I Giudici contabili della Corte dei Conti di Venezia, con sentenza n. 14 depositata lo scorso 21 marzo, hanno condannato 41 persone giuridiche e 8 persone fisiche, a vario titolo, per un danno erariale di euro 38.903.931,31, disponendo la conversione a pignoramento definitivo di beni immobili e disponibilità finanziarie di pari importo già oggetto di sequestro conservativo.
L’istruttoria erariale, cui la sentenza si riferisce, riguarda il filone veneziano dell’inchiesta relativa a una condotta criminale, per perpetrare una truffa aggravata ai danni dello Stato, posta in essere dagli amministratori di un gruppo societario italiano, controllato da una società di diritto lussemburghese, che aveva fraudolentemente ottenuto incentivi pubblici finalizzati a promuovere l’energia rinnovabile da fotovoltaico.
Successivamente alle indagini penali, avviate dal Nucleo di Polizia Economico Finanziaria della GdF di Bolzano, sono state intraprese le conseguenti indagini erariali, finalizzate ad accertare eventuali correlati profili di danno derivanti dall’indebita percezione delle predette erogazioni da parte delle società investigate.
Pertanto, su delega della Procura della Corte dei Conti veneziana, i finanzieri dei Nuclei di Polizia Economico Finanziaria della GdF di Venezia e Bolzano, hanno svolto congiuntamente i pertinenti accertamenti, che hanno permesso di accertare che la società capogruppo italiana, con sede a Padova e, poi, trasferitasi a Bolzano, era proprietaria di 9 parchi, in Basilicata, di cui 6 con potenza superiore a 1 megawatt e 3 con potenza inferiore, su particelle catastali contigue, per una superficie di 290mila mq., pari a 40 campi di calcio, aveva locato i 9 parchi a 40 società veicolo, aventi tutte la stessa denominazione, medesimo indirizzo, prive di uffici, organizzazione imprenditoriale e dipendenti, interamente partecipate dalla stessa capogruppo, in modo da dividere i parchi, in 246
impianti fotovoltaici, e far risultare, mediante false dichiarazioni rese al G.S.E. (Gestore dei Servizi Energetici), che ciascuno dei parchi fosse di potenza inferiore a 50 kilowatt.
Attraverso tale artificio, le 40 società veicolo erano riuscite a percepire gli incentivi pubblici riservati esclusivamente ai piccoli parchi fotovoltaici, per un importo complessivo segnalato alle due Procure Erariali di 65 milioni di euro e somme percepite dalle società veicolo, poi, dalle stesse retrocesse alla capogruppo
mascherate, come pagamento dei canoni di locazione degli stessi impianti.
All’esito delle attività, la GdF di Venezia e quella di Bolzano hanno segnalato un danno erariale pari all’importo complessivo dei contributi illecitamente percepiti a carico della società capogruppo, delle 40 società e di 8 persone fisiche italiane e tedesche, di cui circa 45 milioni di euro di competenza territoriale della Procura contabile di Venezia e i restanti 20 milioni di euro di quella di Bolzano.
A garanzia dell’Erario, è stato proposto ed ottenuto il sequestro conservativo emesso dal Presidente della Sezione Giurisdizionale della Corte dei
Conti di Venezia, che aveva interessato beni immobili, costituiti da 246 impianti fotovoltaici, ubicati in provincia di Matera, nonchè da abitazioni situate in Germania, diritti di superficie e liquidità su conti correnti per circa 40 milioni di euro.
Ulteriori 7,8 milioni di euro sono stati cautelati, come sequestro conservativo, in corso di causa, come crediti IVA nel frattempo maturati a favore delle varie società.
A segnalarlo è il Comando Generale della Guardia di Finanza.
Redazione