di pericolosità sociale qualificata ed ha disposto il sequestro del suo patrimonio costituito dal capitale sociale e dal compendio aziendale di una società operante nel settore turistico-alberghiero, nonchè da autovetture, conti correnti e rapporti finanziari per un valore complessivo di oltre 3 milioni di euro.
Redazione