CRONACA – TRENTO, SEQUESTRATI DALLA GDF OLTRE 32.500 PRODOTTI NON CONFORMI ALLE NORME DI SICUREZZA ED ELEVATE SANZIONI FINO A 330.000 EURO – Nel corso di un’attività straordinaria di controllo economico-finanziario del territorio in occasione della festa di “Halloween“, i finanzieri del Comando Provinciale della Guardia di Finanza del Gruppo Trento hanno sequestrato oltre 32.500 prodotti non conformi alla normativa sulla sicurezza dei prodotti di consumo. Dopo un’attenta analisi di rischio, le Fiamme Gialle hanno effettuato accessi mirati presso 4 esercizi commerciali, rispettivamente situati a Trento, Pergine Valsugana, Civezzano, Mezzolombardo e Rovereto, rilevando che tra gli scaffali erano esposti, per la vendita, non solo i classici prodotti utilizzati per la festività, quali trucchi, giocattoli, travestimenti, maschere, ma anche altra merce, tra accessori per la casa, non a norma. Al termine dei suddetti controlli sono state rilevate numerose irregolarità amministrative, quali l’assenza sulla merce del marchio CE (prevista dal D.Lgs 54/2011) o la mancanza di etichette contenenti indicazioni minime previste per garantire agli acquirenti gli standard di sicurezza, previste dal “Codice del Consumo”. In particolare, i prodotti e le confezioni commercializzati sul territorio nazionale devono riportare, tra le altre cose, chiaramente visibili e leggibili in lingua italiana, i dati del produttore o di un importatore stabilito nell’Unione europea, l’eventuale presenza di materiali o sostanze potenzialmente dannose, le istruzioni, le eventuali precauzioni e la destinazione d’uso e, per i giocattoli, l’età minima o massima dell’utilizzatore. La merce irregolare è stata sottoposta a sequestro amministrativo ed i responsabili delle attività commerciali coinvolte sono stati segnalati alla Camera di Commercio per l’applicazione di sanzioni amministrative, che possono variare da un minimo di 9.192,00 euro fino ad un massimo di 329.876,00 euro. Gli interventi della Guardia di Finanza nel contrasto alla diffusione di prodotti non conformi agli standard di sicurezza contribuiscono a garantire una protezione efficace dei consumatori e un mercato competitivo nel rispetto di condizioni eque di concorrenza. TRENTO, SCOPERTA DALLA GDF ASSOCIAZIONE PER DELINQUERE A CARATTERE TRANSNAZIONALE DEDITA ALLA FRODE FISCALE NEL COMMERCIO DI PRODOTTI DI TELEFONIA. ESEGUITE 3 MISURE CAUTELARI PERSONALI. Finanzieri del Comando Provinciale di Trento hanno dato esecuzione ad un’ordinanza emessa dal G.I.P. del Tribunale di Trento, che ha disposto misure cautelari personali in carcere per un cittadino pakistano e l’obbligo di presentazione alla Polizia Giudiziaria per due professionisti trentini. Il reato contestato è associazione a delinquere, comprendente altri due soggetti pakistani, finalizzata all’occultamento e distruzione di documentazione contabile e all’evasione fiscale. Le indagini, condotte dalle Fiamme Gialle del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Trento e coordinate dalla Procura della Repubblica di Trento, sono scaturite da un’autonoma attività investigativa contro il riciclaggio e la frode fiscale, nonché dallo sviluppo di numerose segnalazioni di operazioni sospette. E’ stata disvelata una rete societaria transnazionale dedita alla commercializzazione internazionale di apparecchi e materiali di telefonia, in totale evasione fiscale. Dalle investigazioni è emerso che l’organizzazione, alternando nel tempo 7 ditte individuali e/o società, dalla breve durata operativa, le cosiddette “imprese apri e chiudi” intestate a diversi prestanome di origine pakistana, acquistava prodotti di telefonia mobile da varie società dislocate in Italia e in diversi Paesi dell’Unione Europea, per poi rivenderli formalmente a società appartenenti alla stessa organizzazione e ubicate