CRONACA – ASTI, ESEGUITO DALLA GDF DECRETO DI SEQUESTRO DI TRE AEREI PER CONTRABBANDO – I finanzieri del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Asti, sotto il coordinamento della locale Procura della Repubblica, hanno eseguito un decreto di sequestro preventivo di tre aeromobili del valore stimato complessivo di € 462.165, attraverso la notifica agli indagati del provvedimento emesso dal GIP del Tribunale di Asti, per violazione. Le indagini condotte dal Nucleo di Polizia Economico – Finanziaria di Asti nell’anno 2023 hanno consentito di individuare sul territorio nazionale la presenza di 4 velivoli ad ala fissa, immatricolati formalmente negli Stati Uniti ed intestati a trust esteri, ma risultati presenti stabilmente sul territorio nazionale da oltre sei mesi nella disponibilità di 4 cittadini italiani residenti, indagati perciò per contrabbando da evasione dei diritti di confine per importi superiori ad euro 10.000 ciascuno e mancato pagamento di IVA all’importazione per complessivi € 119.295, uno di questi velivoli tuttavia non risulta più presente in Italia. L’operazione di oggi, costituisce un prosieguo della più vasta indagine che nel biennio 2021-2022 aveva portato al sequestro di altri 17 aeromobili per un valore complessivo di oltre 10 milioni di euro. Dall’indagine svolta dalle Fiamme Gialle è scaturita un’articolata vicenda giudiziaria, sviluppatasi tramite una richiesta di sequestro preventivo avanzata dal pm nel 2021, accolta dal GIP e annullata dal Tribunale del riesame. A seguito però di ricorso del pm, il provvedimento impugnato veniva annullato con rinvio da parte della Corte di Cassazione, con sentenza n. 4979/2022. La Suprema Corte ha ricostruito la vicenda negli esatti termini tracciati dall’organo requirente ed a seguire il Tribunale del Riesame, nuovamente investito degli atti, ha, recependo quanto disposto dalla Corte di Cassazione, decretato il sequestro preventivo. MILANO, PER RICICLAGGIO LA GDF SEQUESTRA 6 MILIONI DI EURO PROVENTI DEL NARCOTRAFFICO. FERMATE 3 PERSONE. La Guardia di Finanza di Milano, su delega della locale Procura della Repubblica – Direzione Distrettuale Antimafia, ha in corso un’operazione a contrasto del riciclaggio connesso al traffico internazionale di sostanze stupefacenti. I finanzieri del Nucleo di Polizia Economico–Finanziaria di Milano, con il supporto del Servizio Centrale Investigazioni Criminalità Organizzata e l’ausilio di unità cinofile che hanno dato esecuzione a 3 fermi di indiziato di delitto, conducendo perquisizioni in diverse abitazioni e aziende tra Milano, Novara e Vicenza, e sottoponendo a sequestro disponibilità finanziarie e denaro contante per oltre 6 milioni di euro. La complessa attività investigativa, supportata anche dalla Rete @ON finanziata dalla Commissione UE, ha permesso di individuare un gruppo familiare, con base a Cusago (MI), formalmente impegnato nella conduzione di un mobilificio ma, di fatto, dedito al riciclaggio, tramite sistema “hawala”, di ingenti somme di denaro provento principalmente del traffico internazionale di sostanze stupefacenti a Milano e nel Nord Italia. Il denaro, contato e confezionato nei sacchetti della spesa presso la base operativa del sodalizio criminale individuato dalle Fiamme Gialle in un appartamento milanese, oggetto di perquisizione, era successivamente trasferito presso una società di Vicenza attiva nel locale distretto orafo. Gli hawaladars, riservandosi un margine di profitto dal 2% al 5% delle somme oggetto di riciclaggio, si sono dimostrati estremamente versatili nelle operazioni di prelievo e consegna del denaro contante, essendo inseriti in un più strutturato e ramificato network di corrieri utilizzato per diverse finalità illecite. Le convergenze investigative con altre parallele indagini in corso hanno indotto l’A.G. a ritenere già sufficientemente delineato il quadro accusatorio in ordine a condotte di riciclaggio, tanto da emettere un decreto di fermo di indiziato di delitto ed il contestuale sequestro preventivo d’urgenza. CAVA, CONTRASTO AL LAVORO NERO ED IRREGOLARE DELLA GDF. Nell’ambito delle attività di controllo economico del territorio, ed in particolare nel contrasto del lavoro “nero” ed irregolare, i finanzieri della Tenenza di Ceva hanno eseguito nel corso degli ultimi mesi diversi accessi nei confronti di varie imprese, con particolare attenzione a quelle operanti nel settore dell’edilizia, procedendo al successivo controllo delle