CRONACA – AEROPORTO DI TREVISO, SCOPERTI DALLA GDF 1.244 PASSEGGERI FANTASMA SU VOLI AEROTAXI – Le Fiamme Gialle del Comando Provinciale di Treviso, nell’ambito dell’attività di vigilanza doganale e antifrode, costantemente svolta presso l’aeroporto “Antonio Canova” di Treviso, hanno individuato 72 vettori aerei che, nel periodo dal 2017 al 2021, hanno omesso di versare l’imposta erariale dovuta per i voli aerotaxi, causando un danno all’Erario pari a 133.350 euro. Oggetto dell’attenzione dei finanzieri è stata una nicchia del trasporto aereo, vale a dire i voli non di linea, effettuati con velivoli riconducibili a società di noleggio, con poche decine di posti, solitamente utilizzati per avere maggior comfort e risparmiare tempo, evitando ritardi, code agli imbarchi e al ritiro bagagli. Sono ben 1.244 i passeggeri transitati per lo scalo trevigiano, distribuiti su 378 voli aerotaxi, per i quali non è stata versata l’imposta, che è pari a 100 euro per le tratte inferiori a 1.500 km. o 200 euro in caso di tragitti superiori, e deve essere corrisposta, per ogni tratta con partenza e/o arrivo sul territorio nazionale, dal singolo passeggero che fruisce del servizio di trasporto direttamente al vettore, che a sua volta è obbligato a versarla allo Stato. Ad eccezione di 4 vettori nazionali, si tratta di operatori quasi tutti stranieri, con sede in Austria, Belgio, Cipro, Croazia, Francia, Germania, Gran Bretagna, Italia, Lituania, Lussemburgo, Malta, Paesi Bassi, Polonia, Portogallo, Romania, San Marino, Serbia, Slovacchia, Slovenia, Spagna, Stati Uniti, Svezia, Svizzera, Tunisia, Svizzera, Turchia, Ungheria. A individuare i passeggeri “fantasma” sono state le Fiamme Gialle del Gruppo Treviso che, dopo aver acquisito, presso le società di handling attive presso l’aeroporto, le dichiarazioni depositate dai vettori utilizzati per i voli aerotaxi, hanno incrociato i dati con i versamenti effettuati presso la Ragioneria dello Stato. È stato, così, che sono state scoperte le compagnie aeree che hanno omesso di versare l’imposta erariale, al fine di offrire prezzi più competitivi a imprenditori e turisti. Oltre all’imposta evasa, ora si vedranno applicare anche sanzioni per circa 40mila euro, pari al 30% delle somme evase. VENEZIA, FALSO “MADE IN ITALY” PER 8 MILIONI DI EURO ED OLTRE 75MILA CAPI CON ERRONEE INDICAZIONI DI ORIGINE, SCOPERTO DALLA GDF. I militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Venezia, a seguito di indagini delegate dalla Procura della Repubblica di Pordenone, hanno acquisito elementi indiziari concernenti la falsa etichettatura “Made in Italy” di oltre 75mila capi di abbigliamento, in quanto interamente prodotti all’estero, per una maxifrode stimata di circa 8 milioni di euro. L’operazione, condotta dal Gruppo di Portogruaro, trae origine da un controllo su strada presso la stazione di servizio “Fratta Nord”, situata lungo il tratto autostradale A4 ricompreso tra i caselli di Portogruaro e San Stino di Livenza. Nell’occasione, veniva fermato un autoarticolato proveniente dalla Bulgaria e trasportante un’ingente quantità di capi di abbigliamento con dicitura “Made in Italy”, il tricolore italiano e/o l’espressione “FINEST ITALIAN FABRICS”, nonostante la stessa documentazione di accompagnamento attestasse la provenienza bulgara e la destinazione presso una nota azienda di produzione di abbigliamento sita nel bresciano. Le successive indagini, coordinate dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Pordenone, hanno permesso di accertare che le fasi di lavorazione, fabbricazione e confezionamento dei capi di abbigliamento (oltre 75.000 capi, dal valore di circa 8 milioni di euro), etichettati con la dicitura “Made in Italy” o con richiami palesi all’italianità (ad es. recavano fettucce in stoffa con il “TRICOLORE ITALIANO” ovvero la dicitura “FINEST ITALIAN FABRICS”, avrebbero avuto luogo esclusivamente all’estero, in contrasto con quanto disposto dalla normativa specifica del settore. Nel dettaglio, i capi venivano realizzati e