CRONACA – COMO, OCCUPAZIONE DEMANIALE ABUSIVA SUL LAGO MAGGIORE. SCOPERTI DALLA GDF OLTRE 60.000 € DI CANONI DEMANIALI EVASI E CIRCA 280.000 € DI IMU NON VERSATA – Nei primi giorni dell’anno 2024, i militari della Guardia di Finanza di Cannobio (VB), svolgendo attività di Polizia Economico-Finanziaria in ambito demaniale, hanno sottoposto a controllo una struttura portuale e un’attività turistico ricettiva, entrambe situate lungo le sponde del lago Maggiore ed estese, rispettivamente, per oltre 7.000 mq e 160.000 mq. Nel dettaglio, con riferimento alla struttura portuale, i finanzieri della Sezione Operativa Navale Lago Maggiore di Cannobio, a seguito di preliminari sopralluoghi sulle aree demaniali oggetto di controllo e dopo specifici approfondimenti investigativi, hanno rilevato una differenza tra il canone corrisposto e quanto effettivamente dovuto. Erano state infatti utilizzate aliquote errate per il calcolo del canone da versare, che risultava, quindi, considerevolmente inferiore a quello reale. Nei confronti della struttura turistico-ricettiva è stato, invece, constatato il mancato accatastamento di 204 “casette” che, seppur catalogate come case abitative mobili, sono risultate installate in maniera stabile al terreno, nonchè collegate alle reti idriche, elettriche e fognarie, superando il periodo temporale oltre il quale è obbligatorio procedere alla regolarizzazione mediante l’accatastamento. L’esito dell’attività ispettiva condotta dalle Fiamme Gialle del comparto navale ha, pertanto, portato alla luce canoni evasi, quantificabili in oltre 60.000 euro e tributi locali (IMU) non versati per un totale di circa 280.000 euro, negli ultimi 5 anni. Tali somme, se incamerate, avrebbero permesso all’Ente destinatario di offrire servizi migliori alla collettività. L’operazione, svolta mediante l’utilizzo dei poteri attribuiti alla Guardia di Finanza per la prevenzione, ricerca e repressione delle violazioni in materia di Demanio e patrimonio dello Stato, testimonia la trasversalità dell’azione dei Reparti Navali lombardi del Corpo sul demanio lacuale. MONZA, ARRESTATE DALLA GDF DUE PERSONE PER TRUFFA AGGRAVATA FINALIZZATA ALL’INDEBITA PERCEZIONE DI SUSSIDI DI INVALIDITÀ E AUTORICICLAGGIO, CON IL SEQUESTRO PREVENTIVO DI CIRCA 66 MILA EURO DI PROFITTI ILLECITI. Militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Monza hanno dato esecuzione, su delega della Procura della Repubblica di Monza, ad un ordinanza di applicazione della custodia cautelare in carcere nei confronti di un finto cieco e degli arresti domiciliari a carico di un falso invalido, disposte dal G.I.P. presso il Tribunale del capoluogo nei confronti dei due persone, gravemente indiziate, a vario titolo, di truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche, falso ideologico per induzione, indebita percezione del “Reddito di Cittadinanza” e autoriciclaggio. Contestualmente i finanzieri hanno eseguito nei loro confronti 2 provvedimenti di sequestro preventivo, emessi dalla medesima Autorità Giudiziaria, finalizzati alla confisca di circa 66 mila euro, pari ai profitti illeciti dei reati ascritti. L’attività di indagine, sviluppata dai finanzieri della Compagnia di Seveso, si è concentrata inizialmente, anche grazie alla collaborazione con l’Istituto Nazionale della Previdenza Sociale, su un cittadino pakistano residente a Misinto, percettore di pensione speciale e indennità di accompagnamento per cecità assoluta. Le successive investigazioni effettuate dalle Fiamme Gialle sotto l’egida della Procura della Repubblica di Monza, hanno consentito di disvelare come il falso cieco conducesse in realtà una vita da persona normodotata e senza necessità di ausilio, in grado di guidare con disinvoltura un’autovettura di grossa cilindrata di sua proprietà. L’uomo, oltre ad aver indebitamente percepito, sussidi di invalidità per circa 25.000 euro, in parte reimpiegati sul conto corrente di una società al medesimo intestata, è risultato percettore, sulla base di documentazione ideologicamente falsa, per circa 2.700 euro. Nel corso delle indagini delegate è stata approfondita anche l’asserita menomazione fisica di un secondo soggetto pakistano residente a Cesano