Due imprenditori e un commercialista, gravemente indiziati di reiterate condotte distrattive del patrimonio aziendale in violazione della legge fallimentare, sono stati indagati oggi, dalla Guardia di Finanza, su ordine della Procura della Repubblica di Potenza.
Si tratta di C.R., finito ai domiciliari, della moglie A.C., con il divieto temporaneo di esercitare uffici direttivi delle persone giuridiche e delle imprese e del professionista T.R. al divieto temporaneo di esercitare l’attività di ragioniere-commercialista.
Il primo ha rivestito la carica di amministratore della fallita, la seconda è la titolare della società C.R.D. Soc. Coop., avente la stessa sede legale della fallita (unità locale in Tito, in contrada Sant’Aloia snc) e anch’essa operante nel settore della logistica trasporti ed il terzo è il commercialista e tenutario delle scritture contabili delle due persone giuridiche.
Le indagini, come segnalato in redazione, hanno permesso di accertare a livello di gravità indiziaria, condotte fraudolenti poste in essere mediante il contributo del commercialista incaricato della tenuta e redazione della contabilità.
Dalle investigazioni è emerso, a livello indiziario, che i due coniugi, nel corso degli anni, avevano sottratto i libri contabili, allo scopo di recare pregiudizio ai creditori e di occultare le distrazioni di parte del patrimonio e delle disponibilità della fallita a discapito dei creditori ed in favore della società amministrata per euro 927.781,21.
Le indagini hanno permesso di accertare che, a fronte di un passivo di oltre 2 milioni di euro, costituito per lo più da debiti verso i dipendenti e l’erario, e di un attivo sostanzialmente inesistente, erano state distratte, negli anni e soprattutto in prossimità del fallimento, somme per circa 1 milione di euro in favore della società “C.R.D. Soc. Coop.”
Le somme, secondo la ricostruzione degli inquirenti, venivano occultate con l’emissione di una fittizia nota di credito.
È quanto permesso al GIP, in ragione del grave quadro indiziario raccolto e del pericolo di reiterazione delle condotte e di inquinamento delle prove, di disporre le dovute misure.
Redazione