confezionati in Bulgaria, Albania e Tunisia, per poi essere importati in Italia dall’azienda bresciana. Alla luce di quanto riscontrato, l’Autorità Giudiziaria competente ha emesso appositi decreti di perquisizione e sequestro nei confronti di oltre 400 esercizi commerciali, insistenti sull’intero territorio italiano, clienti della casa di moda bresciana e rivenditori ignari dei capi di abbigliamento recanti false indicazioni di origine. Le attività eseguite avrebbero consentito di confermare le ipotesi investigative e di sottoporre a sequestro probatorio 4.800 capi di abbigliamento recanti mendaci indicazioni sull’origine italiana, ancora esposti per la vendita presso i rivenditori. Dei fatti saranno chiamati a rispondere sei persone, che sono stati deferiti alla competente Autorità Giudiziaria. LATINA, DENUNCIATA DALLA GDF L’INDEBITA PERCEZIONE DEL REDDITO DI CITTADINANZA DA PARTE DI 3 PERSONE APPARTENENTI ALLO STESSO NUCLEO FAMILIARE. Nell’ambito di un’attività di servizio mirata al contrasto dell’indebita percezione della misura di sostegno del “Reddito di cittadinanza” le Fiamme Gialle Pontine hanno denunciato 3 residenti nel Comune di Santi Cosma e Damiano (LT) perchè percettori della prestazione sociale agevolata benchè appartenenti allo stesso nucleo familiare, in contrasto con le finalità assistenziali della misura di legge. L’indagine è nata dagli approfondimenti investigativi sulle condizioni patrimoniali e di vita dei soggetti in questione, residenti nei comuni del Sud pontino, gravati da precedenti di Polizia. In particolare, il servizio in parola muove i passi dalla disamina della posizione reddituale di un soggetto attualmente agli arresti domiciliari per reati di traffico di sostanze stupefacenti e porto abusivo di armi. Il dato, in possesso alla polizia giudiziaria operante per via di pregresse attività investigative, è stato valorizzato da ulteriore e mirata attività informativa nonchè dalla consultazione degli applicativi informatici in uso al Corpo, che hanno permesso ai finanzieri di acclarare come il reddito di cittadinanza fosse stato indebitamente e contestualmente richiesto e corrisposto a più individui appartenenti al medesimo nucleo familiare. La circostanza è pienamente stridente con la disciplina del particolare beneficio, il D.L. 4/2019, che vieta domande da parte di persone che fanno parte dello stesso nucleo familiare. I finanzieri hanno, quindi, provveduto all’immediata comunicazione all’INPS per la sospensione ed il recupero dell’indebito percepito, ammontante nel complesso a circa € 70mila, nonchè a segnalare alla competente Autorità Giudiziaria le persone che hanno posto in essere le descritte condotte, perpetrate peraltro anche ricorrendo a dichiarazioni e documenti, poi, risultati non rispondenti al vero. A segnalarlo è il Comando Generale della Guardia di Finanza. ROMA, STUDENTESSA MINORENNE MOLESTATA NELL’ASCENSORE DELLA FERMATA METRO “CENTOCELLE” DELLA LINEA C, I CARABINIERI FERMANO UN UOMO. Al termine di una serie di accertamenti svolti d’iniziativa, eseguiti con appostamenti in abiti civili, analisi dei filmati di videosorveglianza e raccolta di testimonianze, i Carabinieri della Stazione di Roma Tor Bella Monaca, coordinati dalla Procura della Repubblica di Roma, hanno sottoposto a fermo di P.G. un cittadino egiziano di 22 anni, di fatto senza fissa dimora e incensurato, gravemente indiziato del reato di violenza sessuale nei confronti di una minore. Nei primi giorni di novembre, una 16enne, accompagnata dal papà, si presentò ai Carabinieri e dichiarò di avere subìto delle molestie mentre si trovava nell’ascensore della fermata metro “Centocelle” della linea C della Metropolitana di Roma. La giovane affermò di essere stata avvicinata da uno sconosciuto, del quale seppe fornire una dettagliata descrizione, che approfittando dell’affollamento della cabina la molestò, tentando anche di baciarla. La ragazzina, all’apertura delle porte dell’ascensore, riuscì però a divincolarsi ma inseguita in strada dal malintenzionato, si