CRONACA – TRENTO, DENUNCIATA UNA PERSONA PER CONTRABBANDO E VENDITA DI GENERI SOTTOPOSTI A MONOPOLIO. SEQUESTRATE DALLA GDF OLTRE 500 SIGARETTE ELETTRONICHE ED ALTRI PRODOTTI AFFINI NON A NORMA – Nell’ambito della costante attività di controllo del territorio finalizzato alla salvaguardia della legalità economico-finanziaria, le Fiamme Gialle della Tenenza di Cles hanno denunciato all’Autorità Giudiziaria un italiano per il reato di contrabbando e vendita non autorizzata di prodotti accessori ai tabacchi da fumo, in palese violazione delle normative di settore vigenti. L’attività di servizio ha consentito di porre sotto sequestro 539 sigarette elettroniche e numerosissimi flaconcini contenenti sostanze da fumo autoprodotte. Le informazioni preliminarmente raccolte, mediante la consultazione delle banche dati in uso nonchè da fonti aperte, avevano, in prima battuta, insospettito i Finanzieri circa l’esistenza di una vera e propria attività commerciale abusiva ed illecita, operata sia mediante vendita diretta che tramite canali social. È scattata, quindi, la perquisizione domiciliare, che ha consentito di rinvenire e sequestrare le citate sigarette elettroniche di tipo “E CIG”, sprovviste di etichettatura in lingua italiana, del marchio CE, in larga parte, contenenti un valore di nicotina superiore al massimo previsto e consentito dalle norme europee, quindi, potenzialmente nocive per la salute dei consumatori. Nel corso delle operazioni, i Finanzieri hanno, altresì, rinvenuto una macchina etichettatrice, dosatori, biglietti da visita pubblicitari, basi aromatiche ed agenti chimici necessari all’autoproduzione, nonchè tutto l’occorrente per la spedizione degli ordini ricevuti online. Successivamente, tramite l’analisi della documentazione acquisita, è stato ricostruito il giro d’affari dell’illecita attività posta in essere, quantificato nella commercializzazione e/o detenzione di una quantità di prodotto da fumo pari a 1,7 quintali. Al termine degli accertamenti, oltre alle violazioni di carattere penale segnalate alla Procura della Repubblica di Trento, nei confronti del responsabile è stata irrogata una salatissima sanzione accessoria pari a circa 861.000,00 euro, al netto delle imposte indirette e di consumo evase. L’attività di servizio in argomento si inquadra nella quotidiana azione che i militari della Guardia di Finanza svolgono a contrasto dei traffici illeciti, a tutela delle entrate dello Stato e, non da ultimo, della salute dei cittadini. VICENZA, ACCERTATO DANNO ERARIALE DI OLTRE 2 MILIONI DI EURO IN CAPO AD UNA SOCIETÀ IN HOUSE. NOTIFICATI DALLA GDF 5 ATTI DI CITAZIONE IN GIUDIZIO NEI CONFRONTI DEI RESPONSABILI. I finanzieri del Comando Provinciale di Vicenza hanno inviato alla competente Procura Regionale della Corte dei Conti di Venezia una notitia damni in relazione a condotte afferenti l’amministrazione di una società in house, partecipata da numerosi Comuni dell’Alto-vicentino, responsabile della raccolta, recupero e trattamento di rifiuti nel territorio di riferimento, che hanno cagionato un danno erariale da mancata entrata di circa 2 milioni e 200 mila euro. L’attività condotta dalla Compagnia di Schio trae origine da capillari accertamenti di Polizia Economico-Finanziaria, condotti su delega del Pubblico Ministero contabile, che hanno portato alla notifica di 5 citazioni in giudizio nei confronti del Direttore e dei membri del Consiglio di Amministrazione della società in house. Nel dettaglio, le attività, hanno permesso di ricostruire come l’impresa a capitale pubblico, in violazione dell’art. 36 della Legge Regionale n. 3/2000, non ha presentato alla Direzione Ambiente della Regione Veneto alcuna proposta di tariffa “al cancello” per il conferimento dei rifiuti, obbligo indicato all’atto del rilascio dell’Autorizzazione Integrata Ambientale da parte dell’allora Segretario Regionale per l’Ambiente. Pertanto, la società ha applicato, dal 2011 al 2021, una tariffa di conferimento dei rifiuti “autodeterminata”, in quanto mai sottoposta al vaglio degli Organi competenti, insufficiente per coprire costi industriali e oneri fiscali, al mero fine di preservare esigenze di mercato e, di conseguenza, ponendosi in contrasto con il perseguimento dell’interesse pubblico. Tale scelta ha determinato un duplice pregiudizio economico, da un lato, le imprese private hanno beneficiato di costi di smaltimento rifiuti inferiori rispetto a quelli previsti dalla normativa di settore e, dall’altro, la copertura dei costi di funzionamento dell’impianto è stata fatta gravare in capo ai cittadini, fruitori finali del servizio. Per coprire i costi di