18 persone arrestate, 16 in carcere e 2 ai domiciliari, accusate di far parte di due associazioni, con l’aggravante mafiosa, radicate in Roma e finalizzate alla consumazione di estorsioni, usura, fittizia intestazione di beni, riciclaggio, autoriciclaggio e reimpiego in attività economiche di proventi illeciti e il sequestro di 3 società della di euro 131.826.000,00 profitto dei reati, nei confronti di 57 indagati.
È quanto avvenuto nella giornata di ieri, martedì 9 luglio, per aver agevolato i clan di camorra “Mazzarella–D‘Amico” e le cosche della ‘ndrangheta “Mancuso e Mazzaferro” e il clan “Senese“.
Nel corso dell’attività di indagine, avviata nel marzo 2018 dalla “DIA” (Direzione Investigativa Antimafia) – Centro Operativo di Roma, con il coordinamento della “DDA” della Procura di Roma, sono stati raccolti elementi in ordine all’esistenza di una vera e propria centrale di riciclaggio, operante a Roma e con interessi in tutto il territorio nazionale, che si è avvalsa della forza di intimidazione del vincolo associativo e della condizione di assoggettamento derivante sia dagli stretti legami con le organizzazioni criminali mafiose tradizionali che per l’immediata disponibilità di armi da guerra e comuni da sparo.
Oltre alle misure cautelari personali, il Giudice per le Indagini Preliminari, ha disposto il sequestro preventivo di 3 società e per equivalente fino alla concorrenza della somma complessiva di euro 131.826.000,00 profitto dei reati, nei confronti di 57 indagati.
Nel corso dell’attività di indagine, avviata nel 2018 dalla “DIA” (Direzione Investigativa Antimafia) – Centro Operativo di Roma, con il coordinamento della “DDA” della Procura di Roma, sono stati raccolti elementi gravemente indiziari in ordine a quanto avvenuto.
Infatti, gli investigatori ha accertato l’esistenza di due associazioni per delinquere che attraverso una strategia di sommersione riciclavano ingenti profitti, infiltrando progressivamente attività imprenditoriali in apparenza legali operanti in molteplici campi quali la cinematografia, l’edilizia, la logistica, il commercio di auto e idrocarburi.
In tale contesto sono state costituite numerose società “fittizie” per emettere false fatturazioni grazie al supporto fornito, tra gli altri, da imprenditori e da liberi professionisti.
Diversi i nomi di spicco tra arrestati e indagati, in questa storia, tra cui anche C.A., un manager musicale lucano, di Matera.
Rocco Becce
Direttore Editoriale