Un’ordinanza applicativa di misure cautelari personali emessa nei confronti di 24 persone, di cui 22 in carcere, 1 ai domiciliari e 1 interdittiva.
È questo il risultato ottenuto all’alba di oggi, giovedì 16 marzo, dal personale del Comando Provinciale CC di Foggia, dello S.C.I.C.O. di Roma e del G.I.C.O. del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Bari della GdF, supportati dallo Squadrone Eliportato Cacciatori “Puglia”, da militari della Compagnia di Intervento Operativo del 8° Regimento Carabinieri Lazio, dagli specialisti del Nucleo Cinofili CC di Modugno e del 6° Nucleo Elicotteri Carabinieri.
Con il provvedimento, emesso dal G.I.P del Tribunale di Bari, su richiesta della Procura della Repubblica e Direzione Distrettuale Antimafia, sono stati riconosciuti gravi indizi di colpevolezza, nei confronti dei destinatari delle misure cautelari, indagati a vario titolo per una pluralità di delitti.
Le persone interessate al provvedimento sono prevalentemente di Cerignola, ma vi sono anche un albanese residente nel Comune, due di San Pietro Vernotico (BR) ed altri, tra cui un noto pregiudicato di Terlizzi (BA), indagati principalmente di associazione dedita al traffico e allo smercio di sostanze stupefacenti di tipo cocaina, marjuana e hashish, detenzione e porto in luogo pubblico di armi da sparo, sia comuni che da guerra, anche clandestine, estorsione, ricettazione e tentato omicidio aggravato.
L’attività, condotta dai militari della Compagnia CC di Cerignola, con la direzione e il coordinamento della D.D.A. di Bari, in collaborazione con la Direzione Nazionale Antimafia, come informato in redazione, ha tratto avvio dalle indagini precedentemente svolte nell’ambito di un altro procedimento penale, che aveva portato, nel dicembre 2018, all’operazione antimafia denominata “Decima azione”, svolta dal Nucleo Investigativo Carabinieri e dalla Squadra Mobile di Foggia.
Le investigazioni si sono sviluppate con più di 50 attività tecniche, tra intercettazioni telefoniche, telematiche e ambientali, ma anche attraverso servizi di osservazione, controllo e pedinamento che attraverso l’ausilio di strumentazioni tecniche all’avanguardia, come videocamere e sistemi GPS.
Diretta e coordinata dalla D.D.A., in collaborazione con la Direzione Nazionale Antimafia, l’operazione ha consentito di documentare tre distinte, ma contigue associazioni dedite al traffico e allo spaccio di sostanze stupefacenti con base operativa e logistica a Cerignola ed in rapporti di affari tra loro; indagare per tentato omicidio uno dei presunti autori di una violentissima aggressione personale nei confronti di un cerignolano, a seguito di una lite scaturita per futili motivi di circolazione stradale, in cui la vittima, all’epoca, riportò gravi ferite, ma non denunciò gli autori, a lui noti, probabilmente per il timore di ulteriori ritorsioni; arrestare un catturando attinto da fermo e indiziato di tentato omicidio ai danni di un cittadino ghanese, avvenuto nel 2017, a Policoro (MT), un’aggressione dettata da motivi di gelosia; far emergere un’attività estorsiva nei confronti di un commerciante di carburanti, non denunciata; accertare reati predatori in riferimento ai quali un appartenente all’Arma dei Carabinieri, oggi destinatario della misura cautelare della sospensione dall’esercizio del pubblico ufficio che avrebbe rivelato notizie sullo stato delle indagini, ricevendo in cambio 1.500 euro; sventare l’assalto a un caveau della società Loomis International AG, con sede in Svizzera, a Chiasso, dando luogo alle due operazioni denominate “Ocean eleven” e “Ocean Twelve”, che portarono, poi, alla cattura di tutti gli autori, 18 persone, del tentato furto aggravato.
Tutti gli indagati furono attinti da mandato di arresto europeo, 5 dei quali furono arrestati in flagranza in Svizzera dalla Polizia cantonale e 4 ad Abbiategrasso.
Il clamoroso furto fu sventato proprio grazie alle informazioni che i Carabinieri avevano acquisito durante l’investigazione e che furono tempestivamente fornite alla Polizia Cantonale.
A riscontro delle indagini, i Carabinieri della Compagnia di Cerignola hanno arrestato, in flagranza di reato, per spaccio 6 persone, sequestrato sostanze stupefacenti di tipo hashish, cocaina e marijuana, per oltre 23 kg; sequestrato la somma contante di 1.200.000 euro circa; sequestrato 3 pistole, di cui 2 clandestine, 3 fucili cal. 12 e circa 200 munizioni di vario tipo e calibro; recuperato 8 JEEP Renegade e 3 FIAT 500 X rubate a Melfi; rinvenuto, durante una perquisizione, in una cassaforte murata, nella disponibilità di uno degli indagati, una pistola e oltre 400mila euro.
L’indagato era stato, pertanto, arrestato in flagranza per la detenzione illegale dell’arma.
I conseguenti accertamenti bancari hanno permesso di verificare la presenza sul suo conto corrente anche di ulteriori 700mila euro di presunta provenienza illecita.
Le ulteriori indagini si sono successivamente intersecate con altre investigazioni svolte dallo S.C.I.C.O. e dal G.I.C.O. Bari della Guardia di Finanza, che hanno consentito di acquisire rilevanti elementi di presunta colpevolezza nei confronti degli stessi indagati.
I Reparti, in ragione delle peculiari competenze specialistiche delle Fiamme Gialle, sono stati, altresì, delegati a effettuare articolati accertamenti patrimoniali nei confronti di 7 persone, oggi, attinte da misura cautelare personale.
Nello specifico, i militari della GdF, hanno proceduto ad acquisire, con riferimento al periodo oggetto d’indagine, copiosa documentazione, tra cui i contratti di compravendita dei beni, nonchè numerosi altri atti pubblici che hanno interessato nel tempo gli interi nuclei familiari degli investigati, verificando, poi, per ogni transazione, le connesse movimentazioni finanziarie sottostanti alla creazione della necessaria provvista economica.
Il materiale, così, raccolto è stato oggetto di circostanziati approfondimenti investigativi che avrebbero fatto emergere un’ingiustificata sproporzione tra il reddito dichiarato e i beni nella disponibilità degli indagati.
Quindi, il competente G.I.P. del Tribunale di Bari, condividendo la proposta avanzata dall’A.G. inquirente, basata sul compendio indiziario acquisito dalla Guardia di Finanza, ha disposto il sequestro preventivo finalizzato alla confisca “allargata”, nei confronti dei presunti indagati, avente per oggetto disponibilità finanziarie, beni mobili e immobili, quote societarie e compendi aziendali, per un valore di oltre 5 milioni di euro.
Redazione