in Spagna, Francia e Belgio (sconosciute al VIES). In tal modo, trattandosi di cessioni intra-UE, le operazioni venivano documentate come non imponibili, ma in realtà gran parte della merce era destinata al mercato italiano senza l’assolvimento dell’imposta, consentendo così la rivendita a prezzi più bassi e condotte anticoncorrenziali. Le imprese coinvolte risultavano “evasori totali” o avevano presentato dichiarazioni fiscali con importi pari a zero. Solo grazie al ricorso alle banche dati in uso al Corpo ed al riscontro delle indagini finanziarie è stato possibile ricostruire che, tra il 2015 e il 2023, sono stati effettuati scambi commerciali per oltre 88 milioni di euro, con un’evasione fiscale accertata di oltre 8,7 milioni di euro. Le complesse investigazioni, eseguite anche tramite indagini tecniche e perquisizioni, hanno permesso di delineare i ruoli dei veri amministratori delle imprese, tra cui uno destinatario della misura cautelare in carcere odierna, e dei due professionisti trentini che nel tempo avevano curato la costituzione e la gestione contabile. TREVISO, TENTANO DI VENDERE UN IMMOBILE ALL’INSAPUTA DEI PROPRIETARI. DENUNCIATE DALLA GDF DUE PERSONE ED ESEGUITO UN DECRETO DI SEQUESTRO PREVENTIVO PER UN VALORE DI 58.500 EURO. Nell’ambito di un’attività d’indagine coordinata dalla Procura della Repubblica di Treviso, i finanzieri del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria hanno accertato che un pluripregiudicato, con una spiccata e pluridecennale attitudine a commettere delitti contro il patrimonio e la fede pubblica, presentandosi come rappresentante legale di una società immobiliare, ha proposto, ad una persona, l’acquisto di un immobile di proprietà di una coppia di coniugi, non intenzionati alla cessione del bene e ignari dell’offerta di vendita. A seguito della sottoscrizione di un accordo preliminare, l’acquirente ha quindi versato al sedicente immobiliarista 55.000 € a mezzo bonifico bancario e 5.000 € in contanti. Trascorsi inutilmente 3 anni dalla data pattuita nell’accordo privato per la definizione della compravendita, l’acquirente ha avviato un procedimento civile nei confronti della società immobiliare, al fine di recuperare quanto versato. In tale occasione è venuto a conoscenza del fatto che l’intermediario, nonchè artefice della truffa, non rivestiva nè aveva mai ricoperto alcun incarico rappresentativo e/o di gestione nella predetta impresa. Sulla scorta dell’analisi della documentazione bancaria e degli approfondimenti investigativi, i finanzieri hanno rilevato che parte dei proventi della truffa, pari a € 49.000, sono confluiti su un conto corrente di una società, formalmente intestata alla cognata del pluripregiudicato, ma di fatto gestita da quest’ultimo, per poi rientrare nella disponibilità del truffatore. Gli ulteriori 9.500 €, invece, sono stati impiegati direttamente dall’indagato in un’attività imprenditoriale a lui riconducibile, in modo da ostacolare concretamente l’identificazione della provenienza delittuosa del denaro. All’esito delle investigazioni, le Fiamme Gialle di Treviso hanno segnalato alla locale Procura della Repubblica i due soggetti, a vario titolo, per le ipotesi di reato di truffa, riciclaggio e autoriciclaggio, con l’aggravante derivante dal danno patrimoniale di rilevante entità causato alla parte offesa. Al termine delle indagini è stata data esecuzione al decreto di sequestro preventivo, emesso dal G.I.P. presso il Tribunale di Treviso, di disponibilità finanziarie, quote societarie e beni immobili per un valore di € 9.500,00 in capo al pluripregiudicato e di € 49.000,00 in capo alla cognata. L’intervento della Guardia di Finanza, orientato al contrasto dei reati contro il patrimonio e delle attività illegali. Ad informarlo è il Comando Generale della Guardia di Finanza.