funzionamento dell’impianto, difatti, i Comuni soci, in sede di programmazione del piano economico-finanziario, hanno dovuto sostenere uno sforzo economico maggiore che ha comportato un aumento della Tassa comunale sui rifiuti – Ta.Ri. – per le imprese e le famiglie residenti nei municipi interessati. L’esito dei fatti in rassegna è stato rimesso alla valutazione dell’Autorità Contabile locale. PRATO, SEQUESTRATA DALLA GDF CIRCA 1 TONNELLATA E MEZZA DI ALIMENTI NON RISPONDENTI AI REQUISITI DI SICUREZZA. Proseguono i controlli a tutela dell’economia sana e dei consumatori da parte della Guardia di Finanza di Prato. Nell’ambito delle attività di prevenzione e contrasto delle condotte illecite nel settore del commercio al dettaglio di prodotti non sicuri, disposte dal Comando Regionale Toscana, nei giorni scorsi i Finanzieri del Comando Provinciale hanno svolto numerosi interventi orientati alla prevenzione e repressione di tali condotte, riconducibili a diversificati settori merceologici, vagliando la posizione di numerosi commercianti operanti nel distretto industriale pratese. Oltre alle attività ispettive svolte a contrasto della illecita commercializzazione di prodotti con marchi contraffatti, nonché di cosmetici, integratori alimentari, bigiotteria, articoli di abbigliamento, prodotti elettrici ed elettronici e articoli per la cura della persona privi dei requisiti previsti per legge, quali l’origine dei prodotti o le indicazioni e le precauzioni d’uso in lingua italiana, i controlli svolti dalle Fiamme Gialle del Gruppo di Prato hanno interessato anche i fenomeni fraudolenti che colpiscono la filiera agroalimentare, soprattutto nei casi di falsa indicazione geografica o ingannevole denominazione di origine dei prodotti. Particolare attenzione è stata riservata agli esercizi operanti nel settore della ristorazione, soprattutto nei confronti di coloro che presentavano evidenti carenze igienico-sanitarie. A seguito di un immediato coordinamento con i competenti uffici del Dipartimento di Prevenzione della ASL di Prato, sono stati avviati controlli congiunti che hanno portato alla sospensione di due ristoranti e al sequestro di circa 1 tonnellata e mezza di prodotti alimentari e prodotti ittici surgelati privi delle indicazioni sull’origine e sui termini di scadenza e non rispondenti ai requisiti di sicurezza in materia di conservazione. Questi controlli testimoniano ancora una volta il costante presidio attuato dalle Fiamme Gialle su tutto il territorio di competenza, con lo scopo di tutelare il mercato e quindi i consumatori dalla diffusione di prodotti non conformi agli standard di sicurezza imposti dalle leggi nazionali ed europee. PESARO, CONTROLLI DELLA GDF AD AMPIO RAGGIO SUL SOMMERSO DI LAVORO. SCOPERTI 11 LAVORATORI IN NERO. Dall’inizio del mese di maggio i finanzieri del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Pesaro nell’ambito delle ordinarie attività di servizio, intensificate nell’ultimo fine settimana, hanno eseguito controlli su tutto il territorio provinciale finalizzati alla prevenzione e al contrasto degli illeciti in materia economicofinanziaria. Gli interventi sono stati prioritariamente indirizzati al contrasto del lavoro sommerso, della vendita di prodotti contraffatti e/o non sicuri, del consumo di sostanze stupefacenti, della mancata emissione di scontrini e ricevute fiscali, delle violazioni in materia di accise. In particolare, sono stati controllati 20 esercizi pubblici al fine di verificare il rispetto della normativa sul lavoro, nel corso dei quali sono stati individuati 11 lavoratori in nero, su 54 lavoratori identificati al momento dell’accesso. Un locale che utilizzava lavoro sommerso è risultato essere sconosciuto al fisco. Inoltre, sono state controllate 3 nuove attività (aperte da non più di sei mesi) con l’obiettivo di individuare preventivamente violazioni degli obblighi tributari in relazione a requisiti soggettivi e/o oggettivi previsti dalla normativa fiscale. Sono stati anche effettuati 32 controlli in materia della corretta emissione telematica degli scontrini e delle ricevute fiscali a seguito dei quali sono state riscontrate 13 irregolarità, 3, invece, i controlli in materia di abbonamento speciale RAI con la costatazione di 2 irregolarità. Nell’ambito delle attività su strada, sono stati controllati 221 autoveicoli, identificate 331 persone, elevati 6 verbali in materia di violazioni al codice della strada, effettuati 7 riscontri ai beni viaggianti nonché eseguiti 12 controlli in materia di accise nei confronti di autocisterne e distributori stradali. Nel corso di tali attività sono stati sequestrati 