CRONACA – TRIESTE, EVASIONE FISCALE NEL SETTORE DELLA LOGISTICA E DELLE CONSEGNE A DOMICILIO. SEQUESTRI DELLA GDF PER 2 MILIONI DI EURO. DENUNCIATI 20 IMPRENDITORI. I finanzieri in forza al Comando Provinciale di Trieste hanno recentemente eseguito un provvedimento di sequestro preventivo di circa 2 milioni di euro emesso dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Trieste finalizzato alla confisca diretta di risorse pari all’importo delle imposte evase da 7 società operanti nel settore della logistica e delle consegne di plichi a domicilio. Contestualmente all’esecuzione di tale sequestro, le Fiamme Gialle triestine hanno proceduto alla perquisizione di tutte le società destinatarie della misura ablativa, situate, oltre che nel capoluogo giuliano, nelle città di Milano, Roma, Genova e Parma. In tal modo è stato possibile consolidare ulteriormente il quadro indiziario già raccolto circa il fraudolento modus operandi utilizzato dai loro rispettivi amministratori di fatto e di diritto, tutti indagati per i reati di emissione ed utilizzo di fatture per operazioni inesistenti. Le indagini avevano preso le mosse circa un anno fa dall’analisi delle informazioni tratte da una serie di anomalie societarie, commerciali e finanziarie di alcune imprese del settore della logistica operanti in città; analisi che ha progressivamente consentito agli investigatori del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di riscontrare come le 7 società colpite dal provvedimento cautelare avessero annotato in contabilità fatture per oltre 7 milioni di euro, emesse solo nel corso del 2021 da 13 altre situazioni giuridiche formalmente costituite in Romania e munite di domicilio fiscale e partita IVA accesi in diverse province italiane, tra le quali proprio quella di Trieste. I capillari approfondimenti investigativi proseguiti sotto la direzione della Procura della Repubblica di Trieste consentivano, poi, di verificare come le fatture emesse dalle società rumene, di fatto inattive e cessate dopo pochi mesi di vita, documentassero prestazioni di trasporto in realtà mai eseguite, consentendo a quelle utilizzatrici di abbattere artificialmente l’imponibile IRES e di sottrarsi al pagamento dell’IVA dovuta. Tutte le ditte destinatarie del provvedimento erano attive nell’indotto commerciale di una multinazionale francese leader della logistica con sede a Milano, già colpita a sua volta da altri sequestri preventivi per fatti connessi, eseguiti lo scorso dicembre. Contestualmente alle operazioni di sequestro, alle medesime società sono state applicate le sanzioni pecuniarie, le quali colpiscono dal 2019 le responsabilità amministrative per la commissione dei reati di emissione ed utilizzo di fatture per operazioni inesistenti. ASTI, SEQUESTRATI DALLA GDF 9 KG DI MELASSA PER NARGHILÈ PRESSO 2 ESERCIZI COMMERCIALI. I finanzieri del Gruppo di Asti, nell’ambito del controllo economico del territorio, hanno sequestrato, in via amministrativa, circa 9 kg. di melassa per narghilè presso due esercizi commerciali di ristorazione e bar di Asti risultati privi dell’autorizzazione speciale dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli necessaria per l’esercizio di tale attività di somministrazione. La sostanza è risultata essere in parte di contrabbando per circa 7 kg. e la restante acquistata con accisa già assolta ovvero presso rivendite di tabacchi autorizzate, ma in ogni caso si tratta di prodotto non idoneo alla somministrazione al pubblico per mancanza delle prescritte autorizzazioni di legge. La pratica di fumare con il narghilè nei locali pubblici, che ha un forte appeal sui clienti ed è una tendenza in costante crescita, non è vietata dalla legge, ma è regolamentata al pari della vendita dei tabacchi, delle sigarette elettroniche e degli altri generi di monopolio sottoposti ad accisa. Per offrire questo tipo di servizio, gli esercenti devono dotarsi di tutte le autorizzazioni e rispettare la normativa, se non vogliono incappare in multe salate o, nei casi più gravi, incorrere in una denuncia penale per contrabbando. A fronte dei sequestri operati, sono state contestate a ciascuno dei due esercenti anche sanzioni amministrative rispettivamente pari a 8mila € e 6mila € in relazione al quantitativo detenuto. L’attività condotta dalle Fiamme Gialle di Asti si inquadra nell’alveo della costante e mirata azione del Corpo finalizzata al controllo economico del