CRONACA – ALESSANDRIA, INGENTE SEQUESTRO DELLA GDF DI PELLET PRIVO DELLE INFORMAZIONI RICHIESTE PER LA TRACCIABILITA’ DEL PRODOTTO – La Guardia di Finanza di Tortona, durante i continui controlli eseguiti per contrastare l’importazione e la commercializzazione di prodotti contraffatti o non sicuri per la salute del consumatore, ha sequestrato 1,5 tonnellate di pellet di paglia proveniente dall’Est europeo e commercializzato in Italia da punti vendita gestiti da cittadini di nazionalità cinese. I finanziari tortonesi hanno svolto le indagini per verificare la genuinità, l’origine e la provenienza del pellet ed hanno accertato che i sacchi contenenti il pellet riportavano tutti il marchio di certificazione “ENplus” risultato poi contraffatto. Si tratta di un marchio internazionale registrato e molto diffuso a livello europeo a garanzia dell’intera filiera nel suo insieme, dalla fase di produzione del pellet fino a quella della sua consegna al cliente. Il fatto stesso che il pellet sia certificato ENplus significa avere elevati standard qualitativi, una migliore capacità calorifera ed un minor impatto ambientale in quanto inquina meno l’aria. Una volta accertato il tentativo di immettere in circolazione prodotti industriali idonei ad indurre in inganno il compratore circa l’origine, la provenienza e la qualità, inevitabile è scattata la denuncia all’Autorità Giudiziaria alessandrina con il sequestro del pellet. Inoltre, sono stati effettuati esami di laboratorio presso l’ARPA di Torino che hanno confermato che il pellet sequestrato è pericoloso per la salute perché contiene materiale ritenuto cancerogeno in quantità di gran lunga superiore del limite previsto dalle Autorità Sanitarie. L’operazione della Guardia di Finanza conferma l’impegno quotidianamente assicurato dal Corpo a contrasto della diffusione di prodotti contraffatti e non conformi agli standard di sicurezza, al fine di contribuire a garantire una protezione efficace dei consumatori e un mercato competitivo ove gli operatori economici onesti possano beneficiare di condizioni eque di concorrenza. VICENZA, CONTROLLI AI DISTRIBUTORI STRADALI DELLA GDF E AGENZIA DELLE DOGANE E DEI MONOPOLI. Nell’ottica dell’attuazione del Protocollo d’Intesa firmato lo scorso 4 maggio dal Dirigente dell’Ufficio delle Dogane e dal Comandante Provinciale della Guardia di Finanza di Vicenza, è stata svolta un’attività congiunta dai funzionari dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli (ADM) in servizio presso l’Ufficio delle Dogane di Vicenza, in collaborazione con i militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Vicenza, nell’esercizio delle proprie competenze istituzionali e nel quadro dei servizi di prevenzione e repressione delle frodi nel settore dei prodotti energetici. Sono stati effettuati alcuni accessi presso impianti di distribuzione di carburanti siti all’interno della provincia di competenza, con l’ausilio del laboratorio chimico mobile dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli (ADM), che ha permesso di effettuare una pronta analisi sulla conformità dei prodotti rispetto alle specifiche qualitative di legge. Inoltre, sono stati eseguiti 6 interventi congiunti, riscontrando su 4 impianti violazioni di carattere amministrativo per le quali sono stare elevate le relative sanzioni. FIRENZE, FRODE FISCALE E TRUFFA AI DANNI DELLO STATO, SEQUESTRO DA 3,2 MILIONI DI EURO DELLA GDF. I militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Firenze hanno eseguito un decreto di sequestro preventivo, emesso dal Giudice per le Indagini Preliminari del locale Tribunale, su richiesta della locale Procura della Repubblica, di somme di denaro e beni per un valore di circa 3,2 milioni di euro per frode fiscale all’IVA e occultamento di scritture contabili da parte di una società fiorentina operante nel settore del fashion e di 21 ditte individuali di proprietà di imprenditori di origine cinese. L’attività è scaturita da un controllo fiscale operato dai finanzieri del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Firenze nei confronti della maison volto a verificare il possesso dei requisiti per l’accesso ad un finanziamento “Covid–19” garantito dallo Stato, pari a 3 milioni di euro. Nel corso dell’attività ispettiva è emerso che la società si