CRONACA – CAGLIARI, SEQUESTRO DI BENI PER OLTRE MEZZO MILIONE DI EURO ESEGUITO DALLA GDF – I militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Cagliari hanno dato esecuzione a un decreto di sequestro preventivo emesso dal G.I.P. del Tribunale di Cagliari, anche per equivalente, per oltre 500.000 euro nei confronti di una società e del suo rappresentante legale di origine sinica, operante nel settore del commercio al dettaglio di articoli vari. L’indagine si è sviluppata partendo dalle risultanze di un’attività di verifica fiscale svolta dalle Fiamme Gialle per i periodi d’imposta dal 2016 al 2020 da cui è emerso che la società sottoposta ad ispezione fiscale era organica a un’imponente “frode carosello” avendo utilizzato fatture per operazioni oggettivamente inesistenti che le hanno consentito di abbattere la base imponibile da sottoporre a tassazione per circa 700.000 euro e di non versare l’IVA per oltre 150.000 euro. Le approfondite attività hanno consentito di far emergere un quadro probatorio connotato da una serie di elementi tali da far ritenere inesistenti le operazioni indicate nei documenti fiscali emessi da taluni fornitori della società cagliaritana ed utilizzate poi ai fini contabili da parte di quest’ultima per abbattere il reddito effettivo d’esercizio. I beni oggetto di compravendita sui documenti fiscali venivano descritti in maniera assolutamente generica, senza alcuna specifica del codice prodotto e della tipologia, non vi era il collegamento ad alcun documento di trasporto, che nella maggioranza dei casi non avveniva, e il pagamento veniva effettuato in contanti o su IBAN non riconducibili alle società “cartiere” fornitrici. Le complesse investigazioni, delegate dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Cagliari e condotte dal Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria alla sede, hanno portato a ricostruire un vorticoso “giro” di fatturazioni false, pari ad oltre 200 milioni di euro, emesse da numerose società “cartiere” attraverso cui è stato possibile far giungere in Italia grandi quantitativi di merce, in evasione di IVA e dazi, avvalendosi indebitamente di specifici regimi doganali di importazione nel territorio dell’Unione Europea dei prodotti. La misura cautelare reale applicata alla società ed al suo rappresentante legale ha permesso di apprendere disponibilità finanziarie su 3 conti correnti, quote societarie e quota parte di un immobile. VENEZIA, PIANTAGIONE DI DROGA SEQUESTRATA DALLA GDF. Sequestro di una piantagione di “cannabis indica”, illegalmente coltivata lungo l’argine del Po di Venezia. Nell’ambito di un’operazione di sorveglianza e contrasto ai traffici illeciti, i militari della Sezione Operativa Navale della Guardia di Finanza di Porto Levante (RO), in collaborazione con i colleghi della Sezione Aerea di Venezia, hanno individuato e sequestrato 20 piante di marijuana coltivate lungo l’argine sinistro del fiume Po, in un’area di competenza del comune di Porto Viro. Le piante erano nascoste tra la vegetazione naturale, nella speranza di renderle inosservabili. Riconosciute come piante illegali si procedeva, quindi, al loro sequestro. L’operazione è stata resa possibile grazie al continuo e attento controllo del territorio, che non si limita alla terraferma, ma si estende anche al mare territoriale e alle acque fluviali e lagunari. Questo monitoraggio costante, svolto quotidianamente dalla Guardia di Finanza, ha permesso ancora una volta di reprimere un’attività illegale che avrebbe fruttato un significativo guadagno per i suoi autori. Inoltre, tale attività avrebbe alimentato lo spaccio a livello locale delle sostanze stupefacenti derivabili dalle piante sequestrate. LIVORNO, TRE ORDIGNI DELLA SECONDA GUERRA MONDIALE RINVENUTI DAI SOMMOZZATORI DELLA GDF SUI FONDALI DELL’AREA MARINA PROTETTA “SECCHE DELLA