Ci risiamo, oramai, in carcere, a quanto sembra, si può fare di tutto e di più.
Questa volta, un detenuto italiano sottoposto al regime di “Alta Sicurezza“, ha schiaffeggiato un Sovrintendente della Polizia Penitenziaria.
Questo, però, non è bastato.
Infatti, il recluso, pensate un pò, lo ha anche esortato a duellare.
Il fatto di cronaca, da quando accertato, senza alcuna motivazione, è accaduto nella tarda mattinata dello scorso 9 giugno.
Il poliziotto è stato immediatamente accompagnato presso l’ospedale di Melfi e dimesso con 7 giorni di prognosi, avendo riportato un trauma cranico minore, cefalea, acufeni e cervicalgia post trauma, con lieve eritema padiglione all’auricolare sinistro.
Quanto accaduto, è da ritenersi di estrema gravità.
La situazione è sempre più drammatica per il personale carcerario che, in grave mancanza di organico di personale, si trova a gestire una popolazione detenuta sempre più complessa e difficile e a farne le spese, come sempre, è solo il personale di “Polizia Penitenziaria” che, ancora una volta, chiede l’intervento immediato di una politica, in generale, assente oramai, già da molto tempo, da questi gravi fatti di cronaca, e vicina soltanto ai detenuti.
Infatti, grazie ad uno stanziamento di denaro pubblico che di avvicina, pensate un pò, ai 29 milioni di euro, si potrà mettere mano alle carceri italiane.
Forse, per riqualificare le strutture obsolete o quelle abbandonate e mai finite, decine in giro per l’Italia, per rendere il lavoro degli agenti penitenziari meno gravoso o per aumentare la sicurezza degli istituti di pena?
Assolutamente no!
La priorità del governo italiano è di far praticare sesso a chi è stato condannato ad una pena importante e non può accedere ad un permesso premio.
Insomma, un’altra incredibile storia accaduta in Basilicata, nel carcere di Melfi, nel potentino, denunciata dall’O.S.A.P.P. (Organizzazione Sindacale Autonoma Polizia Penitenziaria), tramite il Segretario Generale, Leo Beneduci.
Rocco Becce
Direttore Editoriale