CRONACA – COMO, CONDANNA E BENI SEQUESTRATI AD IMPRENDITORE COMASCO – Le Fiamme Gialle della Compagnia di Olgiate Comasco hanno dato esecuzione ad una sentenza irrevocabile di condanna, emessa dal Tribunale di Como, in forza della quale è stata disposta la confisca obbligatoria di beni, per un valore pari ad oltre € 115mila, nei confronti dell’amministratore di una società con sede a Turate (CO), operativa nel settore dell’installazione di macchine ed apparecchiature industriali, al quale è stata applicata la pena di 1 anno e 8 mesi di reclusione, nonchè l’interdizione dagli uffici direttivi delle imprese e l’incapacità di contrarre con la P.A. per un anno, poichè ritenuto responsabile del reato di uso di fatture per operazioni inesistenti. Le investigazioni ed i conseguenti approfondimenti di Polizia Economico-Finanziaria, a suo tempo svolti, avevano preso avvio a seguito ad una mirata verifica fiscale, condotta dai finanzieri di Olgiate Comasco, a conclusione della quale erano emerse responsabilità penali in capo all’imprenditore, per aver annotato e riportato in dichiarazione costi inesistenti per centinaia di migliaia di euro. Tale condotta delittuosa era stata, quindi, segnalata alla locale Procura della Repubblica che, ritenendo sussistenti gli elementi di prova raccolti, aveva inteso rinviare a giudizio l’indagato. Dinnanzi al Giudice penale è stata recentemente sentenziata la responsabilità penale dell’imputato con la conseguente disposizione di sottoporre a confisca definitiva anche tutti i beni mobili ed immobili intestati o riconducibili al condannato, fino a concorrenza del profitto del reato. Nei giorni scorsi, i finanzieri di Olgiate Comasco hanno proceduto all’esecuzione del dispositivo di condanna e, quindi, alla confisca di un’unità immobiliare in piena proprietà situata a Turate (CO). PADOVA, VIDEOLOTTERY E SLOT MACHINE, 6 ESERCIZI COMMERCIALI NON IN REGOLA SCOPERTI DALLA GDF. Nei giorni scorsi i militari del Comando Provinciale di Padova hanno intensificato i controlli per verificare il rispetto delle norme sulla prevenzione dei rischi del gioco d’azzardo patologico. Gli interventi eseguiti dalla Compagnia di Este traggono origine da una capillare attività di controllo economico del territorio di competenza, che ha consentito di individuare diversi esercizi commerciali presso i quali sono installati apparecchi e congegni da gioco che non rispettavano le prescrizioni della normativa regionale vigente. In particolare, le attività ispettive hanno interessato, sia durante la fascia oraria pomeridiana che serale, 7 sale slot della bassa padovana, riscontrando 6 violazioni da parte di altrettanti titolari di esercizi commerciali, gestori di quasi 130 apparecchi, che non rispettavano gli obblighi imposti dalla disciplina regionale sul funzionamento degli apparecchi da intrattenimento. Nei casi di specie, gli apparecchi per il gioco sono risultati accesi in orari nei quali ne è prescritta l’interruzione e utilizzati, in alcuni casi, da diversi avventori. È stato rilevato, altresì, che all’interno di alcuni locali non erano presenti opuscoli e altro materiale informativo sui rischi del gioco d’azzardo, tesi a prevenire la ludopatia. Non ultimo, presso l’esercizio di uno degli operatori economici controllati è stata riscontrata l’installazione di un pos, il quale consentiva l’accesso al gioco mediante pagamento diretto o il prelievo di contante da impiegare successivamente per le giocate. Gli illeciti amministrativi, con sanzioni tra un minimo di € 72.500 e un massimo di € 217.500, sono stati segnalati ai Comuni competenti per l’inosservanza della normativa regionale in materia di prevenzione e cura del disturbo da gioco d’azzardo patologico. ROVIGO, SCOPERTE DALLA GDF FALSE FATTURE PER OLTRE 7 MILIONI DI EURO, – 12 IMPRESE COINVOLTE. Un’importante operazione è stata conclusa dai finanzieri del Comando Provinciale di Rovigo a contrasto delle frodi fiscali, ormai sempre più diffuse e sofisticate. Le indagini, operate dalla Tenenza di Lendinara e dal Gruppo di Rovigo su delega e coordinamento della Procura della Repubblica di Rovigo, protrattesi per quasi 2 anni, hanno consentito di ricostruire, in ipotesi accusatoria, un sistema fraudolento nell’ambito del quale operavano imprese aventi sede legale nelle province di Rovigo, Vicenza, Verona, Mantova e Brescia e apparentemente attive nei settori del commercio di condizionatori, pallet e materiale elettrico e ferroso – che risultavano prive di sede operativa, di magazzini, di mezzi e di forza lavoro oltre che gestite da senza alcuna esperienza imprenditoriale. Tali imprese, cartiere, secondo la ricostruzione investigativa, avevano il compito di emettere false fatture di vendita nei confronti di aziende, che in tal modo