territorio, per la tutela della salute dei consumatori e ai fini del contrasto degli illeciti economico-finanziari, come quelli connessi al commercio di generi sottoposti al monopolio dello Stato, come il caso in specie, riguardante prodotto da fumo derivato da miele/zucchero di canna 95%, e da tabacco 5%, in parte risultato di contrabbando per illecita provenienza da Paesi dell’Est Europa. TREVISO, DALLA GDF SEQUESTRATI NEL TREVIGIANO 3 LABORATORI TESSILI GESTITI NEGLI ULTIMI 15 ANNI DA IMPRESE “APRI E CHIUDI”. Le Fiamme Gialle del Comando Provinciale di Treviso, con il supporto di Vigili del Fuoco, S.P.I.S.A.L., Ispettorato del Lavoro e A.R.P.A.V. di Treviso, nonchè con il contributo dei comuni interessati, hanno eseguito tre distinti controlli in aziende tessili ubicate, rispettivamente, nei comuni di Crocetta del Montello, Cornuda e Giavera del Montello. Gli interventi, che hanno visto ogni Ente procedere per le materie di propria competenza, secondo un modello ispettivo integrato altamente efficace, si sono conclusi con la constatazione di diverse violazioni delle norme volte a prevenire gli infortuni sui luoghi di lavoro e irregolarità in materia di smaltimento di rifiuti speciali non pericolosi. In particolare, sono state riscontrate le seguenti criticità, assenza di mezzi di estinzione portatili, mancanza di segnali indicanti le vie di esodo e delle luci di sicurezza in prossimità delle porte di emergenza, vie di fuga ostruite e non fruibili, omessa formazione dei dipendenti in merito ai rischi generali e specifici in materia di salute e sicurezza, assenza del documento di valutazione dei rischi, omessa designazione del responsabile del servizio di prevenzione e protezione dai rischi, scarse condizioni igieniche, illecito smaltimento di venti metri cubi di scarti tessili, accatastati in un box auto adiacente a uno dei laboratori. Alla luce della grave situazione di degrado emersa, i tre opifici, che operavano sulla base di commesse ricevute da imprese locali, sono stati sottoposti a sequestro preventivo d’urgenza da parte dei finanzieri del Gruppo di Treviso e della Tenenza di Montebelluna. I provvedimenti cautelari sono stati successivamente convalidati dal locale Tribunale, mentre gli amministratori delle tre ditte sono stati segnalati alla Procura della Repubblica di Treviso, a vario titolo, per violazioni delle norme in materia di salute e sicurezza sui luoghi di lavoro, nonché per illecito smaltimento di rifiuti. L’approfondimento della posizione dei laboratori ha poi permesso di accertare pendenze tributarie per due milioni di euro da parte delle dieci ditte, tutte amministrate da stranieri, che, a decorrere dal 2007, hanno gestito i tre laboratori: si tratte di vere e proprie imprese “Apri e chiudi” che, dopo essere divenute insolventi con l’amministrazione finanziaria, hanno trasferito personale e macchinari nella successiva impresa costituita ad hoc, che ha continuato a operare sempre nello stesso luogo, con gli stessi clienti e fornitori. VENEZIA, CONTROLLI SULLE STRUTTURE RICETTIVE DELLA GDF E POLIZIA LOCALE. Continua il piano di interventi attuato dalle Fiamme Gialle del Comando Provinciale di Venezia congiuntamente al personale della Polizia Locale di Venezia nei confronti delle strutture ricettive abusive presenti sul territorio lagunare. In particolare, nel corso degli ultimi giorni, i militari del 1° Nucleo Operativo Metropolitano, Reparto competente sul centro storico di Venezia e la Polizia Locale hanno eseguito diverse decine di controlli e verifiche presso vari esercizi extra-alberghieri presenti in laguna. L’attività ha consentito di individuare 3 operatori totalmente abusivi che erano regolarmente pubblicizzati sui portali web, ma non vi era traccia di alcuna comunicazione presso gli elenchi comunali che presso gli elenchi regionali. Una delle strutture individuate risultava persino priva del relativo certificato di agibilità edilizia. Oltre 30 le ulteriori irregolarità riscontrate, perlopiù relative alla mancata esposizione del codice identificativo, dell’alloggio di cui all’art. 27-bis della Legge Regionale Veneto 11/2013, determinando l’irrogazione di sanzioni amministrative per oltre 36mila euro. Le strutture irregolari individuate si trovano principalmente nei Sestrieri di Cannaregio e Castello. Analogamente, il 2° Nucleo Operativo Metropolitano ha condotto verifiche alle attività ricettive nell’area di