sarebbe avvalsa di una rete di imprese cosiddette “apri e chiudi”, caratterizzate da breve operatività e ingenti debiti non onorati con il Fisco e gli istituti previdenziali, riconducibili a cinesi. La collaborazione, secondo le prime risultanze, avrebbe consentito alla società del fashion di risparmiare sui costi di produzione e di confezionamento dei capi di abbigliamento e degli accessori di moda, in quanto esternalizzava tali fasi alle ditte cinesi le quali, non versando imposte e contributi, risultavano molto più competitive sul mercato di riferimento. In presenza di indizi di reità, è, quindi, stata notiziata la Procura della Repubblica di Firenze e, su delega della stessa, i finanzieri hanno eseguito specifica attività di polizia giudiziaria che ha consentito di ipotizzare, come, poi, confermato dal Giudice delle Indagini Preliminari nell’odierno provvedimento, che la società fiorentina fosse consapevole dell’operatività in frode delle ditte fornitrici. Ciò in quanto in alcuni casi avrebbe utilizzato fatture ritenute soggettivamente inesistenti poichè provenienti da ditte diverse dal reale fornitore. In altri casi, la stessa società di moda avrebbe predisposto ed emesso le fatture al posto delle ditte fornitrici, risultate prive di una vera e propria struttura organizzativa, con le quali aveva stipulato generici contratti di sub fornitura che, secondo l’ipotesi sinora emersa, sarebbero stati utili a schermare il sottostante reale rapporto di dipendenza lavorativa delle maestranze cinesi. All’esito delle indagini sono stati denunciati gli amministratori, i membri del consiglio di amministrazione e il responsabile della produzione della casa di moda per i reati di utilizzo ed emissione di fatture false. GROSSETO, OPERAZIONE “SPIAGGE SICURE” DELLA GDF, SEQUESTRATI OLTRE 85MILA PRODOTTI IRREGOLARI DESTINATI AD ESSERE RIVENDUTI NELLE SPIAGGE DEL GOLFO. L’approssimarsi del periodo estivo, come ogni anno, richiama sul territorio del Golfo di Follonica un ingentissimo flusso turistico che, per via del grande indotto che ne deriva, attira inevitabilmente anche i rivenditori ambulanti di merce irregolare e contraffatta, che si riversano sulle spiagge in cerca vacanzieri. Il Comando Provinciale di Grosseto, per tutelare le imprese sane ed i consumatori, ha quindi intensificato l’attività di controllo economico del territorio provinciale. A seguito di una mirata attività di monitoraggio e di ulteriori riscontri sul territorio, i Finanzieri della Compagnia di Follonica hanno individuato, nei pressi del lungomare cittadino, una persona divenuta punto di riferimento per numerosi venditori giunti, già agli inizi del mese, nella cittadina del golfo. I militari, quindi, appurato che si trattasse di un punto di approvvigionamento per i rivenditori ambulanti, accedevano presso il negozio, gestito da un cittadino di nazionalità bengalese, constatando che deteneva, pronti per la vendita, numerosi prodotti e accessori di ogni genere privi dei requisiti e delle indicazioni di sicurezza per il consumatore previsti dalle normative nazionali e comunitarie in materia. Tali informazioni, obbligatorie ai fini della regolare commercializzazione sul territorio nazionale, garantiscono al consumatore finale la conoscenza necessaria in merito a ciò che sta acquistando tutelandone sicurezza per la salute nell’utilizzo del prodotto. Al tal fine le Fiamme Gialle di Follonica hanno sottoposto a sequestro amministrativo oltre 85 mila prodotti, tra cui teli mare, foulard, accessori di bigiotteria, borse e portafogli, per un valore al minuto di circa 120mila euro e hanno segnalato in via amministrativa il titolare dell’esercizio alla competente Camera di Commercio, per le conseguenti valutazioni sulle sanzioni da irrogare. NUORO, OPERAZIONE “BLACK CASH” DELLA GDF, RIPORTATI A TASSAZIONE IN ITALIA 5 MILIONI DI EURO NASCOSTI IN PARADISO FISCALE. I militari del Gruppo Nuoro hanno eseguito una verifica fiscale nei confronti di un imprenditore della Baronia che aveva nascosto, dal 2013 al 2021, in Lichtenstein, Paese incluso nella c.d. Black List, ingenti somme di denaro poi reinvestite in attività finanziarie. L’indagine si è conclusa con la constatazione di una base imponibile sconosciuta al Fisco di oltre 5 milioni di euro. L’attività è stata avviata a