CRONACA – LA SPEZIA, SEQUESTRATI DALLA GDF 82 ORNAMENTI IN AVORIO E 1 IN EBANO PER VIOLAZIONE DELLA NORMATIVA C.I.T.E.S. – Il Reparto Antifrode dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli e i militari della Guardia di Finanza della Spezia, a seguito di una attenta analisi dei flussi delle merci in arrivo, hanno sequestrato 82 ornamenti di vario genere realizzati in avorio africano e una sezione di tronco di ebano, beni di proprietà di una cittadina venezuelana residente nella provincia di Arezzo. Gli operanti, già dal primo esame della merce, hanno, subito, concretizzato che si trovavano di fronte ad oggetti di rara fattura, in quanto prodotti da specie protetta, quale l’elefante africano. La perizia effettuata successivamente da un esperto ha confermato la tesi degli investigatori appurando che tutti i manufatti erano prodotti in avorio di particolare pregio, data anche la l’accurata fattezza degli stessi. I beni sono stati, quindi, sottoposti a sequestro con finalità di confisca in applicazione delle previsioni della Convenzione di Washington a tutela delle specie di flora e fauna protette. L’intervento congiunto, che s’inserisce in un più ampio dispositivo di presidio anche dei flussi commerciali internazionali volto a contrastare e reprimere i traffici illeciti via mare di specie di flora e fauna in pericolo di estinzione, conferma la perfetta sinergia operativa che contraddistingue l’operato della Guardia di Finanza e dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli presso il locale scalo mercantile, di recente suggellata anche dalla sottoscrizione di un Protocollo nazionale d’intesa relativo ai rapporti di collaborazione tra i due Enti. PISTOIA, NUMEROSI INTERVENTI DI SOCCORSO CONDOTTI DAL S.A.G.F. DI ABETONE CUTIGLIANO DURANTE LA STAGIONE INVERNALE. Nella stagione invernale appena conclusa, i finanzieri specializzati della Stazione di Soccorso Alpino della Guardia di Finanza (S.A.G.F.) di Abetone – Cutigliano (PT) hanno condotto decine di interventi di ricerca e soccorso, in raccordo e coordinamento con il Corpo Nazionale del Soccorso Alpino e Speleologico delle Regioni Toscana (S.A.S.T.) ed Emilia Romagna (S.A.E.R.), i Vigili del Fuoco, il servizio “118” e le altre forze dell’ordine. In particolare, queste attività a salvaguardia della vita umana in montagna, spesso complesse, anche a causa delle condizioni metereologiche frequentemente avverse, e talvolta rischiose per gli stessi militari soccorritori, hanno consentito di trarre in salvo n. 19 persone, tra appassionati di sport invernali ed escursionisti, che erano rimaste coinvolte in incidenti sciistici, si erano disperse in ambiente montano innevato oppure erano rimaste immobilizzate per via di infortuni e traumi patiti durante escursioni “fuori-pista”. Le “Fiamme Gialle di montagna”, inoltre, nello stesso arco temporale, hanno fornito il loro prezioso contributo a 10 operazioni di ricerca di scomparsi. Le richieste di intervento del comparto S.A.G.F. oltre a pervenire dalle competenti Prefetture e dalle altre Forze di Polizia, laddove si tratti di ricercare persone scomparse, o giungere direttamente da parenti e/o amici dei malcapitati, originano spesso dalla costante sinergia con il C.N.S.A.S. – Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico, in virtù del vigente protocollo d’intesa, o dalla proficua interazione con gli altri Attori del soccorso ed hanno riguardato le province di Pistoia, Prato, Lucca, Massa Carrara, Siena e Modena. La Stazione S.A.G.F. Abetone – Cutigliano vigila, infatti, su una vasta area territoriale, che comprende la zona appenninica di Toscana ed Emilia Romagna, favorita dalla sua ubicazione strategica a cavallo delle due regioni, ma può anche essere chiamata a concorrere