Mestre, sempre in sinergia con la Polizia Locale, individuando 2 strutture completamente abusive e altre 10 in situazione di irregolarità alla normativa regionale, la maggior parte a causa di indebiti ampliamenti della capacità ricettiva, procedendo all’irrogazione di sanzioni per oltre 35mila euro. Sono state, inoltre, concluse attività di carattere strettamente fiscale, conseguenti ad interventi avviati nei mesi scorsi a seguito di irregolarità emerse nei precedenti controlli, che hanno permesso di ricostruire ricavi non dichiarati per oltre 500mila euro a carico di titolari di locazioni turistiche e affittacamere che operavano in assenza di Partita Iva pur esercitando la relativa attività in modo tutt’altro che occasionale, in 3 casi è scattata anche l’attribuzione di ufficio della relativa Partita Iva tramite comunicazione all’Agenzia delle Entrate. BOLOGNA, INDIVIDUATI DALLA GDF 3 LABORATORI PER LA PRODUZIONE DI OROLOGI DA PARETE CONTRAFFATTI, TRE DENUNCIATI. I militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Bologna hanno individuato 3 laboratori, situati nei comuni di Imola e Castel San Pietro, utilizzati per creare orologi da parete recanti marchi contraffatti. Gli orologi venivano realizzati attraverso pantografi, intagliatori e macchine laser che, con l’ausilio di specifici software, permettevano di incidere, su vinili ormai inutilizzati, qualsiasi figura o immagine. I prodotti realizzati riproducevano, prevalentemente, marchi e loghi di cantanti, gruppi musicali, film, serie tv, case automobilistiche, squadre di calcio e di basket, oltre a personaggi vari del mondo dello spettacolo. Gli stessi venivano venduti online, anche tramite i social media, con tanto di spedizione oppure presso fiere a carattere locale. Gli oltre 450 orologi rinvenuti presso i laboratori, già pronti per la commercializzazione, così come i 6 macchinari, i computer e oltre 2.400 adesivi di squadre di calcio, sono stati sottoposti a sequestro, mentre i responsabili sono stati denunciati alla Procura della Repubblica di Bologna per il reato di contraffazione. I finanzieri della Compagnia di Imola, oltre a raccogliere gli elementi di prova a carico dei 3 presunti responsabili, stanno analizzando il materiale sottoposto a sequestro per ricostruire anche la loro posizione fiscale. Infatti, sebbene in due siano titolari di partita IVA, il terzo, per quanto riguarda la produzione e vendita di orologi, era del tutto sconosciuto al fisco. L’attività dei finanzieri costituisce, nel caso di specie, esempio dell’azione di contrasto ai fenomeni di contraffazione, veicolati anche attraverso l’utilizzo dei social media più noti. RAVENNA, CONFISCATI DALLA GDF 3 IMMOBILI DEL VALORE DI OLTRE 400MILA EURO IN ESECUZIONE DI UNA MISURA DI PREVENZIONE PATRIMONIALE ADOTTATA NEI CONFRONTI DI UN IMPRENDITORE RISULTATO EVASORE FISCALE. Nei giorni scorsi, i militari del Gruppo della Guardia di Finanza di Ravenna, hanno proceduto alla confisca di 3 immobili situati nel comune di Russi per un valore stimato di 420mila euro, in esecuzione del decreto di confisca di prevenzione emesso nei confronti di un imprenditore locale da parte della Sezione specializzata “Misure di Prevenzione” del Tribunale di Bologna. Il provvedimento costituisce l’esito del procedimento di prevenzione avviato nel 2021 dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Ravenna, sulla base di una complessa indagine svolta dalle Fiamme Gialle ravennati che aveva evidenziato la pericolosità sociale e tributaria di un imprenditore operante nel settore delle pulizie industriali, risultato dedito alla sistematica frode fiscale e all’autoriciclaggio, attraverso reiterate condotte criminali che avevano avuto il loro apice negli anni 2012/2016. In tale periodo, infatti, l’indagato, in qualità di amministratore di alcune società a lui direttamente e indirettamente riconducibili, aveva sistematicamente utilizzato ed emesso fatture false per evadere le imposte, intestando poi i propri beni a terzi, tra i quali la propria figlia, e trasferendo capitali illeciti anche in una società rumena che nel 2017 aveva anche riacquistato all’asta alcuni immobili a lui in precedenza espropriati per mezzo di una procedura esecutiva avviata da un istituto bancario creditore. Da ultimo, dopo aver garantito il contraddittorio con tutti gli eredi del prevenuto, nel frattempo deceduto, i Giudici del Tribunale di Bologna hanno ritenuto che l’imprenditore