MELORIA” DEL “PARCO NATURALE DI MIGLIARINO, SAN ROSSORE, MASSACIUCCOLI”. Nella mattinata di oggi, 1° agosto, nelle acque prospicenti il porto di Livorno, il Nucleo Servizio Difesa Antimezzi Insidiosi della Marina Militare (S.D.A.I.) ha fatto brillare tre ordigni bellici della II Guerra Mondiale rinvenuti, nei giorni precedenti, dai Sommozzatori della Guardia di Finanza di Livorno ad una profondità di sei metri presso le “Secche della Meloria”, Area Marina Protetta dall’importante valore naturalistico ricompresa nel “Parco Naturale di Migliarino, San Rossore, Massaciuccoli”. Il monitoraggio dei fondali condotto quotidianamente dal Nucleo Sommozzatori della Stazione Navale di Livorno nelle acque marittime della Toscana si inserisce tra le molteplici attività sviluppate dalla Guardia di Finanza per la tutela dell’ambiente. Il brillamento conclude le operazioni di bonifica attivate dalla Prefettura di Livorno. Gli utenti del mare sono stati mantenuti a distanza di sicurezza dai sommozzatori della Gdf e della Marina Militare, in stretta sinergia e coordinamento con il personale della locale Capitaneria di Porto che ha anche emanato la specifica ordinanza di interdizione del tratto di mare. L’attività preventiva, esercitata nel ruolo di “polizia del mare” dal Reparto Operativo Aeronavale della Guardia di Finanza di Livorno assicura una costante presenza e un’adeguata attività che ha permesso, in questo caso, di rendere sicura un’area marina protetta che, nella stagione estiva, rappresenta un punto attrattivo per tutti gli utenti del mare livornesi. FORLÌ, TRUFFA CON LE ENERGIE RINNOVABILI. SEQUESTRATI DALLA GDF BENI PER OLTRE 7,7 MILIONI DI EURO. DISPOSTE 7 MISURE CAUTELARI INTERDITTIVE. I finanzieri del Comando Provinciale di Forlì, all’esito di specifiche indagini coordinate dalla Procura della Repubblica di Ravenna nel settore della tutela della spesa pubblica, hanno dato esecuzione a un’ordinanza applicativa di misure cautelari interdittive nei confronti di sette persone, ai quali è stato imposto il divieto di esercitare attività professionali, imprenditoriali o incarichi direttivi in imprese e persone giuridiche nel settore delle energie rinnovabili, nella relativa filiera a monte e in qualsiasi settore che preveda la possibilità di ottenere incentivi statali. La succitata misura cautelare, disposta dal Gip del Tribunale di Ravenna su richiesta della stessa Procura della Repubblica, è stata emessa nei confronti del presidente e di due altri manager di un’importante centrale di produzione di energia elettrica di Faenza (RA) alimentata a biomasse e nei riguardi di altre quattro persone, responsabili di due società romagnole fornitrici delle relative biomasse legnose. Le persone, sono indagati a vario titolo, dei reati di truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche, dichiarazione fraudolenta mediante uso di fatture per operazioni inesistenti ed emissione di fatture per operazioni inesistenti. Le indagini delle Fiamme Gialle del Gruppo di Forlì, dirette dall’A.G. ravennate a partite dal 2022, hanno fatto luce su un vasto sistema di frode architettato per ottenere, illecitamente, cospicue contribuzioni pubbliche di origine nazionale erogate dal Gestore dei Servizi Energetici (G.S.E.) al fine di promuovere, tramite sostegni economici, la diffusione di impianti di produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili, ciò attraverso un giro di fatture false di oltre quattro milioni di euro. Per questo, nel corso della stessa operazione, denominata “Bosco Perduto”, i militari della Guardia di Finanza di Forlì hanno anche eseguito un decreto di sequestro preventivo, assunto in via d’urgenza dalla suddetta Procura della Repubblica e successivamente convalidato dal Gip del Tribunale di Ravenna, nei riguardi della precitata centrale di produzione di energia