alle operazioni di soccorso e protezione civile in altre zone del territorio nazionale. Le ricerche ed i soccorsi operati dai militari S.A.G.F., si sono spesso svolti in cooperazione con le Sezioni Aeree della Guardia di Finanza di Pisa e Rimini, dotate di elicotteri in grado di operare in condizione meteorologiche avverse ed equipaggiati con i più moderni sistemi di rilevamento dei telefoni cellulari e di recupero, che hanno consentito loro di raggiungere rapidamente le zone più impervie ed isolate e di procedere all’individuazione ed al salvataggio di persone in pericolo, anche calandosi con il verricello direttamente dai velivoli in volo stazionario. RIMINI, CONTINUA LA LOTTA DELLA GDF AL LAVORO SOMMERSO. LA TENENZA DI CATTOLICA SCOPRE 13 LAVORATORI “IN NERO” IN 7 ESERCIZI COMMERCIALI. Prosegue l’azione di controllo economico del territorio del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Rimini nel settore del sommerso da lavoro, per tutelare gli operatori corretti, dalla concorrenza sleale esercitata dalle imprese che non rispettano le regole. Dall’inizio del corrente anno, la Tenenza di Cattolica, sulla base delle direttive impartite dal Comando Provinciale, ha effettuato alcune attività ispettive nei confronti di imprese operanti nei Comuni di Cattolica, Misano Adriatico e Morciano di Romagna, in vari settori economici, che hanno consentito di accertare l’impiego di 13 lavoratori irregolari di cui 11 completamente “in nero” e 2 “in grigio”, ossia senza che fosse stato comunicato il lavoro intermittente. In particolare, le operazioni hanno interessato un ristorante di Cattolica dove sono stati trovati cinque dipendenti intenti a lavorare in nero (pizzaiolo, aiuto cuoco e tre camerieri). I controlli hanno riguardato anche i mercati ambulanti settimanali di San Giovanni in Marignano e di Morciano di Romagna dove sono stati scoperti due lavoratori “in nero”, intenti a lavorare presso altrettante bancarelle. Per due degli esercizi menzionati è stata effettuata la comunicazione alla Direzione Territoriale del Lavoro di Rimini, ai fini della sospensione dell’attività imprenditoriale, per aver impiegato lavoratori in nero nella misura pari e/o superiore al 10% del personale presente all’atto dell’accesso. Complessivamente, sono state comminate sanzioni amministrative che possono arrivare, nel massimo, ad oltre 128 mila euro. GROSSETO, SCOPERTO DALLA GDF STABILIMENTO BALNEARE CHE OPERAVA COMPLETAMENTE AL NERO. CONSTATATA L’OMESSA DICHIARAZIONE DI RICAVI PER OLTRE UN MILIONE DI EURO. Proseguono senza sosta le attività di controllo economico del territorio da parte delle Fiamme Gialle coordinate dal Comando Provinciale di Grosseto al fine di tutelare gli operatori economici onesti. Lo testimonia il recente esito di una verifica fiscale eseguita nei confronti di uno stabilimento balneare gestito da una società a conduzione familiare, finito nel mirino a causa di vari indizi di pericolosità venuti in evidenza. L’attività svolta dai militari della Tenenza di Castiglione della Pescaia origina da un precedente controllo in materia di lavoro finalizzato a prevenire e reprimere i vari fenomeni irregolari che minacciano, in particolare, la realtà produttiva turistico balneare, che tanto rilievo economico riveste nella Provincia, all’esito del quale era stata evidenziata una posizione lavorativa totalmente “in nero”. Dopo le contestazioni di rito, gli ulteriori approfondimenti dei finanzieri si sono focalizzati, a ragion veduta, sulla posizione fiscale della società, qualificata come “evasore totale” per aver omesso i prescritti adempimenti dichiarativi. Al termine dell’attività ispettiva, infatti, è stato costatato come, sin dall’anno 2020, l’impresa, pur formalmente in possesso del