posizioni lavorative del personale impiegato. L’attività di verifica, volta ad accertare la corretta applicazione della normativa in materia di lavoro, ha permesso di scoprire 22 lavoratori irregolari di cui 11 “in nero” e pertanto completamente sconosciuti agli Enti previdenziali, assistenziali ed al Fisco. I sopracitati controlli, nel solo comparto dell’edilizia, hanno permesso di rilevare 6 lavoratori “in nero”, 2 lavoratori irregolari e 4 ditte con evidenti irregolarità nella gestione del personale dipendente. Nel caso dei lavoratori “in nero”, la loro posizione non sarebbe stata riconosciuta ai fini pensionistici e, inoltre, gli stessi non avrebbero avuto nessuna copertura ai fini assicurativi in caso di infortunio sul lavoro. Verrà, inoltre, irrogata nei confronti dei 12 datori di lavoro che impiegavano la manodopera irregolare, una maxisanzione con importi che vanno dai 1.800 € ai 10.800 €. CREMONA, ARRESTATO DALLA GDF UN IMPRENDITORE PER BANCAROTTA E RICICLAGGIO. Nelle ultime ore è stata eseguita la misura cautelare degli arresti domiciliari nei confronti dell’Amministratore Unico di una S.r.l. di Cremona dallo stesso portata al fallimento con la complicità di alcuni sodali, nel tempo succedutisi nel ruolo di legali rappresentanti della compagine sociale, dopo aver raccolto ingenti somme, anche da privati risparmiatori con la promessa di facili guadagni legati al prestito obbligazionario sottoscritto, finalizzato all’avvio di una start up innovativa nel campo della produzione di gelati. L’attività investigativa, delegata alle Fiamme Gialle del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria cremonese dalla Procura della Repubblica di Cremona, è partita da una denuncia-querela per truffa di due risparmiatori sottoscrittori del prestito obbligazionario che, dopo aver ricevuto le prime cedole di rimborso, alla richiesta di rientrare dal prestito, hanno ottenuto solo la vaga promessa della restituzione delle somme investite, mai riavute indietro. Da qui la denuncia per truffa e l’avvio dell’indagine. Nel corso dell’attività sono stati effettuati accertamenti bancari per verificare l’origine dei fondi accreditati sui conti bancari ed il loro successivo utilizzo. Infatti, grazie a falsi aumenti di capitale e false poste di bilancio, i truffatori hanno beneficiato di finanziamenti bancari per oltre 2,5 milioni di euro. La quasi totalità dei fondi accreditati sui rapporti della fallita, sono stati fraudolentemente veicolati sui conti personali degli indagati e su rapporti intestati ad una società sempre riconducibile ai medesimi. Queste ultime condotte hanno permesso di ipotizzare, a loro carico i reati di bancarotta fraudolenta, autoriciclaggio e indebita percezione di erogazioni pubbliche, dal momento una parte dei finanziamenti bancari ricevuti erano garantiti dal Mediocredito Centrale. All’esito delle indagini che hanno visto coinvolte complessivamente 5 persone con ruoli e funzioni diverse all’interno delle compagini societarie, il G.I.P. presso il Tribunale di Cremona ha emesso il provvedimento cautelare, ieri eseguito. PRATO, FRODE FISCALE NEL DISTRETTO PRATESE. SCOPERTO DALLA GDF GIRO DI FATTURE FALSE PER COMPLESSIVI 35 MILIONI DI EURO ATTRAVERSO IMPRESE “APRI E CHIUDI”, 14 RINVIATI A GIUDIZIO. Scoperta dalla Guardia di Finanza di Prato un’ingente frode fiscale nel settore del “Pronto Moda”, perpetrata mediante l’utilizzo e l’emissione di fatture per operazioni inesistenti per circa 35 milioni di euro da parte di società e ditte individuali, tutte operanti nel Macrolotto Pratese. L’attività è originata da un collaudato programma di analisi ed elaborazione di percorsi ispettivi dedicati finalizzati a disarticolare le filiere di imprese intestate a prestanome realizzati dal Comando Regionale Toscana, con il fine di contrastare l’evasione fiscale e contributiva perpetrata grazie al fenomeno delle imprese “apri e chiudi”, mediante il quale gli imprenditori “di fatto”, schermandosi dietro altri prestanome, molto spesso rappresentati dagli stessi dipendenti incardinati nelle strutture aziendali, esercitano le attività d’impresa in costante evasione d’imposta. Un lavoro determinante e certosino dunque quello eseguito dai finanzieri pratesi, teso al contrasto dell’annoso fenomeno radicato su territorio, oramai rodati a particolari expertise, grazie alle quali, scansionando complesse filiere di gestione ed elaborando ripetute intersezioni tra soggetti irreperibili, fittizi, di “comodo”, riescono a risalire a coloro che reggono le fila di aziende create ad hoc strumentali all’evasione ed all’esecuzione di continui illeciti, inquinando un’economia territoriale che ha rappresentato nel tempo una vera e propria eccellenza. Anche questa volta, nel disarticolare un paradigma oramai collaudato, le Fiamme Gialle del Gruppo di Prato, con il coordinamento della locale Autorità Giudiziaria, hanno individuato l’esistenza di 9 ditte individuali operanti solamente pro forma sul territorio italiano, prive di strutture aziendali effettive tali da giustificare gli ingenti volumi fatturati, e intestate a “prestanome” carenti di qualsiasi referenzialità in ambito imprenditoriale, funzionali alla sola emissione di fatture relative ad operazioni commerciali inesistenti per il successivo abbattimento delle imposte dovute da altre imprese utilizzatrici di tali fatture. Come di consueto, ciascuna di tali imprese, trascorsi pochi anni dal suo avvio, cessava sistematicamente la propria attività con l’insorgere dei primi debiti erariali, spesso di importo rilevante, al fine di evitare ripercussioni derivanti da procedure amministrative di accertamento. Le articolate indagini hanno consentito di segnalare all’Autorità Giudiziaria 14 coinvolti, di cui i titolari delle 9 ditte individuali, 2 rappresentanti legali delle ditte utilizzatrici delle fatture emesse e 3 “titolari di fatto”, che, attraverso lo schermo dei prestanome, gestivano le imprese emittenti. CAGLIARI, 400 MILA EURO PROPOSTI PER IL RECUPERO DALLA GUARDIA DI FINANZA. Il Nucleo di Polizia Economico – Finanziaria della Guardia di Finanza di Cagliari ha ricostruito e segnalato una ingente evasione d’imposta posta in essere da una società cagliaritana operante nel settore medico ed appartenente ad un gruppo societario operante a livello internazionale. Nello specifico le Fiamme Gialle hanno svolto una verifica fiscale programmata nei confronti di una azienda avente un volume d’affari annuo superiore a 5 milioni di euro, riscontrando una serie di anomalie contabili da cui emergono recuperi a tassazione ai fini IRES pari a circa 1.600.000 euro. I finanzieri del Nucleo di Polizia Economico Finanziaria del capoluogo hanno, poi, mosso rilievi anche in tema di prezzi di trasferimento, ritenendo che nei rapporti infragruppo con una azienda collegata estera siano stati applicati prezzi di trasferimento non conformi al principio di libera concorrenza fissato dalle linee guida OCSE. Le ipotesi amministrative ipotizzate dalle Fiamme Gialle potranno avere un riflesso diretto sulla tassazione fiscale di gruppo cui l’azienda verificata ha aderito per le annualità ispezionate, determinando una imposta sul reddito delle società “non corrisposta” pari ad oltre 409 mila euro. La segnalazione è stata trasmessa alla locale Agenzia delle Entrate. La descritta attività investigativa testimonia come l’approccio operativo della Guardia di Finanza verso i fenomeni di evasione fiscale, anche a carattere internazionale, grave ostacolo allo sviluppo economico del Paese, si ponga come strumento efficace per la prevenzione ed il contrasto di ogni illecito fiscale, a salvaguardia degli interessi nazionali e comunitari. TERAMO, SEQUESTRATO DALLA GDF UN IMPIANTO DI AUTODEMOLIZIONE ABUSIVO CON ANNESSA OFFICINA MECCANICA E CARROZZERIA. Finanzieri della Compagnia di Giulianova, in sinergia con i colleghi del Gruppo di Teramo, hanno individuato e posto sotto sequestro una vasta area privata di 8.500 mq, apparentemente adibita a deposito di autoveicoli. All’interno della stessa, oltre a più di 100 mezzi presenti, sono state individuate numerose auto in disuso e pezzi di ricambio stoccati in un deposito fatiscente adibito anche ad autofficina, il tutto in assenza delle autorizzazioni necessarie per legge e nella piena violazione delle previste misure a tutela dell’ambiente. In particolare, le Fiamme Gialle hanno rinvenuto in chiaro stato di abbandono sul terreno pneumatici, batterie, olio esausto, vernici per auto nonchè rifiuti di diversa natura. É stata rilevata, altresì, la presenza di un container, presumibilmente adibito ad abitazione e/o ricovero temporaneo delle maestranze, tenuto in pessime condizioni igienico-sanitarie. Oltre al sequestro dell’area, è stato segnalato alla Procura della Repubblica di Teramo il presunto responsabile delle attività abusive per le violazioni al Testo unico ambientale. Ad informarlo è il Comando Generale della Guardia di Finanza.
