Finalmente, qualcuno, si è ricordato di manifestare contro il caro affitto di appartamenti in Italia, da Nord a Sud, ma principalmente nelle città capoluogo dove ci si deve recare a studiare, abbandonando famiglie, amici e luoghi di nascita.
Quando mi è stato segnalato in redazione che avevano figli che studiavano a Roma, e pagavano un affitto di una stanza di pochi metri quadrati al prezzo di circa 800 euro, sono rimasto non molto stupito.
Infatti, da circa 3 anni, un mio conoscente cerca proprio in fitto o in acquisto un monolocale su Roma, per il proprio figlio, ma senza nessun risultato, con agenzie che pensano solo ai propri interessi e imprese che fanno altrettanto proponendo prezzi da capogiro, in una Capitale allo sbando in tutto, tra extracomunitari, zingari e ladruncoli di ogni tipo, grazie ad un’immagrazione incontrollata e ratti in giro per la città, accanto a bidoni di spazzatura irracolta, con chiunque vada a governare.
Questo anche perchè si è autorizzati a chiedere ciò che si vuole senza alcun controllo e nessuna legge che tuteli qualcuno in questo Paese che continua a fare acqua da tutte le parti con chiunque venga a governarlo.
Ma ora, a pensarci sono proprio gli studenti universitari e non i nostri politici chiacchieroni o sindacati, che hanno iniziato una protesta alla quale si chiede di attenzionare questa problematica diventata una questione che colpisce chiunque e dovunque.
“Senza casa, senza futuro“, è questa la protesta iniziata a Milano dove, davanti ad un istituto si sono accampati diversi studenti delusi e amareggiati.
Tutto ciò si è, così, allargato a macchia d’olio in tutta Italia, interessando le città di Pavia, Padova, Venezia, Bologna, Perugia, Firenze, Roma, Torino, Cagliari, Trento, Verona, dove una stanza costa troppo e, quindi, studiare è insostenibile se si è un fuorisede, dove i posti nelle residenze sono davvero pochi rispetto alle richieste e alle esigenze.
Intanto, la Guardia di Finanza di Roma, come segnalato in redazione, al fine di contrastare questi fenomeni di illegalità o azioni speculative in materia di locazione di immobili nei confronti di studenti universitari fuori sede, ha eseguito, fin dall’inizio dell’anno accademico, numerosi controlli. L’attività svolta nel corso degli ultimi mesi ha consentito di riscontrare che, nella totalità dei casi finora oggetto di controllo, a fronte di circa 500/700 euro in media pagati da uno studente per una stanza singola o i 250/400 mediamente corrisposti per un posto letto in doppia, il proprietario dell’immobile non aveva proceduto a registrare il relativo contratto e neanche a fornire alla locale Questura le informazioni di rito sugli occupanti.
Come emerso soltanto nell’ultima serie di accertamenti svolti dal 3° Nucleo Operativo Metropolitano Roma, 13 proprietari di immobili, che in tutto ospitavano irregolarmente 28 studenti, ora dovranno pagare 206 euro di sanzione per ogni occupante dell’immobile non denunciato all’Autorità di Pubblica Sicurezza e rispondere al fisco sia dell’omessa dichiarazione degli affitti percepiti, per un importo complessivamente pari a 575.000 euro, che del mancato versamento dell’imposta di bollo e dell’imposta di registro, pari al 2% dell’ammontare dell’affitto.
L’operazione, che si è avvalsa della fattiva collaborazione degli atenei capitolini, si inserisce nel più ampio dispositivo di controllo messo in campo dalla Guardia di Finanza al fine di contrastare questo tipo di illegalità fiscale ed arginare azioni speculative che alimentano il problema del caro affitti agli studenti nella città di Roma, altro che dai politici, tutti in silenzio, con chiunque venga a governarci, neanche in grado di allontanarsi dalla guerra in Ucraina, ma a tifare, anche, per chi l’ha voluta e per vendere armi.
Rocco Becce
Direttore Editoriale