60 gr. di marijuana e 14,30 gr. di hashish, con la denuncia, a piede libero, di due persone, alla Procura della Repubblica di Pesaro per violazione dell’art. 73, comma 5°, del testo unico sugli stupefacenti. L’attività ispettiva svolta sul territorio ha permesso, altresì, di sequestrare penalmente 392 capi di abbigliamento contraffatti nonchè amministrativamente 185 articoli di casalinghi per violazione degli obblighi in materia. RIMINI, SCOPERTA DALLA GDF FRODE FISCALE NEL COMMERCIO DI MATERIALI INERTI. ESEGUITE 4 MISURE CAUTELARI PERSONALI ED UNA MISURA ABLATORIA SU 5 COMPLESSI AZIENDALI. ESEGUITO UN ULTERIORE SEQUESTRO DI BENI SINO ALL’IMPORTO DI OLTRE 2 MILIONI DI EURO. Alle prime luci dell’alba, i finanzieri del Comando Provinciale di Rimini, con il coordinamento della locale Procura della Repubblica e la collaborazione dei Comandi Provinciali di Venezia, Ferrara, Forlì, Roma, Chieti, L’Aquila, Caserta, Napoli e Messina, stanno dando esecuzione a un’ordinanza di applicazione di misure cautelari personali emessa dal G.I.P. presso il Tribunale di Rimini traendo in arresto 4 persone, 2 in carcere e 2 ai domiciliari. Contestualmente è stato eseguito un Decreto di sequestro preventivo di 5 complessi aziendali per i reati di sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte e trasferimento fraudolento di valori, nonchè, contestualmente, è stata eseguita una misura ablatoria per equivalente di beni sino all’importo di euro 2.183.474, pari al profitto delle ipotesi di reato di emissione ed utilizzo di fatture per operazioni inesistenti. Nel corso dell’operazione sono state eseguite 44 perquisizioni su tutto il territorio nazionale. L’indagine nata dall’approfondimento di documentazione acquisita presso numerosi soggetti economici e riguardante anomale operazioni di trasporto di materiale inerte, ha portato all’individuazione di una vera e propria filiera societaria fraudolenta che ha realizzato un vorticoso giro di fatture soggettivamente false, dal 2018 al 2021, arrivando ad evadere oltre 2 milioni di euro di imposte. La puntuale ricostruzione effettuata dalle Fiamme Gialle riminesi, ha permesso di accertare che una società con sede nella provincia di Rimini, amministrata di fatto da un soggetto gravato da precedenti penali e carichi pendenti per reati tributari, operante nel settore del trasporto di merci su strada e commercio all’ingrosso di materiali da costruzione, negli anni d’imposta dal 2018 al 2021 ha annotato in dichiarazione elementi passivi fittizi derivanti dall’utilizzo di fatture per operazioni oggettivamente inesistenti, emesse da ditte individuali e società con sede legale nelle province di Ferrara, Rimini, Roma, Chieti, Caserta e Napoli, per un imponibile complessivo di circa 5 milioni di euro. Inoltre, le investigazioni hanno permesso di accertare che, al fine di eludere le misure di prevenzione patrimoniali a cui poteva fondatamente presumere di essere sottoposto e di sottrarsi fraudolentemente al pagamento delle imposte, ha intestato fittiziamente a terzi le quote ed i beni strumentali di 5 società con sede nella provincia di Rimini oltre che ad un immobile ubicato nella provincia di Rimini. ROMA, NUOVO MAXI SEQUESTRO DI DROGA AL PORTO DI CIVITAVECCHIA. ARRESTATO DALLA GDF AUTOTRASPORTATORE. Un carico di marijuana, del peso di oltre 442 chilogrammi, è stato intercettato al porto di Civitavecchia dai finanzieri del Comando Provinciale di Roma e dal personale dell’Agenzia delle Dogane e Monopoli, che hanno arrestato un bulgaro per l’ipotesi di reato di traffico internazionale di stupefacenti. La partita, trasportata su un autoarticolato proveniente da Barcellona diretto in Bulgaria, era occultata tra bobine di carta per uso industriale e articoli per la casa, davanti ai quali Jackpot, uno dei cani antidroga in dotazione al Gruppo di Civitavecchia, ha subito manifestato il suo interesse, orientando con successo l’azione delle Fiamme Gialle e dei funzionari del locale Ufficio delle Dogane. La droga avrebbe fruttato, una volta raggiunta le piazze di spaccio, ricavi per quasi 4 milioni e mezzo di euro. Il procedimento penale versa nella fase delle indagini preliminari e, in attesa di giudizio definitivo, vale la presunzione di non colpevolezza per la persona arrestata. Anche questo sequestro, che si aggiunge a quello recente di 340 chilogrammi di hashish e marijuana, è frutto della proficua sinergia tra il Corpo e l’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, da ultimo rafforzata con un nuovo patto di collaborazione siglato lo scorso anno tra le due Istituzioni. A comunicarlo è il Comando Generale della Guardia di Finanza.