misuratore fiscale e di tutte le scritture contabili obbligatorie per legge, abbia sistematicamente omesso la presentazione delle dichiarazioni annuali ed il conseguente versamento di qualsivoglia imposta, sottraendo al fisco ricavi per oltre un milione di euro e perpetrando un’evasione all’Iva di circa 150.000 euro. Il lavoro nero e l’evasione fiscale rappresentano una piaga per l’intero sistema economico del Paese in quanto sottraggono risorse all’erario, minano gli interessi dei lavoratori spesso sfruttati, e generano vantaggi competitivi impropri. L’operazione rientra nel più ampio dispositivo messo in campo dalla Guardia di Finanza di Grosseto a tutela degli operatori onesti che rispettano le regole e delle associazioni di categoria con le quali intercorre un costante e proficuo rapporto di collaborazione. TREVISO, PRIMO QUADRIMESTRE 2024. SCOPERTI DALLA GDF 41 LAVORATORI IN NERO E 11 IRREGOLARI. Nel corso dei primi quattro mesi dell’anno, la Guardia di Finanza di Treviso ha intensificato i controlli di polizia economico-finanziaria, volti a riscontrare l’osservanza delle norme in materia di tutela del lavoro. Gli accertamenti hanno interessato diversi operatori economici della Marca trevigiana, permettendo di individuare 41 lavoratori in nero e 11 irregolari. Tra i numerosi interventi portati a termine, quello dei finanzieri della Compagnia di Castelfranco Veneto, che hanno controllato diverse attività commerciali, operanti soprattutto nel settore dei bar e della ristorazione, identificando 30 lavoratori in nero, di cui uno privo del permesso di soggiorno, impiegati in assenza della preventiva comunicazione di instaurazione del rapporto di lavoro, e 11 lavoratori irregolari, con violazioni relative all’assunzione in forza di un contratto di lavoro “a chiamata”, senza la preventiva comunicazione di inizio della prestazione lavorativa a cura del datore di lavoro, o alla mancata attivazione delle posizioni INPS e INAIL in capo ai collaboratori familiari. In due casi, sono stati contestati pagamenti con mezzi di pagamento non tracciati. I controlli in rassegna hanno consentito di segnalare al competente Ispettorato Territoriale del Lavoro le violazioni riscontrate, nonchè di far adottare 11 provvedimenti di sospensione dell’attività, in ragione dell’impiego di personale non registrato in misura pari o superiore al 10% del totale dei lavoratori presenti nei luoghi ispezionati. A comunicarlo è il Comando Generale della Guardia di Finanza.
ROMA, I CARABINIERI NOTIFICANO ORDINANZA DI CUSTODIA CAUTELARE IN CARCERE A 5 UOMINI, GRAVEMENTE INDIZIATI DI ESSERE GLI AUTORI DEL TUNNEL CROLLATO AD AGOSTO 2022. I Carabinieri della Compagnia di Roma Trastevere, su delega della Procura della Repubblica di Roma, hanno eseguito un’ordinanza che dispone la custodia cautelare in carcere per cinque uomini, gravemente indiziati della tentata rapina, avvenuta il giorno 11 agosto 2022, alla filiale “Unicredit” di Piazza Pio XI e per il reato di crollo e disastro doloso a seguito del crollo di una parte di Via Innocenzo XI, causato da operazioni di scavo che sono gravemente indiziati di aver realizzato per raggiungere, attraverso il sottosuolo, il citato Istituto di Credito. L’indagine, diretta dalla Procura della Repubblica di Roma e condotta dai Carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia di Roma Trastevere, è stata avviata, nel mese di giugno 2022, a seguito di alcune indicazioni e informazioni investigative pervenute da altri reparti dell’Arma dei Carabinieri, ubicati in altre regioni del territorio nazionale, per cui era emerso che un gruppo persone non meglio identificate stava organizzando una rapina in un istituto di credito della Capitale mediante la cosiddetta “tecnica del buco”, scavando