beneficiavano di notevoli vantaggi fiscali, e che venivano formalmente pagate con sistemi tracciati ma di fatto le somme sborsate venivano restituite in contanti, generando così grossi movimenti di valuta. Diverse le tecniche utilizzate per creare crediti di imposta, in un primo tempo, le imprese compiacenti si sarebbero interposte fittiziamente nell’acquisto di condizionatori provenienti dall’estero, principalmente Est Europa, a vantaggio di un’importante impresa che, grazie alle cessioni sottocosto, avrebbe ottenuto merci a prezzi concorrenziali; in seguito, l’attività illecita si sarebbe concretizzata nella cessione, ancorché solo cartolare, di pallet, di materiali ferrosi e, marginalmente, di materiali elettrici a vantaggio di altre imprese più piccole. In tutti i casi individuati, le cessioni sopra descritte, da considerarsi in ipotesi accusatoria fittizie, sarebbero state messe in atto esclusivamente al fine di garantire vantaggi fiscali ai destinatari delle fatture. Un’importante accelerazione alle indagini, sviluppate anche attraverso il riscontro delle indagini bancarie, è stata impressa dalle perquisizioni domiciliari e locali disposte dalla Procura della Repubblica di Rovigo, nel corso delle quali sono stati trovati riscontri alle condotte ritenute dagli investigatori illecite, tra cui documentazione predisposta per rendere più credibili le predette operazioni, quali documenti di trasporto con l’indicazione di vettori da considerarsi, secondo l’ipotesi accusatoria, inesistenti nonchè fittizi contratti di lavoro a personale dipendente mai impiegato, con conseguente dimostrazione dell’effettiva mancanza di capacità operativa da parte delle cartiere che apparentemente avevano la propria sede operativa in private abitazioni. BOLOGNA, SEQUESTRATI CIRCA 1.500 PRODOTTI NON SICURI. I finanzieri del Comando Provinciale di Bologna hanno sequestrato circa 1.500 prodotti di bigiotteria, accessori moda e apparecchi elettrici non sicuri, pronti per la vendita, privi dei requisiti di conformità e sicurezza, in un esercizio commerciale di articoli vari del centro storico di Imola, gestito da un soggetto di nazionalità cinese. In particolare, l’attività di prevenzione e repressione delle violazioni in materia di sicurezza dei prodotti, eseguita dai militari della Compagnia di Imola e svolta nell’ambito delle ordinarie attività di controllo economico del territorio, ha impedito la vendita di prodotti privi dei contenuti minimi d’informazione o delle indicazioni in lingua italiana, previsti dalla legge a tutela della sicurezza e della salute dei cittadini, in violazione del “Codice del Consumo”. Le anomalie riscontrate, tra cui l’assenza della marcatura CE sinonimo di qualità certificata, nonchè di tutte le altre indicazioni riferibili alla composizione e all’eventuale presenza di sostanze nocive per la salute umana, rispetto a quanto previsto dalla legislazione nazionale ed europea per poter mettere in vendita dei prodotti nel nostro Paese, hanno fatto scattare l’immediato sequestro amministrativo. Il titolare dell’esercizio, inoltre, è stato segnalato alla Camera di Commercio di Bologna per l’adozione dei provvedimenti di competenza. LIVORNO, APPALTI PUBBLICI, INTERDETTI 4 IMPRENDITORI E 3 SOCIETÀ OPERANTI NEL PORTO. La Guardia di Finanzia di Livorno ha dato esecuzione a un provvedimento emesso dal Tribunale di Livorno, che dispone la misura interdittiva del divieto di temporaneo di contrattare con la pubblica amministrazione per la durata di 12 mesi, nei confronti di 4 persone fisiche e 3 giuridiche, nonché il sequestro preventivo per equivalente per un importo di € 8.410 nei confronti di un funzionario pubblico (in pensione dal dicembre 2022 dall’Autorità Portuale), quale prezzo/profitto del reato di induzione indebita oltre che illecito amministrativo da reato per le società. Secondo le indagini svolte dalle Fiamme Gialle, con il coordinamento della Procura della Repubblica di Livorno, il dipendente pubblico, abusando del suo ruolo istituzionale di cd. RUP (Responsabile Unico Procedimento) nell’ambito dell’affidamento di lavori di manutenzione inerenti la struttura portuale livornese, avrebbe indotto imprese compiacenti a fornirgli indebite utilità/beni. Peraltro, per contabilizzare i costi necessari ai fini del pagamento della contestata corruzione, le società avrebbero fatto ricorso a fatture per operazioni inesistenti, inserendole nelle loro rispettive contabilità. I militari del locale Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria hanno raccolto prove documentali e dichiarazioni di persone informate sui fatti, che, secondo l’accusa, hanno messo in luce le condotte illecite contestate dall’A.G. inquirente. Al termine delle perquisizioni e degli interrogatori