PORDENONE, DENUNCIATI DALLA GDF 3 STRANIERI PER SPACCIO DI STUPEFACENTI. SEQUESTRATI 115 GRAMMI DI HASHISH – I finanzieri del Comando Provinciale di Pordenone hanno denunciato per spaccio di stupefacenti 3 stranieri, di cui 2 tratti in arresto in flagranza di reato, e sequestrato 115 gr. di hashish. Le 3 denunce conseguono all’intensificazione dei servizi di contrasto al minuto spaccio di droghe nel territorio urbano, disposti dalla Prefettura di Pordenone ed attuati d’intesa con le altre Forze di Polizia. Il 24 maggio, le Fiamme Gialle del Nucleo Mobile del Gruppo di Pordenone, hanno assistito ad uno scambio tra un pakistano e un giovane, rivelatosi una cessione di gr. 5 di hashish per un controvalore di 50 euro. Il giovane migrante è stato tratto in arresto e, successivamente, rimesso in libertà. Il 29 maggio, gli stessi militari hanno identificato e denunciato un pakistano per la detenzione di 10,9 gr. di hashish. Il 30 maggio, i finanzieri pordenonesi hanno assistito allo scambio di un involucro tra un cittadino marocchino ed alcuni minorenni. Il fuggi fuggi seguito all’intervento dei militari si è concluso con l’arresto dello spacciatore ed il recupero di una “panetta” di 100 gr. di hashish, gettata, senza successo, da uno dei giovani acquirenti tra la vegetazione. Lo spacciatore, tratto in arresto, è stato, poi, rimesso in libertà. PADOVA, RICICLAGGIO DI PROVENTI DERIVANTI DA TRUFFE ONLINE SCOPERTO DALLA GDF. Nell’assolvimento dei compiti istituzionali i finanzieri del Comando Provinciale di Padova hanno individuato flussi di denaro provenienti da diversi Paesi europei, tra cui Spagna, Germania, Lettonia, Lituania e Finlandia, confluiti su conti correnti riconducibili a un terzo soggetto italiano senza un’apparente giustificazione. Gli accertamenti svolti dai militari del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria, integrati con le informazioni reperite tramite fonti aperte e l’analisi dei conti correnti bancari di accredito delle somme, hanno consentito di riscontrare la presenza di svariate ipotesi di truffa perpetrate in danno di cittadini dimoranti principalmente in Italia. Tra questi figurano alcuni residenti in provincia di Padova, che sono stati truffati per centinaia di migliaia di euro, circostanza per cui è stata interessata la locale Autorità Giudiziaria. Le persone truffate lamentavano di aver ricevuto da numeri stranieri, tramite messaggistica istantanea, innumerevoli proposte di investimenti finanziari su asseriti prodotti remunerativi. In un secondo momento le vittime, persuase a sottoscrivere tali investimenti, disponevano bonifici verso conti bancari italiani ed esteri. Trascorso un lasso temporale in cui i presunti malfattori mostravano ai malcapitati i profitti da loro fittiziamente maturati, questi ultimi ne richiedevano l’incasso. A questo punto, i truffatori eccepivano che la liquidazione dei profitti, in continua crescita, era subordinata al pagamento di asserite tasse che ne avrebbero consentito lo sblocco e il successivo accredito sul conto corrente degli investitori. In realtà, tali ulteriori richieste di denaro, quando avallate dalle vittime, si rivelavano poi le ennesime truffe da queste subìte. Tale schema, tipico delle truffe online perpetrate mediante la proposta, sempre più insistente, di investimenti finanziari di fatto non veritieri, prende il nome di boiler room scam, ossia una frode che si basa su un forte condizionamento psicologico della persona offesa, a mezzo telefono o messaggistica istantanea. Nella vicenda in esame, in circa 3 mesi, il provento del reato transitato sui conti correnti del cittadino italiano, residente in provincia di Bologna, è risultato di 50 mila euro circa, ma le movimentazioni finanziarie disposte dalla platea delle persone truffate, anche verso l’estero, ammonta complessivamente ad almeno 450 mila euro. Il cittadino italiano, ricevute le somme sul proprio conto corrente, provvedeva repentinamente a inviarle, previa conversione in criptovaluta, verso wallet riconducibili ai presunti truffatori, agendo nel ruolo di money mule, ossia colui che mette a disposizione i propri rapporti finanziari per farvi transitare il denaro fraudolentemente carpito, per poi farlo rientrare nella disponibilità di questi ultimi. Per tale ragione, gli uffici giudiziari patavini interessavano gli omologhi felsinei, che iscrivevano nel registro degli indagati l’italiano per l’ipotesi di reato di riciclaggio. È opportuno richiamare l’attenzione dell’opinione pubblica sulla pericolosità sociale di simili condotte, sempre. BOLOGNA, DISPOSTI DAL TRIBUNALE FELSINEO, NELL’AMBITO DI UN’INDAGINE PER CONTRABBANDO DELLA LOCALE PROCURA EUROPEA, SEQUESTRI PREVENTIVI PER OLTRE 6 MILIONI E MEZZO DI EURO. I militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Bologna hanno dato esecuzione a provvedimenti di perquisizione e sequestro, adottati dal Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Bologna, su proposta della Procura Europea (EPPO) – Ufficio di Bologna. Le attività hanno visto impegnati circa 20 militari appartenenti al Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Bologna, uniti ad un’unità cinofila con cane anti-valuta (cash-dog). Il provvedimento di sequestro preventivo adottato dal Tribunale felsineo, finalizzato alla confisca del profitto di reato per un ammontare complessivo di euro 6.897.2121,98, consegue alle attività di indagine, condotte dai finanzieri del I Gruppo Bologna, sotto il coordinamento della Procura Europea (E.P.P.O.), e in collaborazione con i colleghi del Gruppo di Prato. I reati ipotizzati sono quelli di contrabbando, falsità ideologica, emissione e utilizzo di fatture per operazioni inesistenti. Il sequestro in questione è il secondo attuato nell’ambito dello stesso procedimento penale. Il primo sequestro era avvenuto il 9 aprile 2024 nei confronti di una società di spedizione a cui era contestata l’evasione di IVA all’importazione di tessuti di fabbricazione cinese, attuata a seguito della fittizia attestazione del deposito della merce importata presso un deposito IVA sito in Bentivoglio (Bologna). Il primo sequestro preventivo era stato emesso per euro 7.320.445,18. I successivi approfondimenti, si sono concentrati su un’attenta analisi di tutto il materiale sequestrato, oltre 40 apparati informatici tra pc. smartphones e tablet, estratti conto bancari, fatture e bollette doganali, e hanno consentito di portare alla luce le responsabilità in capo a 4 dei maggiori importatori delle merci, ponendo in evidenza il loro ruolo all’interno del sistema fraudolento sopra indicato relativo alla falsa attestazione di ingresso della merce nel deposito IVA, in tal modo evitando di pagare l’IVA dovuta al momento dell’importazione e che si contesta illecitamente non pagata anche nella successiva commercializzazione della merce da parte degli importatori. Come già detto, il contesto delle indagini verte su di uno strutturato sistema di introduzione illegale sul territorio. Ad informarlo è il Comando Generale della Guardia di Finanza.
ALESSANDRINO, CASILINO E TORRE MAURA, PROSEGUONO I CONTROLLI DEI CARABINIERI, 2 PERSONE DENUNCIATE E 5 SANZIONATE. I Carabinieri della Stazione di Roma Alessandrina, con il supporto di altre pattuglie della Compagnia Roma Casilina hanno effettuato una mirata attività di controllo nei quartieri Alessandrino, Casilino e Torre Maura finalizzata alla prevenzione e alla repressione della criminalità diffusa nelle aree di periferia, in linea con l’azione fortemente voluta dal Prefetto di Roma, Lamberto Giannini in seno al Comitato Provinciale per l’Ordine e la Sicurezza Pubblica. Nel corso delle attività, i Carabinieri hanno denunciato due persone e sanzionato amministrativamente altre 5 persone. Un cittadino algerino di 36 anni, già noto alle forze dell’ordine, in evidente stato di alterazione psicofisica, è stato denunciato dai Carabinieri poichè sorpreso mentre danneggiava due autovetture in sosta, senza giustificato motivo. Subito dopo, invece, un romano di 30 anni, già noto alle forze dell’ordine, è stato trovato in possesso di documenti di identità falsi e intestati ad un’altra persona, per questo motivo i Carabinieri dopo averlo identificato, lo hanno denunciato per possesso e fabbricazione di documenti falsi. Nel corso dei mirati controlli antidroga i Carabinieri hanno sorpreso due cittadini con modiche quantità di sostanze stupefacenti del tipo cocaina e hashish e pertanto li hanno segnalati alla Prefettura di Roma, quali assuntori di stupefacenti. Infine, tre automobilisti non in regola, sono stati sanzionati al codice della strada dai Carabinieri impegnati nei controlli alla circolazione stradale, per un importo complessivo di 1.120 euro. ARDEA, I CARABINIERI ESEGUONO ORDINANZA DI CUSTODIA CAUTELARE AI DOMICILIARI PER MALTRATTAMENTI IN FAMIGLIA. I Carabinieri della Tenenza di Ardea hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari, con applicazione dello strumento elettronico di controllo, nei confronti di un 32enne italiano, gravemente indiziato del reato di maltrattamenti in famiglia commesso nei confronti dell’ex compagna, coetanea italiana. La donna, pochi giorni fa, aveva denunciato ai Carabinieri di Ardea di aver subito continue violenze, sia fisiche che verbali, soprattutto a causa dell’abuso di alcool da parte dell’uomo. Aggiungeva che era stata percosse in numerose circostanze, senza richiedere mai l’intervento delle forze dell’ordine o dei sanitari, a tal punto da decidere di lasciare il compagno e trasferirsi altrove. Nonostante ciò, negli incontri programmati per vedere il figlio, l’uomo continuava con le condotte vessatorie, allo scopo di riallacciare i rapporti con la donna. A comunicarlo è il Comando Provinciale CC di Roma.
METEO Come segnalato da “Il Meteo“, sulla base dei fenomeni previsti e in atto, è stata valutata per la giornata di domani, giovedì 13 giugno, allerta arancione su parte di Lombardia, allerta gialla sui restanti settori della Lombardia, parte del Piemonte, Friuli Venezia Giulia, su gran parte del Veneto, sull’Emilia-Romagna e su parte di Toscana, Marche e Abruzzo.
Rocco Becce
Direttore Editoriale