Maderno, percettore di sussidi di invalidità erogati dall’I.N.P.S. per oltre 41.000 euro dal 2021 al 2023. Anche in questo caso, le indagini hanno permesso di appurare come il falso invalido, dichiarato inabile. LONATO, RISTORANTE “TRAVESTITO” DA ASSOCIAZIONE SPORTIVA. LA GUARDIA DI FINANZA ED ISPETTORATO TERRITORIALE DEL LAVORO DI BRESCIA INDIVIDUANO 7 LAVORATORI IN NERO. A Lonato del Garda (BS), nello scorso fine settimana, nell’ambito di un controllo congiunto eseguito dai militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza e dai funzionari dell’Ispettorato Territoriale del Lavoro di Brescia, è stata individuata un’associazione sportiva dilettantistica che operava come un vero e proprio ristorante. Accertata la presenza di 7 lavoratori “in nero”, è stata disposta l’immediata sospensione dell’attività imprenditoriale. Il controllo, avviato a seguito di apposita analisi di rischio ed in sinergia tra i militari delle Fiamme Gialle e gli Ispettori del Lavoro, anche alla luce di un protocollo stipulato a livello centrale, ha portato ad inquadrare come attività d’impresa quella che apparentemente era un’associazione sportiva dilettantistica recentemente costituita per la promozione della danza e del ballo. Le sette persone identificate a svolgere attività lavorativa quali cuochi, barman e camerieri, figuravano sulla carta come soci volontari. Gli accertamenti svolti sul posto, invece, hanno dimostrato che gli stessi altro non erano che lavoratori “in nero”. Infatti, è stata acclarata l’assenza di tutti gli elementi caratteristici dell’associazione sportiva, in quanto l’A.S.D. sottoposta a controllo aveva quale unico scopo quello di gestire un vero e proprio ristorante. Di conseguenza, è scattato il provvedimento di immediata sospensione dell’attività imprenditoriale con contestuale applicazione di una sanzione amministrativa pari a 5.000 €, nonchè l’obbligo per il datore di lavoro di assumere i lavoratori che fino a quel momento erano privi di qualsiasi tutela. L’attività di controllo fiscale, tutt’ora in corso, sarà finalizzata a ricostruire il volume di affari dell’associazione. Dai primi riscontri risulta che il ristorante gestito dalla A.S.D., attivo da circa 2 mesi, riusciva ad ospitare fino a 100 clienti a serata, con incassi superiori anche a 3.000 €. La preziosa collaborazione tra la Guardia di Finanza e l’Ispettorato Nazionale del Lavoro, a salvaguardia dei lavoratori, ha consentito di impedire l’abusivo sfruttamento del regime fiscale delle associazioni sportive. TREVISO, INDIVIDUATO NEL TREVIGIANO UN ODONTOIATRA CON UN SOFISTICATO SOFTWARE PER REGISTRARE I COMPENSI INCASSATI “IN NERO”. Le Fiamme Gialle del Comando Provinciale di Treviso, nell’ambito del contrasto ai fenomeni di evasione ed elusione fiscale da parte dei lavoratori autonomi, hanno recentemente concluso una verifica fiscale nei confronti di un odontoiatra, con studio medico in provincia di Treviso, constatando che il professionista, per gli anni d’imposta dal 2017 al 2022, non ha dichiarato compensi per 408.000 euro, contabilizzando anche costi indeducibili per 285.000 euro, per una complessiva maggiore base imponibile sottratta a tassazione pari a quasi 700 mila euro. Singolare è stato il metodo utilizzato dall’odontoiatra per occultare gli incassi non fatturati, di cui erano a conoscenza anche i collaboratori di studio. Il medico, infatti, dopo aver acquistato da una società lombarda un particolare software per gestire gli appuntamenti dei clienti, le cartelle cliniche e le fatturazioni, ha utilizzato il programma per tenere una doppia contabilità, la prima coincidente con le scritture contabili esibite ai verificatori il giorno dell’avvio dell’attività di controllo, la seconda, tenuta nascosta, per registrare i compensi incassati e non fatturati. A tale contabilità occulta si poteva accedere solo attraverso una determinata funzione presente nel software, nota al professionista e ai suoi dipendenti, la quale, richiamando un vero e proprio archivio parallelo, consentiva di visionare anche le prestazioni eseguite, incassate e per le quali non era stata emessa alcuna ricevuta fiscale. Sono stati i finanzieri del Gruppo Treviso, coadiuvati dal