Nuovo sequestro di beni eseguito dalla “DIA” (Direzione Investigativa Antimafia).
Questa volta è toccato ad un agrigentino, attivo in diversificati settori economici e, nel recente passato, leader nella governance della società di gestione della rete idrica di questa provincia.
L’imprenditore, nel tempo gravato da numerose vicende giudiziarie, nel mese di giugno del 2021, venne tratto in arresto, insieme ad altre persone, in esecuzione di un decreto di fermo di indiziato di delitto, emesso dalla Procura della Repubblica di Agrigento.
L’accusa è di reato di associazione per delinquere finalizzata alla perpetrazione di delitti contro la Pubblica Amministrazione, frode in pubbliche forniture, furto, ricettazione, reati tributari, societari, in materia ambientale e truffa ai danni di privati.
L’attività di indagine, espletata dagli investigatori, attraverso l’analisi di scritture contabili, libri sociali, movimentazione di rapporti finanziari, e altro copioso materiale documentale, ha ricostruito l’excursus che negli anni ha caratterizzato l’ascesa del presunto indagato e la creazione di una vera e propria impresa illecita, consentendo di delineare un sufficiente quadro indiziario a sostegno di una prognosi di pericolosità sociale.
L’attività è culminata nel provvedimento di sequestro che ha interessato 2 società, compreso capitale sociale, intero compendio aziendale e relative partecipazioni in altre 6 società, tra cui quella che in precedenza gestiva il Servizio Idrico Integrato nella provincia di Agrigento, 9 beni immobili, 26 beni mobili registrati e 38 rapporti finanziari.
Il valore dei beni sottoposto a sequestro è stato stimato in oltre 20.000.000,00 di euro
L’attività d’indagine è stata fatta conoscere agli organi di informazione, nella mattinata di oggi, in una conferenza stampa svoltasi presso gli Uffici della Procura della Repubblica di Agrigento.
Rocco Becce
Direttore Editoriale