Nella mattinata di oggi, su richiesta del Procuratore Generale della Repubblica di Bologna, la “DIA” (Direzione Investigativa Antimafia), ha dato esecuzione ad un provvedimento di confisca emesso dalla locale Corte di Appello.
Si tratta di beni per un valore stimato in circa 8.500.000,00 euro confiscati ad un esponente di rilievo della associazione ‘ndranghetista autonoma, attiva nei territori di Reggio Emilia, Parma, Modena e Piacenza, storicamente legata alla cosca di Cutro (KR) facente capo a “Grande Aracri Nicolino“.
Si tratta di M.A., di anni 68, attualmente detenuto, condannato in via definitiva, il 7 maggio del 2022, ad anni 10 e 8 mesi di reclusione, nell’ambito dell’operazione “Aemilia“, per associazione di stampo mafioso.
La sua figura è quella di partecipe molto attivo del sodalizio ‘ndranghetista emiliano, osservante delle gerarchie e regole dettate dai capi, fedele alle direttive ricevute condivise ed attuate, raccordo tra la cosca mafiosa ed esponenti delle Istituzioni locali consentendo in tal modo il rafforzamento e l’espansione economica del sodalizio, di chiara matrice imprenditoriale.
Gli accertamenti svolti dagli investigatori hanno consentito di individuare un complesso di elementi patrimoniali, di cui l’uomo ha avuto la disponibilità e dimostrare che il loro valore era sproporzionato ai redditi dichiarati e all’attività economica svolta.
L’ordinanza di confisca ha interessato 50 immobili, tra cui una villetta di pregio a Reggio Emilia, capannoni industriali, terreni, 1 società immobiliare, 1 automezzo e 12 rapporti bancari.
L’intero patrimonio, passato definitivamente nelle mani dello Stato, sarà amministrato dall’Agenzia Nazionale del Beni Sequestrati e Confiscati.
Redazione