personale specialistico, abilitato alle ricerche informatiche con tecniche forensi, a scoprire il particolare programma di contabilità e la base dati che non era stata esibita ai finanzieri. È stato, così, ricostruito il reale volume d’affari del professionista, tenendo anche conto di una serie di costi non inerenti, portati indebitamente in deduzione dalla base imponibile per contenere ulteriormente l’ammontare delle imposte da pagare. Le imposte sottratte a tassazione, tra I.R.PE.F. e I.R.A.P., sono state determinate in 330 mila euro. L’attività di servizio della Guardia di Finanza di Treviso è stata finalizzata a contrastare una particolare forma di evasione fiscale, realizzata con strumenti informatici insidiosi, a tutela dei lavoratori autonomi. TERNI, INTENSIFICATI, DURANTE IL “CARNEVALE“, I CONTROLLI PER IL CONTRASTO ALL’ABUSIVISMO COMMERCIALE, TUTELA DEL “MADE IN ITALY” E LA SICUREZZA PRODOTTI. SEQUESTRATI OLTRE 10.000 PRODOTTI NON SICURI. DENUNCIATA A PIEDE LIBERO UNA PERSONA TROVATA IN POSSESSO DI CAPI DI ABBIGLIAMENTO CONTRAFFATTI. Il Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Terni, diretto dal Colonnello Mauro Marzo, ha disposto, in occasione degli imminenti festeggiamenti del carnevale e in vista delle iniziative programmate nell’ambito degli eventi “Valentiniani 2024”, l’intensificazione dei controlli a prevenzione e contrasto di ogni forma di abusivismo, della contraffazione e del commercio di prodotti potenzialmente pericolosi per la salute dei consumatori. Nell’ambito di tali attività, i militari del Gruppo di Terni e della Tenenza di Orvieto hanno individuato, posti in vendita all’interno di alcuni esercizi commerciali di Terni ed Orvieto, 10.316 prodotti non sicuri, quali maschere e accessori per il Carnevale, oggettistica varia e giocattoli, privi dei necessari requisiti di conformità e sicurezza, oltre che delle indicazioni di provenienza degli stessi, in violazione del “Codice del Consumo” e della speciale normativa sui giocattoli. I prodotti, sono stati sottoposti a sequestro amministrativo in quanto privi delle istruzioni e avvertenze per l’uso, delle informazioni minime per il consumatore finale relative alla sicurezza, alla qualità, alla composizione e all’origine dei prodotti, ritenuti indispensabili per un corretto utilizzo in piena sicurezza. Ai titolari degli esercizi commerciali, responsabili delle suddette violazioni amministrative, sono state irrogate sanzioni amministrative per un importo che va da un minimo di € 1.500,00 ad un massimo € 35.823,00. Inoltre, nell’ambito dei controlli su strada, i militari del Gruppo di Terni hanno intercettato ad Amelia (TR) un cittadino di origini senegalesi che trasportava all’interno della sua auto dei sacchi contenenti 70 capi di abbigliamento e calzature riproducenti marchi contraffatti di famose griffe. È scattata quindi la segnalazione del soggetto alla locale A.G. e la merce rinvenuta è stata posta sotto sequestro. Si rappresenta che quest’ultimo è, allo stato, persona sottoposta alle indagini preliminari e quindi presunta innocente fino a sentenza definitiva. PESCARA, PIANO D’AZIONE “DRUG MARKET”. ARRESTATO GIOVANE SPACCIATORE, CONDANNATO PER DIRETTISSIMA. Arrestato nel weekend un giovane spacciatore dai militari del Comando Provinciale di Pescara. Sequestrati anche centinaia di gr. di hashish del valore di diverse migliaia di euro. Nell’ambito del piano d’azione “Drug Market”, i “Baschi Verdi” e le unità cinofile del Gruppo di Pescara, durante il quotidiano pattugliamento del territorio, hanno fermato e controllato a Pescara, nei pressi della via Tiburtina, un’auto con a bordo due persone che hanno mostrato subito segni di agitazione e che erano già noti alle forze di polizia per precedenti specifici. I militari, ispezionando il veicolo e gli occupanti, hanno scoperto, anche grazie al fiuto di ”Esco”, centinaia di grammi di hashish occultati dal pusher nella tasca dei pantaloni. Scattata anche la perquisizione nell’abitazione dello spacciatore, dove è stata rinvenuta altra droga. Il pusher, su disposizione dell’Autorità Giudiziaria locale, è stato posto agli arresti domiciliari per il reato di traffico di sostanze stupefacenti e l’indomani