delegati dal pm, gli indagati si sono avvalsi della facoltà di non rispondere. I finanzieri hanno proceduto al sequestro preventivo per equivalente delle somme detenute sui conti correnti dell’indagato, fino all’importo disposto dal Tribunale, quale prezzo/profitto del reato di induzione indebita. AVELLINO, EVASIONE FISCALE E DOPPIO LAVORO SANZIONATA DALLA GDF UNA PALESTRA E DENUNCIATO MEDICO. I finanzieri del Comando Provinciale irpino, a seguito di una verifica fiscale intrapresa nei confronti di un’associazione sportiva dilettantistica operante in provincia hanno scoperto che allo scopo di poter ottenere indebiti risparmi d’imposta, si è fittiziamente costituita come un Ente non lucrativo di carattere non commerciale, mentre in realtà altro non era che una società a tutti gli effetti. Nell’ambito dei controlli, inoltre, si è scoperto che, per diversi anni, ha intrattenuto un rapporto di collaborazione con un medico dipendente della Azienda Sanitaria Locale di Salerno che, all’insaputa dell’amministrazione di appartenenza e in violazione del vincolo di esclusività, nel corso del tempo ha rilasciato numerosissimi certificati di idoneità alla pratica sportiva ai clienti della A.S.D., ricevendo “in nero” una quota del relativo corrispettivo da quest’ultima incassato. Gli ulteriori approfondimenti ispettivi condotti dalle Fiamme Gialle irpine hanno portato a segnalare il medico all’Autorità Giudiziaria competente per violazione ed alla Corte dei Conti per gli aspetti relativi al danno erariale cagionato, nonchè hanno consentito di recuperare a tassazione il gettito fiscale che la A.S.D., negli anni, ha illecitamente sottratto al fisco sanzionando la palestra, infine, anche per le violazioni in materia di inconferibilità degli incarichi dei dipendenti della P.A. Tale normativa impone ai dipendenti pubblici, in generale, l’obbligo di ottenere la preventiva autorizzazione dalla propria amministrazione di appartenenza per svolgere incarichi extraprofessionali rispetto alle mansioni per cui sono stati assunti. Ciò, consente alla Pubblica Amministrazione di valutare, da un lato, l’eventuale sussistenza di motivi d’incompatibilità e, dall’altro, l’assenza di possibili cause di compromissione delle energie psicofisiche necessarie allo svolgimento dell’attività lavorativa primaria. A segnalarlo è il Comando Generale della Guardia di Finanza.
CASTRO PRETORIO, UOMO ARMATO DI FUCILE SUBACQUEO RAPINA SUPERMERCATO E VIENE FERMATO DAI CARABINIERI. I Carabinieri della Stazione Roma Macao e quelli del Nucleo Scalo Termini hanno identificato, rintracciato e sottoposto a fermo di indiziato di delitto un cittadino tunisino di 30 anni, senza fissa dimora e con precedenti, gravemente indiziato del reato di rapina aggravata consumata, la sera del 24 maggio scorso, ai danni di un supermercato in via S. Martino della Battaglia, in zona Castro Pretorio. Quella sera, a seguito di una richiesta giunta al “112” da parte del personale dipendente, i Carabinieri erano intervenuti presso l’attività commerciale e avevano appreso che, poco prima, un uomo era entrato a volto scoperto e, dopo aver lanciato uno zaino contro la cassiera, l’aveva minacciata con un fucile subacqueo, intimandole di riporre l’incasso all’interno. Appena ricevuto il denaro, l’uomo si era dileguato a piedi facendo perdere le proprie tracce. Acquisita la denuncia e la descrizione del malvivente, gli investigatori hanno iniziato ad indagare e, grazie all’attenta visione delle immagini delle telecamere di videosorveglianza sono riusciti ad identificare il fuggitivo. Le serrate ricerche nella zona, in particolare nei luoghi di aggregazione e ricovero di pregiudicati e senza fissa dimora, hanno portato, in meno di 24 ore, al rintraccio dell’indiziato in piazza dei Cinquecento che è stato bloccato e trovato ancora con gli abiti indossati durante la rapina. I Carabinieri continuano le ricerche per recuperare l’arma che, dalle immagini, sembra essere uno strumento rudimentale o artigianale a forma di fucile, non offensivo. L’uomo, dopo essere stato anche riconosciuto dal personale del supermercato, è stato portato nel carcere di Regina Coeli e il fermo è stato convalidato dal Tribunale di Roma. Ad informarlo è il Comando Provinciale CC di Roma.
METEO In Italia, per la giornata di domani, come segnalato da “3B Meteo“, poco nuvoloso, ma con addensamenti pomeridiani e locali piovaschi su Prealpi orientali. Qualche temporale in Liguria. Nubi sparse al mattino, poi, nel pomeriggio nuovi temporali sulle zone interne, in locale sconfinamento alla costa tirrenica. Variabilità al mattino, poi, nel pomeriggio nuovi temporali sulle aree interne e in Sardegna, localmente anche forti. Temperature stabili, tra i 23 e 28 gradi.
Rocco Becce
Direttore Editoriale