rinnovabile e del suo legale rappresentante, in relazione all’illecito profitto di oltre 7,7 milioni di euro complessivamente ottenuto, pari ai contributi pubblici indebitamente percepiti e alle imposte evase. TERRACINA, ULTERIORI INTERVENTI DELLA GDF A CONTRASTO DEL LAVORO IRREGOLARE NEL SETTORE ORTOFRUTTICOLO. INDIVIDUATI 15 LAVORATORI TRA IN NERO E IRREGOLARI IN 2 AZIENDE AGRICOLE. Proseguono le attività dei finanzieri del Comando Provinciale di Latina a contrasto dello sfruttamento di lavoratori nel settore agricolo. Dopo le operazioni svolte negli scorsi giorni, che hanno riguardato diverse aziende operanti nelle aree di Latina, Sabaudia, Terracina e Fondi, è stato eseguito un altro intervento nei confronti di due ulteriori imprese agricole, attive nell’area di Terracina, anch’esse selezionate a seguito di autonoma attività informativa e specifica analisi di rischio. In particolare, le Fiamme Gialle della Compagnia di Terracina, hanno effettuato un accesso mirato presso la sede e le aree di coltivazione delle aziende acquisendo, per il successivo esame, documentazione contabile ed extracontabile relativa alla gestione delle società e in particolar modo ai rapporti lavorativi in essere. Al contempo, i finanzieri hanno identificato i lavoratori presenti, nonchè assunto dagli stessi informazioni in ordine all’effettiva natura del rapporto di lavoro, alle caratteristiche delle prestazioni svolte e alle condizioni lavorative. Nel corso dell’attività ispettiva, oltre alla verbalizzazione dei due datori di lavoro, titolari delle rispettive aziende agricole, sono stati identificati complessivamente 20 lavoratori, tutti di nazionalità indiana, di questi, 11 sono risultati completamente “in nero” in quanto del tutto privi di contratto di lavoro, mentre sul conto di ulteriori 4 lavoratori pur in presenza di un’assunzione ufficiale, sono emerse ulteriori irregolarità nelle posizioni lavorative, quali ad esempio un numero di ore effettivamente prestate in eccesso rispetto a quelle risultanti dal contratto o ancora la corresponsione di salari e paghe orarie per importi inferiori a quelli dichiarati ufficialmente. Per uno dei lavoratori “in nero” è stata inoltre appurata la totale assenza di permesso di soggiorno o comunque di documentazione valida a legittimarne la presenza sul territorio nazionale. Sono in corso mirati e specifici approfondimenti al fine di ricostruire le singole posizioni e di verificare anche la sussistenza di ulteriori e/o più gravi condotte abusive, di sfruttamento, di “caporalato” etc. Ad informarlo è il Comando Generale della Guardia di Finanza.
OSTIA, I CARABINIERI ARRESTANO 36ENNE GRAVEMENTE INDIZIATO DEL REATO DI RAPINA AI DANNI DI UN 20ENNE CHE AVEVA APPENA PRELEVATO DENARO DA UNO SPORTELLO ATM. I Carabinieri della Sezione Radiomobile di Ostia hanno arrestato un 36enne cileno, già noto alle forze dell’ordine, gravemente indiziato del reato di rapina. Lo scorso pomeriggio, in piazzale delle Poste ad Ostia, un 20enne del posto aveva appena prelevato dallo sportello ATM dell’ufficio postale la somma contante di 400 euro quando è stato avvicinato alle spalle da un uomo che, dopo avergli puntato un oggetto acuminato al fianco, lo minacciava e si faceva consegnare il denaro per poi darsi alla fuga. La vittima ha iniziato a inseguire l’uomo e, notata una pattuglia dei Carabinieri in transito, li ha allertati permettendo ai militari di bloccarlo. L’indagato è stato arrestato e la refurtiva recuperata e riconsegnata al giovane. L’arresto è stato convalidato e il Tribunale di Roma ha disposto per il 36enne l’obbligo di presentazione in caserma. ALLUMIERE, PAGA CON FALSO BONIFICO E VIENE ARRESTATO DAI CARABINIERI. Continua senza sosta l’offensiva dell’Arma dei Carabinieri contro le truffe sul litorale nord della Provincia di Roma. Coinvolti in prima fila nei costanti servizi