un passaggio sotterraneo per introdursi all’interno della Banca. Attraverso le attività di intercettazione, di osservazione, pedinamento e vari accertamenti e riscontri, effettuati sul campo, in breve tempo i Carabinieri di Trastevere sono riusciti ad individuare il probabile obiettivo, una filiale Unicredit ubicata in zona Casal Bertone. Dopo vari giorni di appostamenti, in cui i militari dell’Arma hanno monitorato i movimenti e gli spostamenti di ciascuno degli indagati, qualcosa è andato storto e si è deciso di non portare a compimento il colpo, forse perché insospettiti da alcuni controlli casuali effettuati nei confronti di alcuni di essi, da parte di pattuglie sul territorio. Dopo alcune settimane, dalle indagini è emerso in maniera chiara come gli indagati si stessero riorganizzando per portare a segno un altro colpo, alla filiale Unicredit ubicata in Piazza Pio XI. A seguito di giorni di appostamenti e pedinamenti, i Carabinieri della Compagnia di Roma Trastevere hanno notato gli indagati accedere più volte in un locale commerciale, in disuso, posto alle spalle dell’Istituto di Credito, su una strada parallela. Dai primi elementi raccolti, corroborati anche da alcuni riferimenti emersi nel corso delle attività di intercettazione, i militari hanno compreso che si stava probabilmente scavando un tunnel, partendo, appunto, dal magazzino e attraversando l’impianto fognario, per accedere direttamente all’interno della Banca. È poi successo che, nella mattinata dell’11 agosto 2022, i Carabinieri avevano intercettato una telefonata al “112“, di uno degli indagati, che richiedeva l’invio di un’ambulanza poichè durante le operazioni di scavo, a seguito del crollo di una parte di manto stradale, una persona era rimasta bloccata sotto le macerie. Giunti immediatamente sul posto i Carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia di Roma Trastevere, oltre a seguire le operazioni di soccorso, hanno ispezionato ed effettuato un sopralluogo all’interno del magazzino, identificando i presenti. Nella circostanza, due degli indagati, accortisi della presenza dei Carabinieri, hanno tentato di darsi alla fuga, speronando le autovetture con a bordo i militari ma sono stati bloccati e arrestati per resistenza a pubblico ufficiale. A seguito delle operazioni di ispezione e sopralluogo all’interno del magazzino protrattesi anche nei giorni consecutivi, i Carabinieri hanno appurato come, accedendo dal citato locale, attraverso una scala interna, al piano seminterrato, erano stati intrapresi dei lavori di scavo, attraversando il sottosuolo nel tratto di strada compreso tra via Innocenzo XI e Piazza Pio XI, per raggiungere la rete fognaria e probabilmente da lì accedere alla banca. L’indagato, rimasto bloccato sotto le macerie, è stato estratto, dopo circa otto ore, dai Vigili del Fuoco, in gravi condizioni; a causa delle ferite riportate infatti l’uomo veniva trasportato all’ Ospedale San Camillo e sottoposto ad intervento chirurgico e successivamente dimesso dopo circa dieci giorni. Le indagini effettuate dagli investigatori dell’Arma dei Carabinieri, diretti dalla Procura della Repubblica di Roma, che costituiscono fondamento del provvedimento cautelare emesso dal Gip del Tribunale di Roma, hanno consentito di raccogliere gravi elementi indiziari in ordine al fatto che gli indagati intendessero creare nel sottosuolo un tunnel, per poi accedere, evidentemente travisati e armati, mediante un buco, all’interno della Banca, in orario di chiusura al pubblico, per mettere a segno una rapina. Ad informarlo è il Comando Provinciale CC di Roma.
METEO In Italia, da Nord a Sud, come segnalato da “Il Meteo“, tempo in peggioramento da oggi e per i prossimi giorni.
Rocco Becce
Direttore Editoriale