ROMA, 53ENNE SENZA FISSA DIMORA ARRESTATO DAI CARABINIERI. I Carabinieri della Stazione di Roma Piazza Farnese, su delega della Procura della Repubblica di Roma, hanno notificato un’ordinanza di applicazione di custodia cautelare in carcere, emessa dal GIP del Tribunale di Roma, nei confronti di un uomo di 53 anni, gravemente indiziato del reato di atti persecutori in danno di due parroci di chiese del centro di Roma e dei frequentatori delle parrocchie. Le indagini, avviate lo scorso mese, dopo una denuncia di una delle vittime, attraverso l’analisi dei sistemi di videosorveglianza, servizi mirati di osservazione, controllo e pedinamento, le testimonianze e le individuazioni fotografiche, hanno consentito di raccogliere gravi elementi indiziari relativi alla condotta e al ruolo dell’indagato. In particolare l’uomo, senza fissa dimora, attraverso continue molestie e minacce di morte con l’uso di un coltello e atteggiamenti prevaricatori, ha intimorito i fedeli e i due preti al fine di ottenere denaro, cibo e altri sussidi tra cui la cosiddetta “lettera del Papa”, presentabile solo una volta ogni 6 mesi e alla quale non aveva diritto non essendo decorso il tempo previsto. Il modus operandi era quello di sostare all’ingresso della Chiesa consumando alcolici e stupefacenti, sdraiarsi nei banchi di Chiesa destinati alla preghiera per cercare di asportare denaro e altri beni, incutere paura nei confronti delle vittime millantando di non temere le forze dell’ordine e di non avere nulla da perdere. Giorno dopo giorno, coordinati dalla Procura di Roma i Carabinieri della Stazione di Roma Piazza Farnese, hanno raccolto elementi indiziari che, valutati dal Gip hanno portato all’emissione dell’ordinanza cautelare. Espletate le formalità di rito l’indagato è stato associato presso il carcere “Regina Coeli“, a disposizione dell’Autorità Giudiziaria. ROMA, CENTRO STORICO ALLACCI ABUSIVI ALL’ENERGIA ELETTRICA ALL’APPARTAMENTO, IN ZONA PANTHEON, OCCUPATO ABUSIVAMENTE. I CARABINIERI ARRESTANO 6 CITTADINI TUNISINI. I Carabinieri della Stazione di Roma San Pietro e quelli della Stazione Roma Piazza Farnese hanno arrestato 6 cittadini tunisini, di età compresa tra i 20 e i 42 anni, tutti già noti alle forze dell’ordine, gravemente indiziati del reato di furto aggravato. Acquisita la denuncia per un’occupazione abusiva di un appartamento in via Salita dè Crescenzi, nei pressi del Pantheon, di proprietà di un ente ecclesiastico, i Carabinieri sono intervenuti per una verifica, trovando all’interno i 6 uomini. A seguito di mirati accertamenti svolti con il personale della società di fornitura elettrica “A-reti”, è emerso che l’abitazione occupata dagli indagati era stata allacciata abusivamente alla rete elettrica. Il danno è in corso di quantificazione. Denunciati per occupazione abusiva e segnalati alla Prefettura perchè in casa sono state trovate anche alcune dosi di hashish e cocaina, i 6 indagati sono stati condotti presso le Aule del Tribunale di Roma dove, ad esito del rito direttissimo, il loro arresto è stato convalidato. A comunicarlo è il Comando Provinciale CC di Roma.
METEO L’alta pressione perde forza e la giornata di domani, come segnalato da “Il Meteo“, sarà contrassegnata da un tempo stabile al Centro-Nord, ma con un cielo più coperto sulle regioni adriatiche e localmente nebbioso sulla Pianura Padana. Condizioni in peggioramento sulla Sicilia con rovescisparsi anche a carattere temporalesco, in spostamento verso sera anche sulla Sardegna orientale.
Rocco Becce
Direttore Editoriale