seguito dell’approfondimento di una segnalazione di operazioni sospette ai fini antiriciclaggio conseguente ad un bonifico di oltre 2 milioni di euro che l’imprenditore, in un’unica soluzione, ha effettuato dal Paese estero verso il proprio conto corrente italiano. L’elevato tenore di vita dell’imprenditore in questione, riscontrato nel corso delle preliminari attività investigative risultato incongruo con redditi dichiarati ed il mancato assolvimento degli obblighi di monitoraggio fiscale per le attività finanziarie detenute all’estero, hanno fatto scattare immediatamente i controlli. L’analisi della documentazione rinvenuta nel corso dell’apertura del controllo ha consentito di ricostruire versamenti di contanti sul conto corrente del Principato per oltre 1.700.000 euro. Le somme sono state successivamente impiegate in operazioni di investimento e di compravendita di valute straniere, le quali, negli anni, hanno prodotto ingenti plusvalenze, totalmente sconosciute al Fisco. Si è, così, riportata a tassazione in Italia una base imponibile di oltre 5 milioni di euro, anche in considerazione del fatto che, trattandosi di attività finanziarie detenute in un Paese a fiscalità privilegiata, opera il raddoppio dei termini di accertamento. Inoltre, all’imprenditore sono state constatate sanzioni per il mancato assolvimento agli obblighi del monitoraggio fiscale per un minimo di 698mila euro ad un massimo di 3.485mila euro. ROMA, SEQUESTRATO DALLA GDF APPARTAMENTO DI LUSSO AI PARIOLI DESTINATO A CASA DI APPUNTAMENTO. Un appartamento di pregio utilizzato da un’organizzazione per l’attività di prostituzione è stato sequestrato dagli agenti della Questura di Roma e dai finanzieri del Comando Provinciale di Roma, in esecuzione di un decreto emesso dal G.I.P. del Tribunale capitolino, su richiesta della locale Procura della Repubblica. Il continuo via vai di uomini in tutte le ore della giornata non era sfuggito all’occhio dei poliziotti della Squadra di Polizia Giudiziaria del Commissariato di Pubblica Sicurezza “Villa Glori” e delle Fiamme Gialle del 3° Nucleo Operativo Metropolitano di Roma, che hanno approfondito la situazione con una discreta attività di osservazione culminata nell’individuazione di un sodalizio composto da tre persone che avevano messo in piedi, sotto le mentite spoglie di un centro messaggi, un giro di squillo, pubblicizzato attraverso inserzioni su siti specializzati, sui quali erano addirittura riportate le recensioni e i feedback dei clienti, oltre a fotografie inequivocabili. Le indagini, supportate dalle dichiarazioni di alcuni clienti, avevano portato alla denuncia di tre persone, due di nazionalità cinese e un italiano, per l’ipotesi di reato di sfruttamento della prostituzione. Gli elementi raccolti hanno consentito alla Procura della Repubblica di ottenere dal G.I.P. l’emissione del decreto di sequestro preventivo dell’immobile destinato all’esercizio dell’attività illecita. A segnalarlo è il Comando Generale della Guardia di Finanza.
ROMA, BLITZ ANTIDROGA DEI CARABINIERI NEL CENTRO STORICO E NELLE PERIFERIE. 11 PERSONE ARRESTATE, SEQUESTRATI 4,4 KG DI SOSTANZE STUPEFACENTI E 1.650 EURO IN CONTANTI. I Carabinieri del Comando Provinciale di Roma hanno eseguito una serie di blitz antidroga nella Capitale, dal centro storico alle periferie, che hanno portato all’arresto, d’intesa con la Procura della Repubblica di Roma, di 11 persone e al sequestro di 4,4 kg di sostanze stupefacenti e di 1.650 euro in contanti, ritenuti provento delle attività illecite. Gli arresti, con gli indagati che, nella maggior parte dei casi, sono stati sorpresi a cedere dosi di droga ad acquirenti, sono stati eseguiti nelle zone maggiormente frequentate da giovani e turisti, Trastevere e San Lorenzo, presso i principali nodi di scambio, Termini e Tiburtina, e nelle periferie, Quarticciolo, Tor Vergata e Sant’Alessandro. In zona Termini, i Carabinieri della Stazione Roma Piazza Dante hanno arrestato due cittadini stranieri, senza fissa dimora e con precedenti, un 32enne del Gambia che, in via Amendola, ha avvicinato i militari, in servizio in abiti civili, e ha offerto loro alcune dosi di marijuana, e un 27enne del Camerun che, dopo essere stato notato aggirarsi in modo sospetto tra i passanti, è stato avvicinato per un controllo