26 misure cautelari, 14 a Licata, 1 a Canicattì, 6 a Gela, 2 a Catania, 2 in Campania ed oltre 40 le persone deferite, ritenute responsabili, a vario titolo, del reato di associazione a delinquere finalizzata al traffico di stupefacenti, e di altri reati di diversa tipologia, connessi alle fasi di commercializzazione della droga e armi.
È il risultato di una brillante operazione eseguita dalla Polizia di Stato, denominata “Hybris“, portata a termine, all’alba di oggi, martedì 21 febbraio, in Sicilia, nei territori di Licata, Gela, Catania e Campobello di Licata.
L’attività investigativa, come informato in redazione, protrattasi per oltre 1 anno e mezzo, ha interessato gran parte del territorio della provincia agrigentina, oltre a quella nissena e catanese ed è stata condotta dagli agenti della Squadra Mobile di Agrigento, nell’hinterland licatese ed in particolare nell’agglomerato abitativo popolare, tradizionalmente noto come “Bronx“.
Una donna di Licata è stata sottoposta alla misura dell’obbligo di presentazione alla Polizia Giudiziaria.
Le investigazioni sono state avviate nei confronti di uno degli indagati che nell’ottobre del 2020, a distanza di soli due giorni, si era reso protagonista di due episodi caratterizzati dall’utilizzo di armi da fuoco, uno verificatosi a Licata, ed uno a Gela, nel quale l’indagato era rimasto vittima.
È emerso, così, dalle indagini che, con la famiglia del suo aggressore gelese, il presunto capo dell’organizzazione licatese aveva avviato un “pactum sceleris”, finalizzato alla commercializzazione di stupefacenti.
L’indagine, ha, poi, permesso di acquisire gravi indizi di colpevolezza su di un gruppo criminale dedito alla commercializzazione dello stupefacente localizzato sul territorio di Licata e che aveva ramificazioni anche nelle province di Caltanissetta e Catania.
Numerosi sono stati gli assuntori di droga individuati.
Ciò, ha, anche, consentito di acquisire gravi indizi sul ruolo di ciascun partecipe, superando tutte le argute accortezze poste in essere dagli odierni indagati, tese a neutralizzare l’efficacia di interventi a sorpresa delle forze dell’ordine, come le installazioni di numerosi impianti di video sorveglianza, la predisposizione di soggetti aventi il compito di controllare gli accessi alla base operativa dell’associazione ed il sistematico, ma vano, utilizzo di social network e messaggistica istantanea.
La struttura operativa dell’associazione indagata si dimostrava particolarmente efficace, e pericolosa, in quanto capace di stringere accordi criminali con altri coinvolti, dediti alle stesse attività criminali, radicate nei territori di Gela e Catania, aprendo altri scenari investigativi, sui quali la Squadra Mobile ha raccolto gravi indizi, anche con il sequestro di rilevanti quantità di droga, di tipo cocaina.
L’esecuzione ha visto il coinvolgimento di quasi 200 poliziotti della Squadra Mobile di Agrigento, con ausilio dei colleghi di Caltanissetta, del personale della Polizia Scientifica, del Reparto Prevenzione Crimine di Palermo, Catania e Siderno, dei Reparti Mobili di Palermo, del Reparto Volo di Palermo, dei Commissariati della provincia, oltre che delle Unità Cinofile Antidroga di Palermo.
Rocco Becce
Direttore Editoriale