I Carabinieri del R.O.S. e la Direzione Investigativa Antimafia, articolazione del Dipartimento della Pubblica Sicurezza, con il supporto dei Comandi Provinciali Carabinieri di Savona, Bologna, Milano, Monza, Roma e Reggio Calabria, nei giorni scorsi, hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di applicazione di misure cautelari emessa dal G.I.P. presso il Tribunale di Genova su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia di Genova nei confronti di 15 indagati.
Tra le persone interessate, due sono di origine croata e serba, rispettivamente referente del sodalizio dimorante in Colombia ed intermediario in Italia, tra l’organizzazione indagata ed i fornitori sudamericani, oltre ad un latitante sottrattosi alla esecuzione di alcuni provvedimenti coercitivi della libertà.
Quattro degli indagati sono accusati di aver fatto parte di un’associazione per delinquere, diretta da P.F., attualmente detenuto a seguito di una condanna in primo grado per una turbativa d’asta aggravata dal metodo mafioso, e R.M., anche detenuto per altro, resosi responsabile dei reati ascrittigli durante la latitanza, operativa anche in Liguria e finalizzata all’importazione dal Sud America e dalla Spagna, all’acquisto, trasporto, commercio, cessione, vendita ed illecita detenzione di ingenti quantitativi di sostanza stupefacente, di tipo cocaina ed eroina.
Gli indagati erano anche in grado di impiegare esperti in chimica dimoranti all’estero per il taglio della sostanza stupefacente.
Il traffico della droga è stato programmato ed organizzato tramite l’utilizzo di apparecchi telefonici abilitati a comunicazioni criptate e di una piattaforma che garantisce un sistema di cifratura per i messaggi.
Nelle comunicazioni gli indagati hanno, anche, utilizzato appositi nicknames e le hanno corredate con fotografie che spesso riproducono sostanza stupefacente.
L’arresto in Spagna, avvenuto i 28 ottobre del 2020 di un corriere dell’organizzazione, a cui sono stati sequestrati 32 chili di cocaina, ha costituito un riscontro all’analisi delle chat.
L’analisi ha consentito di accertare nel corso del 2020 e sino al marzo 2021 molteplici operazioni di importazione, acquisto e detenzione di droga.
In particolare,
sono state individuate almeno due importazioni di cocaina dalla Spagna, di 31 kg e 50 kg.
Agli indagati sono stati contestati altri 10 episodi di acquisto, in due circostanze, da fornitori stranieri, detenzione, offerta in vendita di quantitativi di cocaina, oscillanti tra 1 e 150 chilogrammi, eroina ed hashish per oltre 287 kg di cocaina, 100 kg di eroina e 50 di hashish.
L’indagine si è avvalsa dell’assistenza giudiziaria di Francia e Spagna per il tramite di Eurojust, del contributo informativo assicurato da Europol nonchè della cooperazione internazionale ottenuta nell’ambito dei progetti di contrasto alla criminalità di matrice ‘ndranghetista, @ON dell’Unione Europea ed I-CAN (Interpol Cooperation Agaist ‘Ndrangheta).
Quanto all’esecuzione delle ordinanze, preziosa si è rivelata la collaborazione delle autorità tedesche che hanno eseguito l’arresto di un indagato localizzato in Germania.
Altre autorità estere stanno collaborando nella esecuzione dei provvedimenti coercitivi.
Gli arresti, sono stati operati contestualmente all’esecuzione di ordinanze di custodia cautelare, nei confronti di circa 150 indagati, da parte delle Direzioni Distrettuali Antimafia di Reggio Calabria e Milano, titolari di inchieste molto più ampie ed articolate, aventi profili di connessione e collegamento con l’indagine della DDA di Genova.
L’attività delle Direzioni Distrettuali Antimafia di Reggio Calabria, Milano e Genova è stata coordinata dalla Direzione Nazionale Antimafia Antiterrorismo.
La DDA di Genova procede, altresì, per il reato di trasferimento fraudolento di valori, aggravato dal metodo mafioso riguardante una società di costruzioni ed una operante nel settore ortofrutticolo, entrambe con sede nel savonese.
La titolarità delle quote delle due società è risultata essere stata attribuita fittiziamente a due prestanome al fine di eludere le disposizioni di legge in materia di misure di prevenzione patrimoniali ed al fine di agevolare i delitti in materia di riciclaggio di danaro.
Ad informarlo è il Procuratore della Repubblica, Nicola Piacente.
Redazione