finalizzati a prevenire e reprimere questi episodi, l’attività dei Carabinieri della Compagnia di Civitavecchia ha portato all’arresto di un 36enne italiano colto in flagranza mentre tentava una truffa con il metodo del finto bonifico. L’uomo, originario del grossetano e già noto alle forze dell’ordine per le proprie vicende giudiziarie, si era recato in più occasioni presso una tabaccheria sita nel piccolo centro montano di Allumiere dove, al fine di ottenere delle ricariche, a dimostrazione del pagamento effettuato, mostrava al titolare dell’esercizio ricevute di bonifici mai effettivamente andati a buon fine, arrecando, così, un danno al commerciante per alcune migliaia di euro. Il tabaccaio, insospettitosi, ha formalizzato una denuncia presso la locale Stazione Carabinieri e, quando l’uomo si è ripresentato per effettuare una nuova ricarica, sempre cercando di pagare con un bonifico, ha richiesto l’intervento dei militari che, giunti immediatamente sul posto, lo hanno tratto in arresto. L’arresto operato è stato convalidato e nei confronti del soggetto è stata irrogata la misura cautelare dell’obbligo di firma presso la Stazione Carabinieri del luogo di residenza. I militari sono ancora all’opera per verificare se anche altri esercizi della zona siano stati vittime di analoghi illeciti. VALMONTONE, ARRESTATE DAI CARABINIERI TRE PERSONE PER RISSA E RESISTENZA A PUBBLICO UFFICIALE. Ieri sera, a Valmontone, i Carabinieri della locale Stazione, coadiuvati dai colleghi della Stazione di Colleferro e Labico, hanno arrestato tre persone, un 44enne, un 37enne e un 42enne, gravemente indiziate di rissa, resistenza e lesioni a pubblico ufficiale. Nello specifico, i carabinieri di Valmontone sono intervenuti presso un bar poiché hanno ricevuto la segnalazione di due uomini che, in uno stato di alterazione, importunavano i clienti. Arrivati sul posto i militari hanno riportato alla calma il 44enne e il 37enne, durante le fasi di identificazione è sopraggiunto il 42enne, fratello del 44enne, che a causa di precedenti dissapori irrisolti innescava una rissa in cui i tre non risparmiavano spintoni e pugni nei confronti dei carabinieri procurando lievi lesioni ad uno dei militari. Sul posto giungevano dopo pochi istanti anche i Carabinieri di Labico e Colleferro, preallertati dalla Centrale Operativa, poiché uno dei presenti era già noto per fatti analoghi, riuscendo a bloccare i tre uomini e conducendoli prima in caserma e poi all’Ospedale di Colleferro ove rifiutavano le cure dei sanitari. I tre sono stati arrestati e tradotti presso le rispettive abitazioni agli arresti domiciliari, in attesa dell’udienza di convalida prevista questa mattina innanzi al Giudice del Tribunale di Velletri. All’esito dell’udienza gli arresti sono stati convalidati e le tre persone sono state rimesse in libertà in attesa del processo. A segnalarlo è il Comando Provinciale CC di Roma.
METEO Dopo settimane di caldo intenso e cieli sereni, in Italia, il tempo si appresta a cambiare volto su alcuni settori del Paese. L’anticiclone africano, che ha dominato la scena negli ultimi giorni, mostra, infatti, alcuni segni di cedimento, aprendo la strada a infiltrazioni d’aria più fresca e instabile di matrice oceanica. Già nel pomeriggio, come segnalato da “Il Meteo“, i primi temporali hanno fatto la loro comparsa sui rilievi alpini centro-orientali, ed entro sera si attende una recrudescenza del maltempo anche sulle adiacenti pianure. Infatti, non saranno risparmiate le zone orientali della Lombardia, una parte dell’Emilia Romagna e, in modo più diffuso, le pianure del Triveneto che potrebbero essere teatro di fenomeni temporaleschi, con possibilità di improvvisi nubifragi, accompagnati anche da grandine grossa durante il transito di celle temporalesche a carattere di supercella.
Rocco Becce
Direttore Editoriale