nel periodo esaminato avesse effettivamente tratto, almeno in larga parte, le fonti economiche necessarie al sostentamento del suo nucleo familiare dalla commissione dei delitti a lui contestati, peraltro dallo stesso di fatto ammessi anche nell’ambito del procedimento penale conclusosi con sentenza di patteggiamento. La confisca ha, quindi, interessato complessivamente 3 unità immobiliari, già sottoposte a sequestro di prevenzione, 2 delle quali gravate anche da confisca penale a seguito di sentenza di condanna irrevocabile, mentre la terza è stata ritenuta comunque illecitamente e fittiziamente intestata alla figlia al solo scopo di evitare ogni possibile forma di riscossione coattiva da parte dell’erario e pertanto sottoposta anch’essa a confisca di prevenzione. CAGLIARI, OPERAZIONE “PETITUM” DELLA GDF. DENUNCIATI DANNI ERARIALI PER OLTRE 2,9 MILIONI DI EURO. Il Nucleo di Polizia Economico Finanziaria della Guardia di Finanza di Cagliari, sotto la direzione della Procura regionale della Corte dei conti presso la Sezione giurisdizionale per la Sardegna, ha portato a termine l’operazione “Petitum”, finalizzata all’individuazione di profili di responsabilità amministrativa relativi a risarcimenti del danno scaturiti da errore medico, quest’ultimo accertato con sentenze emesse dall’Autorità Giudiziaria. In particolare, gli uomini delle Fiamme Gialle hanno attentamente esaminato la copiosa documentazione riguardante le vicende sanitarie di quattro pazienti ricoverati presso strutture ospedaliere. L’evoluzione delle singole vicende sanitarie aveva portato, in due casi, a menomazioni e invalidità permanenti ed in altri due casi al decesso. In alcuni casi i medici responsabili di malpractices sono stati anche condannati in sede penale. Le conseguenti azioni legali portate avanti dai congiunti delle vittime di episodi di malasanità avevano condotto alla condanna di un’Azienda Sanitaria della Regione Autonoma della Sardegna al risarcimento del danno a causa della grave responsabilità constatata in capo alle equipe mediche. L’Azienda Sanitaria Regionale, che aveva disposto il pagamento in favore dei danneggiati dagli errori medici, ha poi però omesso di denunciare i fatti alla Procura regionale della corte dei conti, così impedendo all’Autorità contabile di procedere nei confronti del personale medico e sanitario, nei confronti dei quali è decorso il termine di prescrizione quinquennale per l’esercizio dell’azione di responsabilità amministrativa. La normativa prevede che, in tal caso, risponde del danno erariale chi ha omesso la denuncia. Il danno erariale causato da tale inerzia è stato quantificato per un importo pari a 2,9 milioni di euro. L’attività di servizio conferma il ruolo di primario rilievo svolto dalla Guardia di Finanza, quale forza di polizia economico finanziaria a competenza generale, in collaborazione con la Corte dei Conti, nello sviluppo dell’attività istituzionale a tutela della spesa pubblica e nell’accertamento dei danni erariali ed assume un assoluto valore strategico anche in relazione al protocollo di intesa sottoscritto tra il Comando Generale del Corpo e la Procura Generale della Corte dei Conti che ribadisce, sottolineandolo, lo storico legame tra l’Autorità Giudiziaria contabile e le Fiamme Gialle quali interlocutori delle Procure contabili. CAMPOBASSO, SEQUESTRATI DALLA GDF OLTRE 10.000 PRODOTTI. Continua l’impegno della Guardia di Finanza di Campobasso per la sicurezza del consumatore. A distanza di pochi giorni, sequestrati ulteriori 10mila prodotti. Chi compra merce falsa, mette a rischio anche la propria salute. La produzione e la commercializzazione di prodotti contraffatti, ovvero non sicuri per il consumatore, ad esempio, sono anche fonte di significative perdite di gettito fiscale, che si traducono, altresì, in una diminuzione della crescita del Paese e in una riduzione dei servizi pubblici per i cittadini. Contrastare la diffusione di prodotti non conformi rispetto agli standard di sicurezza, significa contribuire a garantire, sia una protezione efficace dei consumatori, sia un mercato competitivo dove gli operatori economici onesti e rispettosi delle regole possano beneficiare di condizioni eque di concorrenza. Per l’occasione, si pregano, i consumatori, di prestare, la dovuta attenzione, anche in vista delle prossime festività. La Guardia di Finanza è sempre attenta a quei fenomeni che costituiscono