è stato condannato, per direttissima, a 8 mesi di reclusione. Le indagini proseguono al fine di ricostruire e disarticolare la filiera criminale di approvvigionamento e smercio della droga, a tutela della sicurezza economico-finanziaria del territorio. AVELLINO, SCOPERTO DALLA GDF UNO STUDIO DENTISTICO ABUSIVO. Nell’ambito della quotidiana attività di prevenzione generale e di controllo del territorio coordinata dal Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Avellino, tesa a contrastare fenomeni di evasione fiscale e abusivismo, è stato scoperto un soggetto che esercitava illecitamente la professione di dentista. In particolare, nei giorni scorsi, le Fiamme Gialle del Gruppo di Avellino, dirette dal Magg. Silverio Papis, a seguito di attività info-investigativa, hanno individuato e sottoposto a sequestro uno studio dentistico ubicato in Contrada (AV), gestito da un odontotecnico che esercitava la professione medica odontoiatrica senza mai aver conseguito la relativa laurea magistrale, nè la specializzazione ed iscrizione all’Ordine dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri. Nel corso dell’intervento, i militari hanno constatato la presenza di un riunito dentistico, di attrezzatura e strumentazioni specifica per la professione odontoiatrica, di altri materiali ad uso dentistico, farmaci, nonchè documentazione varia. Tutto il materiale presente presso lo studio è stato sottoposto a sequestro probatorio, unitamente alla documentazione rinvenuta, che risulterà utile anche alla ricostruzione del volume d’affari dello studio abusivo, per il recupero a tassazione degli introiti illecitamente accumulati e sottratti all’imposizione fiscale. Si tratta di un 58enne, residente a Mercato San Severino (SA), denunciato all’A.G. di Avellino per il reato di esercizio abusivo della professione. A segnalarlo è il Comando Generale della Guardia di Finanza.
UOMO AGGREDITO A MORTE DA 3 ROTTWEILER NEL PARCO DI MANZIANA. Nella prima mattinata dell’11 febbraio scorso, a seguito di segnalazione pervenuta al “112“, i militari della Stazione Carabinieri di Manziana, unitamente al personale della Stazione Carabinieri Forestale, sono intervenuti nell’area boschiva denominata “Bosco Macchia Grande”, a causa dell’aggressione di alcuni cani di grossa taglia nei confronti di un uomo. I militari, giunti sul posto, hanno rinvenuto il corpo senza vita della vittima e tre rottweiler liberi e particolarmente aggressivi. A seguito di un immediato approfondimento della dinamica degli eventi, grazie anche all’escussione di alcuni testimoni, emergeva che l’uomo, successivamente identificato P.P., di 39 anni, mentre si trovava nel parco, percorrendo i sentieri della zona boschiva, era stato aggredito a morte dai 3 cani molossoidi, fuggiti da un’abitazione poco distante. È stato immediatamente dispiegato personale della Compagnia Carabinieri di Bracciano, Guardia Parco, personale veterinario, Polizia Locale e della Protezione Civile, così, da cinturare l’area, consentire le delicate operazioni di rintraccio, cattura e messa in sicurezza degli animali e scongiurare eventuali ulteriori aggressioni. L’area verde, infatti, risulta molto frequentata per escursioni e attività sportiva. Gli animali sono stati successivamente sottoposti a sequestro sanitario e si trovano in un ospedale veterinario della zona. Nel corso delle attività sono stati identificati i proprietari e eseguiti i primi accertamenti necessari alla ricostruzione del tragico evento. In questo momento sono in corso tutti gli approfondimenti del caso al fine di poter accertare eventuali responsabilità penali in capo ai possessori degli animali. ROMA, ESEGUITO DAI CARABINIERI UN DECRETO DI SEQUESTRO ANTICIPATO DEI BENI RICONDUCIBILI A UN IMPRENDITORE, PROPOSTO ALLA MISURA DI PREVENZIONE PATRIMONIALE. Nell’ambito di un procedimento finalizzato all’applicazione di misure di prevenzione personali e patrimoniali nei confronti di un imprenditore romano, i Carabinieri del Comando Provinciale di Roma stanno dando esecuzione, nei comuni di Roma, Pomezia, Castel Gandolfo, Albano Laziale, Ariccia, Anzio, Olbia, ad un decreto di sequestro, finalizzato alla confisca, emesso dal Tribunale di