ROMA, SI FINGE CARABINIERE E TRUFFA COPPIA DI ANZIANI. I CARABINIERI ESEGUONO ORDINANZA DI MISURA CAUTELARE. I Carabinieri della Stazione di San Vittorino Romano hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di applicazione della misura cautelare degli arresti domiciliari nei confronti di un 20enne italiano, gravemente indiziato del reato di truffa aggravata. I fatti risalgono allo scorso dicembre, quando una coppia di 87enni, residenti a San Vittorino Romano, hanno denunciato ai Carabinieri di essere stati vittime della classica truffa del finto nipote e finto Carabiniere ad opera di un uomo. La coppia di anziani, inizialmente, è stata contattata telefonicamente più volte da un uomo, il quale spacciandosi per il nipote, riferiva la necessità di reperire immediatamente una cospicua somma di denaro per far fronte al pagamento di alcune fatture insolute dal padre. In seconda battuta, sono stati contattati da un sedicente maresciallo dei Carabinieri che gli ha prospettato gravi conseguenze legali, se non avessero immediatamente saldato il credito del figlio anche con gioielli in oro. Intimoriti dalle minacce del finto maresciallo, gli anziani hanno acconsentito e successivamente consegnato gioielli in oro per un valore di oltre 7.000 euro, ad un truffatore che si è presentato sotto casa pochi minuti dopo. Dopo la denuncia, i Carabinieri della Stazione di San Vittorino Romano hanno eseguito una mirata attività investigativa con la quale hanno raccolto gravi indizi di colpevolezza a carico del 20enne, della provincia di Napoli, già noto alle forze dell’Ordine per simili reati. Raccolti gravi elementi indiziari nei confronti dell’uomo, i Carabinieri, d’intesa con la Procura della Repubblica, hanno ritracciato e arrestato l’uomo a Napoli, sottoponendolo alla misura cautelare degli arresti domiciliari con il braccialetto elettronico presso la propria abitazione, in esecuzione di un’ordinanza emessa dal GIP del Tribunale di Roma. Il caso mette in luce l’importanza della collaborazione tra cittadini e forze dell’ordine nel contrastare fenomeni criminali come la truffa agli anziani, un orribile reato che sfrutta la vulnerabilità delle persone più anziane. ANZIO, I CARABINIERI ARRESTANO UN 46ENNE STRANIERO PER FURTO CON STRAPPO E LESIONI PERSONALI. I Carabinieri della Compagnia di Anzio hanno arrestato un 46enne tunisino gravemente indiziato del reato di furto con strappo e lesioni personali. Lo scorso pomeriggio, all’uscita di un supermercato di Marina Tor San Lorenzo, una signora, 80enne, è stata avvicinata, con una scusa, da un uomo che le ha strappato la borsa, contenente effetti personali e poche decine di euro in contanti. La vittima, nell’invano tentativo di opporre resistenza, è stata strattonata e rovinava a terra. L’uomo è stato bloccato dai Carabinieri anche grazie all’ausilio di alcuni passanti che, vista la scena, lo avevano tenuto fermo per il tempo strettamente necessario per l’intervento della pattuglia. Il fermato, identificato nel 46enne, già noto per i suoi precedenti e per i suoi problemi di tossicodipendenza, è stato accompagnato in caserma per gli atti di rito, e trattenuto presso le camere di sicurezza per il successivo giudizio direttissimo. Al termine del quale, il giudice applicava la misura della custodia cautelare in carcere, attesa la pericolosità del prevenuto. Immediatamente soccorsa e accompagnata presso l’ospedale di Aprilia, l’anziana veniva dimessa con 30 giorni di prognosi per le lesioni riportate. È quanto segnalato dal Comando Provinciale CC di Roma.
METEO In Italia, per la giornata di domani, come segnalato da “3B Meteo“, nubi in aumento in giornata con deboli piogge la sera su Centro-Ovest Alpi e sulla Liguria. Isolati banchi di nebbia in Valpadana nottetempo. Parzialmente nuvoloso o nuvoloso sulle tirreniche, qualche pioggia in Toscana. Più sole altrove. Nubi irregolari sulle regioni tirreniche peninsulari e sulla Sardegna occidentale, senza fenomeni. Più sole altrove. Le temperature saranno, in calo, tra i 13 e 18 gradi.
Rocco Becce
Direttore Editoriale