L’ufficio della Procura della Repubblica di Milano – Sezione Distrettuale Antiterrorismo – ha delegato la Polizia di Stato e la Guardia di Finanza di Milano – sez. Investigativa Finanziamento al Terrorismo – all’esecuzione di un’ordinanza di misura cautelare emessa dal GIP del Tribunale di Milano, nei confronti di 19 turchi dimoranti in Italia, ma anche in Svizzera e Germania e Turchia, indagati, a vario titolo, per associazione per delinquere aggravata anche dalla transnazionalità, banda armata diretta a costituire un’associazione con finalità terroristiche ed a commettere attentati terroristici, quindi detenzione e porto illegale di armi “micidiali” e di esplosivi, traffico internazionale di stupefacenti, omicidio e favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.
L’indagine ha avuto inizio nell’ottobre del 2023 dopo che gli agenti della Questura di Como hanno arrestato tre membri di questa organizzazione criminale così qualificata mentre cercavano di raggiungere la Svizzera ed erano in possesso di due pistole, di cui una clandestina, numerose munizioni e materiale di propaganda.
Le successive indagini hanno consentito di accertare che i tre uomini in quel frangente facevano anche “da scorta” al loro Capo ed alla compagna di questo che viaggiavano in macchina separata.
Il gruppo di lavoro, costituito inizialmente da investigatori della Squadra Mobile di Como e poi della SISCO di Milano e dal Servizio Centrale Operativo di Roma, coordinato dalla Procura, ha documentato, con attività tecnica e costanti servizi di osservazione come il capo dell’organizzazione criminale, dal luogo degli arresti domiciliari dove si trovava per essere stato arrestato per detenzione e porto di arma comune da sparo, continuava a dirigere e coordinare dall’Italia il vasto sodalizio criminale qui operante ma diffuso anche in Europa; a coordinare il trasporto dei migranti, a definire le tariffe, a stabilire la tratta per il loro arrivo; ordinava la commissione di reati anche terroristici in Europa in particolare, a Berlino, l’omicidio di un cittadino turco avvenuto in data 10 marzo scorso ed in Turchia, l’attentato alla fabbrica di alluminio tra il 19/20 marzo scorso, così, mostrando di disporre di armi connotate da un’elevata potenza di fuoco e di molto denaro proveniente per lo più dal traffico di sostanza stupefacente ma anche dal contrabbando delle sigarette e di farmaci e di gestirne anche l’impiego.
Quest’ultimo attentato alla fabbrica in Turchia falliva grazie allo scambio informativo tra la Polizia di Stato tramite l’INTERPOL e la polizia turca del KOM.
Le attività investigative venivano altresì delegate, stante i consistenti flussi di denaro solo in parte segnalati dalle SOS, e destinati all’organizzazione, alla Sezione Investigativa Finanziamento Terrorismo della Guardia di Finanza di Milano, che ne ha ricostruito la provenienza dall’estero per lo più dalla Turchia attraverso vari canali (circuito Western Union, circuito awala cd. tecnica del TOKEN ma anche apertura di conti correnti ordinari) per poter, poi, disporne per lo più “in contante” anche per pagare gli avvocati del Boyun e comunque per sostenere le attività dell’organizzazione.
L’operazione, ha coinvolto centinaia di poliziotti tra la Svizzera e l’Italia, tra cui personale della Squadra Mobile di Como, del Servizio Centrale Operativo di Roma, della Sezione Investigativa S.C.O. di Milano e di Brescia, delle Squadre Mobili di Catania, Crotone, Verona, Viterbo, delle Unità Operative di Primo Intervento (U.O.P.I.), del Reparto Prevenzione Crimine “Lazio” e “Lombardia”, della Guardia di Finanza di Milano e Roma, delle unità cinofile di Roma, il l° reparto Volo di Roma e della Polizia Scientifica delle città interessate.
Ad informarlo è la Polizia di Stato.
Redazione