Roma, sezione misure di Prevenzione, a seguito di richiesta della Procura della Repubblica – Direzione Distrettuale Antimafia. Il provvedimento scaturisce dagli accertamenti delegati dalla Procura della Repubblica ai Carabinieri della Sezione Misure di Prevenzione del Nucleo Investigativo di Roma. Le indagini hanno consentito di ricostruire il profilo e la carriera criminale del predetto, nonchè di individuare il suo ingente patrimonio, da ritenersi frutto di attività illecite. È stato ricostruito l’intero percorso criminale del proposto, dedito alla commissione di reati sin dal 1996, connessi e non alla sua attività imprenditoriale. L’imprenditore, nel corso degli anni, è stato coinvolto in fatti di usura, ricettazione, truffa, falsità in scrittura privata, sostituzione di persona, falsità in testamento olografo, bancarotta semplice, dichiarazione fraudolenta mediante uso di fatture per operazioni inesistenti, dichiarazione infedele, omessa dichiarazione, realizzazione di discariche non autorizzate, violazione dei sigilli, violazioni della legge sugli stupefacenti, favoreggiamento di latitanti. Da sottolineare, tra l’altro, come indagini condotte dalla Procura della Repubblica di Napoli abbiano disvelato che l’uomo avesse supportato 3 esponenti del clan di camorra “Polverino”, dando ospitalità a Pomezia a due di essi, già latitanti da lunga data, così consentendo loro di sfuggire temporaneamente a provvedimenti cautelari emessi nei loro confronti dalla Autorità Giudiziaria partenopea. Inoltre, nel 2012, l’imprenditore aveva fornito al predetto clan di Marano di Napoli appoggio logistico per lo stoccaggio di 1.500 kg di hashish e, successivamente, aveva dato ospitalità a 3 esponenti apicali della compagine camorristica. L’insieme dei dati emergenti dai numerosi procedimenti penali, conclusi con sentenze di condanna o definiti per prescrizione, ha consentito di ben definire l’elevata pericolosità sociale del predetto e di mettere in relazione diretta i proventi delle lucrose attività illecite poste in essere sin dal 1996 con la progressiva acquisizione di un ingente patrimonio, risultato del tutto sproporzionato con i redditi derivanti da attività lavorativa. Le indagini bancarie e sulle compagini societarie hanno riguardato il proposto e suoi familiari ed hanno fatto ipotizzare il ricorso a numerosi prestanome, nonchè a complessi passaggi societari, impiegati per schermare le disponibilità immobiliari a lui riconducibili. Tali condotte, miranti ad eludere le investigazioni e le pretese dei creditori, hanno corroborato il quadro di pericolosità sociale emergente dai procedimenti penali. L’ammontare cospicuo di beni, del tutto sproporzionato rispetto ai redditi dichiarati dall’intero nucleo famigliare e da ritenere di provenienza illecita, nonché la dimostrata pericolosità sociale hanno consentito alla Procura della Repubblica – DDA di ritenere presenti i presupposti per richiedere il sequestro anticipato dei beni al Tribunale di Roma – Sezione “Misure di Prevenzione”. Il Tribunale, nell’accogliere le richieste della Procura, ha così disposto il sequestro anticipato, finalizzato alla confisca, di 4 ville, 1 complesso industriale, 144 unità immobiliari, vari terreni, nei comuni di Pomezia, Castel Gandolfo, Albano Laziale, Anzio e Olbia, 11 società e 22 veicoli, molti dei quali di grossa cilindrata, tra cui una Ferrari. Tutti i rapporti finanziari, effetti cambiari, monili, beni mobili, opere d’arte, orologi e contanti, sono attualmente in corso di inventario e quantificazione. Il patrimonio accumulato dall’indagato e dai suoi familiari è stimato in circa 20 milioni di euro. Ad informarlo è il Comando Provinciale CC di Roma.
METEO In Italia, come segnalato da “3B Meteo“, per la giornata di domani qualche goccia di pioggia al mattino su basso Friuli, basso Veneto ed Emilia Romagna in esaurimento. Più sole altrove. Tempo incerto con schiarite a annuvolamenti associati a brevi rovesci di pioggia, specie sull’Adriatico. Neve in Appennino dai 1.500 m. Tempo a tratti instabile con rovesci e qualche temporale, più asciutto su Isole maggiori e in Campania. Le temperature saranno in calo, tra gli 8 e 16 gradi.
Rocco Becce
Direttore Editoriale