La “DIA” (Direzione Investigativa Antimafia) ha dato esecuzione a un’ordinanza cautelare emessa dal Tribunale di Palermo, su richiesta della locale Procura della Repubblica, con cui è stata disposta la misura della custodia in carcere nei confronti di un imprenditore 68enne di Carini, ritenuto organico alla locale famiglia mafiosa, ricompresa nel mandamento di San Lorenzo – T.N.
L’indagine condotta dal Centro Operativo DIA di Palermo, convenzionalmente denominata “Nemesi”, durata circa 2 anni, ha consentito di acquisire, a carico dell’imprenditore operante nel settore dell’edilizia, della logistica e della ristorazione, gravi indizi di colpevolezza in ordine all’appartenenza al sodalizio illecito, concretizzatasi, tra l’altro, nell’avere partecipato a riunioni aventi ad oggetto la programmazione di varie attività criminali, assicurando la latitanza al capo mafia L.P.S. nel corso della sua latitanza, riscosso il denaro provento delle attività estorsive, reimpiegandolo e riciclandolo.
Inoltre, come informato dagli investigatori, ha garantito continui e costanti contatti occulti con l’amministrazione e gli uffici della municipalità di Carini, così, consentendo alla conventicola criminale di avere rappresentati i propri interessi in seno a detto Ente locale.
Su ciò, le acquisizioni investigative hanno offerto puntuale e convergente riscontro alle dichiarazioni, riconosciute attendibili, di collaboratori di giustizia già in passato ritenuti importanti esponenti della famiglia mafiosa del posto, i quali hanno concordemente riferito in ordine al qualificato rapporto dell’imprenditore con esponenti di sicuro rango apicale del mandamento mafioso palermitano di San Lorenzo, T.N. e al suo ruolo di elemento di collegamento tra la famiglia mafiosa e l’amministrazione comunale carinese.
Rocco Becce
Direttore Editoriale