rifugiò a bordo di un bus fermo su via Palmiro Togliatti. Dopo la denuncia, i Carabinieri avviarono una serie di accertamenti che, nei giorni scorsi, hanno portato all’individuazione del cittadino egiziano, all’altezza della fermata “Torre Gaia” della linea C della Metropolitana di Roma. Le caratteristiche somatiche, associate al sequestro di alcuni capi di vestiario descritti dalla giovane vittima, il riconoscimento e i riscontri ottenuti dalle immagini delle telecamere di videosorveglianza estrapolate all’epoca dei fatti, hanno consentito di raccogliere gravi indizi di colpevolezza che hanno fatto scattare il fermo di P.G. di iniziativa nei confronti dell’uomo. Associato al carcere di Regina Coeli il fermo dell’indagato, su richiesta della Procura della Repubblica, è stato convalidato dal Gip del Tribunale di Roma che ha disposto per lui la custodia cautelare in carcarcere. ROMA, PERCEPIVANO IL REDDITO DI CITTADINANZA SENZA AVERNE TITOLO, I CARABINIERI DENUNCIANO 23 PERSONE. Proseguono gli accertamenti dei Carabinieri del Comando Provinciale di Roma in ordine alla verifica del possesso dei requisiti utili alla concessione del “Reddito di Cittadinanza”. Gli accertamenti sono costantemente svolti in osmosi con le Banche Dati di I.N.P.S., Motorizzazione Civile e Anagrafe, che permettono di avere un quadro ampio ed esaustivo circa la regolarità o meno delle istanze presentate per ottenere il sussidio, concesso dal Governo Italiano per contrastare povertà, disuguaglianza ed esclusione sociale. I Carabinieri del Nucleo Investigativo di Roma, a conclusione di un’ampia attività di riscontro e verifica, hanno denunciato a piede libero 23 soggetti, tre dei quali cittadini stranieri, gravemente indiziati di falsità ideologica commessa dal privato in atto pubblico e truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche. Si tratta di persone che hanno dichiarato di essere in possesso dei requisiti riuniti nel decreto legge 4/2019 convertito con modificazioni dalla legge 26/2019 che, tra l’altro, disciplina la platea di soggetti che possono accedere al beneficio economico. Le istanze prese in esame sono risultate, alcune falsamente certificate, altre mancanti delle comunicazioni previste dalla legge in caso di sopraggiunte caratteristiche che prevedono la decadenza del “Reddito di Cittadinanza” anche a coloro che possedevano, inizialmente, i requisiti necessari. I Carabinieri, normalmente, effettuano verifiche in questo senso sul conto delle persone che vengono arrestate o denunciate a piede libero nel corso delle normali attività di controllo o che risultano indagate in operazioni di servizio più articolate, nel caso specifico, le posizioni prese in esame dai Carabinieri sono state, perlopiù, quelle degli indagati coinvolti nell’operazione “Tritone“, a seguito della quale 65 persone finirono agli arresti, alcune delle quali gravemente indiziate di far parte di un’associazione per delinquere di stampo mafioso per aver costituito una locale di ‘ndrangheta con base tra Anzio e Nettuno, riuscendo ad infiltrarsi anche nelle pubbliche amministrazioni e gestendo operazioni di narcotraffico internazionale, e altre recenti operazioni. Dai calcoli effettuati dai Carabinieri, le 23 persone avrebbero percepito, in assenza dei requisiti di legge, la somma complessiva di 229.513,81 euro. I deferimenti sono stati trasmessi alle Procure della Repubblica di Napoli, Velletri, Tivoli, Palmi e Latina. Ad informarlo è il Comando Provinciale CC di Roma.
METEO Per la giornata di domani, in Italia, come segnalato da “3B Meteo” cielo molto nuvoloso con deboli piogge al mattino tra Lombardia e Triveneto, entro sera anche sul Piemonte, con neve sulle Alpi sopra i 700 m. Nuvoloso con possibili piogge specie dal pomeriggio su Toscana, Umbria e Lazio, in serata in estensione anche verso le regioni adriatiche. Variabilità, maggiori addensamenti la sera, su Sicilia e Sardegna con possibili piovaschi. Le temperature saranno in rialzo, tra gli 8 e 18 gradi.
Rocco Becce
Direttore Editoriale