ostacolo alla crescita e alla realizzazione di un mercato pienamente concorrenziale su cui basare lo sviluppo di una società più equa ed attenta ai bisogni di ciascuno ed è sempre presente per incrementare la sicurezza percepita, nonchè leggere in modo costante lo scenario operativo di riferimento, per trarne ogni utile spunto nonchè sempre in prima linea, vicino a chi ha bisogno, per fornire il proprio aiuto in quelle situazioni nelle quali è chiamata ad intervenire. TARANTO, SCOPERTA DALLA GDF UNA PROFUMERIA ABUSIVA, SEQUESTRATI QUASI MILLE PROFUMI CONTRAFFATTI DEL VALORE DI OLTRE 50MILA EURO. Sono quasi mille i profumi riportanti note griffe internazionali contraffatte sequestrati dal Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria della Guardia di Finanza di Taranto, con la denuncia di un presunto responsabile. Questo è il bilancio di un’operazione di servizio condotta dalle Fiamme Gialle joniche a tutela della proprietà industriale, nei confronti di un incensurato tarantino che avrebbe allestito all’interno di un box, ubicato nel quartiere Paolo VI, una vera e propria profumeria clandestina. L’intervento è scattato all’esito di riservati e ripetuti appostamenti effettuati dai finanzieri, insospettiti dall’insolito e sospetto afflusso di persone, nelle diverse ore della giornata, in prossimità di quella che sembrava una semplice autorimessa. Entrati nel locale, i finanzieri hanno invece accertato come all’interno fosse esercitata la vendita al pubblico di profumi di lusso. Sulle scaffalature erano difatti esposti per la vendita circa mille confezioni contenenti profumi di note griffe internazionali come Versace, Bulgari, Cristian Dior, Gucci, Dolce & Gabbana, Hermes Paris, Creed, Givenchy, Kenzo, Roma, Guerlain, Narciso Rodriguez e Chanel. Dalle indagini svolte dai finanzieri è emerso che i profumi e il relativo packaging (scatole, involucri in carta e in plastica), sarebbero stati abilmente contraffatti e che l’attività di vendita al pubblico dei prodotti sarebbe stata svolta in assenza delle necessarie autorizzazioni amministrative e completamente in nero. Il presunto responsabile della profumeria, un incensurato di Taranto, che avrebbe ottenuto dalla cessione degli articoli circa 50mila euro, è stato pertanto segnalato alla Procura della Repubblica jonica per le ipotesi di reato di commercio di prodotti industriali recanti segni falsi e di ricettazione. Attraverso una specifica verifica fiscale i finanzieri procederanno inoltre a quantificare i redditi che il presunto imprenditore avrebbe occultato al Fisco, nonchè le imposte da questi dovute. Le indagini del Nucleo di Polizia Economico – Finanziaria di Taranto sono ora finalizzate all’individuazione e alla disarticolazione della filiera illecita, dei canali di finanziamento, di riciclaggio e di reinvestimento dei profitti, nonchè al recupero a tassazione dei proventi dei reati accertati. A segnalarlo è il Comando Generale della Guardia di Finanza.
DAI DOMICILIARI AL CARCERE, UN PUSHER 35ENNE DI TARANTO – Durante un’operazione antidroga della Polizia di Stato eseguita in pieno centro cittadino, un pusher 35enne è stato condotto in carcere. L’uomo, nonostante fosse stato sottoposto agli arresti domiciliari, continuava a spacciare sostanza stupefacente. A scoprirlo, i “Falchi” della locale Squadra Mobile, dopo aver notato un inusuale movimento di giovani, molti conosciuti come tossicodipendenti, in uno stabile situato in via Dante. Dai primi approfondimenti investigativi sarebbe emerso che, al primo piano di quel condominio, il pregiudicato tarantino, aveva intrapreso una presunta fiorente attività di spaccio tramite messaggi inviati su WhatsApp. I poliziotti sono entrati nello stabile senza farsi notare e, dal pianerottolo del secondo piano, hanno osservato e monitorato i movimenti, per, poi, eseguire il fermo, dopo aver bloccato anche un cliente. È quanto informato dalla Questura di Taranto.
METEO In Italia, per domani, come segnalato da “3B Meteo“, nuvolosità irregolare, specie su Liguria, Alpi e Prealpi con possibilità di qualche piovasco, in estensione serale anche al Friuli Venezia Giulia. Cielo irregolarmente nuvoloso sulle regioni tirreniche con maggiori addensamenti in Toscana, poche nubi sul versante adriatico. Soleggiato pur con qualche addensamento lungo la costa tirrenica, specie al primo mattino. Temperature in aumento, tra i 15 e 22 gradi.
Rocco Becce
Direttore Editoriale