ROMA, I CARABINIERI DENUNCIANO 53 PERSONE. PERCEPIVANO IL “REDDITO DI CITTADINANZA“ E QUELLO DI EMERGENZA SENZA AVERNE TITOLO. DANNO ERARIALE STIMATO PER PIU’ DI MEZZO MILIONE DI EURO. Proseguono gli accertamenti dei Carabinieri del Comando Provinciale di Roma, mirati alla verifica del possesso dei requisiti utili alla concessione del “Reddito di Cittadinanza” e del “Reddito di Emergenza”. Negli ultimi giorni, 53 persone appartenenti a 27 distinti nuclei familiari, sono state denunciate a piede libero dai Carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia Roma Piazza Dante grazie ad accertamenti svolti presso anagrafe, Banca Dati Motorizzazione Civile e INPS. L’accusa per tutti è quella di truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche. Si tratta, in particolare, di persone che, a vario titolo, hanno prodotto mendaci dichiarazioni e/o omesso di comunicare all’Ente erogatore informazioni rilevanti circa la sussistenza o permanenza dei requisiti per la percezione del reddito di cittadinanza e del reddito di emergenza, simulando ad arte l’esistenza di più persone nel nucleo familiare per ampliare il diritto di percezione, a procedimenti giudiziari a loro carico, nell’ambito dei quali alcuni sono stati destinatari di misure precautelari e cautelari, con restrizioni agli arresti domiciliari e in carcere e circa condanne penali ricevute negli ultimi 10 anni. Dai calcoli effettuati, i 53 indagati avrebbero percepito, in assenza dei requisiti di Legge, la somma complessiva tra il reddito e quello di emergenza per 524.000 euro. COLLEFERRO, CONTINUA A PERSEGUITARE LA SUA EX NONOSTANTE IL DIVIETO DI AVVICINAMENTO. CARABINIERI ARRESTANO UN 28ENNE. Nell’ambito di un’attività d’indagine coordinata dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Velletri, i Carabinieri della Stazione di Colleferro hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di custodia in carcere, emessa dal GIP, nei confronti di un 28enne di origini albanese gravemente indiziato di stalking e violenza privata. Nonostante avesse il divieto di avvicinamento, dal 13 febbraio scorso, lo straniero ha continuato a perseguitare la sua ex. L’evento che ha fatto scattare l’aggravamento della misura cautelare è avvenuto a metà aprile, quando il 28enne, scavalcando una recinzione, si è introdotto nel piazzale interno all’abitazione della donna danneggiandole prima l’auto di proprietà e poi il vetro di una finestra esterna. L’incubo per la donna è finito nel pomeriggio di ieri, quando i Carabinieri della Stazione di Colleferro hanno rintracciato l’uomo ed eseguito il provvedimento del GIP.
Pertanto, al termine delle formalità di rito, il presunto violento è stato tradotto presso il carcere di Velletri, dove rimarrà a disposizione dell’Autorità Giudiziaria. Anche in questo caso è risultato di fondamentale importanza la denuncia da parte della vittima e la testimonianza delle persone a lei più vicine, così, da consentire all’Autorità Giudiziaria di emettere il provvedimento che ha posto fine alle condotte persecutorie da parte dell’uomo che non si è mai rassegnato alla fine della loro relazione, avvenuta a fine gennaio scorso, dopo aver procurato alla donna lesioni con prognosi di 15 giorni. A segnalarlo è il Comando Provinciale CC di Roma.
METEO In Italia, niente di positivo nelle previsioni meteo. Infatti, ancora tempo negativo per la giornata di domani, da Nord a Sud, come segnalato da “Il Meteo“.
Rocco Becce
Direttore Editoriale