ma, alla vista dei militari, si è dato alla fuga. Una volta raggiunto, ha, però, opposto resistenza spintonando e colpendo i militari ma è stato bloccato e trovato in possesso di 5 dosi di hashish e denaro contante. Nella notte, invece, in via Nomentana, altezza Sant’Alessandro, i Carabinieri della Stazione Roma La Storta hanno notato due persone a bordo di un’auto ferma ai margini della carreggiata e sono intervenuti per un controllo. Hanno identificato due giovani, un 23enne con precedenti e un 26enne, che sono parsi subito molto agitati, cosa che li ha portati ad approfondire gli accertamenti e ad eseguire una perquisizione. I Carabinieri, infatti, hanno rinvenuto 70 grammi di hashish occultati in un vano dell’autovettura e hanno arrestato i due. Successivamente, i Carabinieri hanno deciso di eseguire una perquisizione anche a casa degli arrestati, rinvenendo a casa del 23enne ulteriori 3,7 kg di hashish, 252 grammi di resina di hashish, materiale per il confezionamento e 600 euro in contanti. I Carabinieri della Stazione Roma Tor Tre Teste, infine, hanno arrestato un 46enne del Marocco, senza fissa dimora e già noto alle forze dell’ordine, che, fermato per un controllo in zona Quarticciolo, ha opposto resistenza colpendoli con calci e pugni nel tentativo di divincolarsi e darsi alla fuga. L’uomo ha anche tentato di disfarsi di un involucro, poi recuperato dai militari, che conteneva 9 dosi di crack. Nelle tasche dell’arrestato sono stati rinvenuti anche 650 euro in banconote di piccolo taglio, ritenuto provento dello spaccio. L’ispezione dell’area, inoltre, ha permesso ai Carabinieri di rinvenire e sequestrare una borsa in stoffa contenente ulteriori 468 dosi di crack dal peso complessivo di 204 grammi e 195 dosi di cocaina dal peso complessivo di 69 grammi. Tutti gli arresti sono stati convalidati. ROMA, I CARABINIERI ARRESTANO DUE PERSONE PER MALTRATTAMENTI NEI CONFRONTI DEI GENITORI. Nelle ultime 24 ore, i Carabinieri del Comando Provinciale di Roma, d’intesa con la Procura della Repubblica di Roma, hanno arrestato due romani, un 32enne e un 18enne, gravemente indiziati del reato di maltrattamenti in famiglia. Ieri pomeriggio, i Carabinieri della Stazione Roma Casalotti sono intervenuti presso un’abitazione in via di Boccea dove erano state segnalate, da alcuni abitanti del posto, urla di aiuto di un uomo e di una donna. Sul posto, i militari hanno sentito marito e moglie, i quali hanno denunciato che, poco prima, il loro figlio 18enne, per futili motivi, li aveva minacciati con una pistola scacciacani e aveva percosso il padre. Il giovane è stato fermato e trovato in possesso della pistola, una scacciacani modello Glock Gap calibro 8, che è stata sequestrata. L’arrestato è stato tradotto presso il carcere di Regina Coeli. In serata, invece, i Carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia di Roma Casilina sono intervenuti in un’abitazione in via Casilina, zona Torpignattara, su richiesta di una mamma romana, invalida, che ha denunciato di essere stata minacciata dal figlio, 32enne, che pretendeva denaro, necessario all’acquisto di stupefacente. All’arrivo dei Carabinieri, l’uomo ha anche opposto resistenza cercando di aggredirli con calci e pugni e continuando a minacciare la madre. Dagli accertamenti dei militari sono emerse pregresse denunce della vittima per episodi dello stesso tipo e per questo il figlio è stato arrestato e portato nel carcere di Regina Coeli, come disposto dall’Autorità Giudiziaria. Entrambi gli arresti sono stati convalidati dal Tribunale di Roma e, per il 18enne è stato disposto il divieto di avvicinamento con applicazione del braccialetto elettronico invece, mentre per il 32enne si è in attesa della convalida dell’arresto. Ad informarlo è il Comando Provinciale CC di Roma.
METEO In Italia, per domani, molte nubi al Nord Ovest con rovesci e temporali, più diffusi tra mattina e pomeriggio. Altrove nuvoloso con fenomeni diurni sui rilievi. Peggioramento sulla Toscana con forti temporali tra pomeriggio e sera, altrove instabilità diurna diffusa con fenomeni anche forti. Pochi annuvolamenti al mattino, poi, un pomeriggio con forti temporali sui rilievi appenninici. Le temperature, come segnalato da “3B Meteo“, saranno stazionarie, tra i 23 e 28 gradi.
Rocco Becce
Direttore Editoriale