CRONACA – COMO, ATTIVITÀ DELLA GDF DI “BOAT AND BREAKFAST“ SUL LAGO DI COMO. SANZIONATO IL TITOLARE DI UN’UNITÀ NAVALE – I militari della Guardia di Finanza, svolgendo attività di Polizia Economico-Finanziaria in ambito lacuale, hanno individuato un’imbarcazione da diporto ormeggiata presso il porto di Colico (LC), che svolgeva attività di “Boat and Breakfast” in modo irregolare. All’esito dei sopralluoghi effettuati e dei successivi accertamenti eseguiti, i militari dalla Stazione Navale Lago
di Como hanno rilevato che l’unità da diporto veniva utilizzata come struttura ricettiva, servendosi anche, in.maniera irregolare, di una piattaforma internet per la gestione delle prenotazioni. La proprietà offriva la possibilità di dormire a bordo dell’imbarcazione, senza cederla in locazione, offrendo il servizio di
alloggiamento e prima colazione, al pari di una struttura turistica. Le Fiamme Gialle hanno, quindi, deferito alla
competente Autorità Giudiziaria il coinvolto che svolgeva illecitamente la descritta attività, per la mancata comunicazione dei clienti, fruitori dei servizi ricettivi, all’Autorità di Pubblica Sicurezza. Sono state, inoltre, elevate sanzioni amministrative pari a oltre 30 mila euro, per violazione di specifiche previsioni del “Codice della
Nautica” da diporto e sono in corso ulteriori accertamenti di carattere fiscale. La componente aeronavale della Guardia di Finanza presente sul Lago di Como costituisce un fondamentale presidio delle acque interne, a tutela dell’economia legale e a contrasto delle attività illecite, attraverso il
mantenimento dell’operatività tutti i giorni dell’anno. Il ruolo di vigilanza lacuale viene, inoltre, svolto anche in
chiave preventiva, assicurando una costante presenza e un’adeguata attività di controllo. PADOVA, IRREGOLARITÀ NELL’UTILIZZO DI APPARECCHI DA INTRATTENIMENTO.
SANZIONATI DALLA GDF 59 ESERCIZI COMMERCIALI. Sono 240 gli apparecchi di intrattenimento non in regola trovati nei 59 esercizi commerciali sanzionati nel corso del 2024 dai militari del Comando Provinciale di Padova nell’ambito di accertamenti diretti a riscontrare l’osservanza delle prescrizioni normative a contrasto della ludopatia. Nella bassa padovana, i controlli hanno portato i Finanzieri delle Compagnie di Piove di Sacco ed Este ad
accedere presso diverse attività commerciali, dove è stata rilevata l’accensione di oltre 100 apparecchi di
intrattenimento, sia VLT che c.d. New Slot, liberamente accessibili al pubblico, nella fascia oraria di interruzione
del gioco imposta, a tutela degli utenti, dalle leggi regionali vigenti. Le condotte illecite hanno riguardato anche il capoluogo e il nord della provincia patavina, infatti, l’attività dei militari del Gruppo di Padova, costantemente concentrata sul capillare controllo economico del territorio nel capoluogo e nei comuni circostanti, ha permesso di accertare la violazione della legge regionale sulla
prevenzione e sulla cura del disturbo da gioco d’azzardo patologico su un totale di 53 apparecchi controllati.
L’attività dei militari svolta nell’alta padovana, infine, ha permesso di accertare violazioni a carico di 20
esercenti, i quali hanno mantenuto attivi 85 apparecchi nelle fasce orarie non consentite, e proporre, in un caso, anche la sospensione della licenza alla Questura di Padova, per recidiva. Nel corso degli accertamenti, inoltre, i militari hanno, altresì, rilevato violazioni di natura amministrativa alla normativa antiriciclaggio,
consistenti nella mancata adeguata verifica della clientela e nella mancata conservazione dei dati per alcune operazioni di monetizzazione di ticket per vincite superiori a € 500. I controlli in rassegna hanno consentito di segnalare le violazioni accertate ai Comuni, enti competenti all’irrogazione delle sanzioni pecuniarie, quantificabili in un range compreso tra un minimo di circa 120 mila euro e
un massimo di oltre 300 mila euro. VICENZA, TRADOTTO IN CARCERE UNO DEGLI AUTORI DELL’ESTORSIONE AI DANNI DEL PROFESSIONISTA VICENTINO. I finanzieri del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Vicenza, in esecuzione di un’ordinanza del Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale del capoluogo berico emessa su richiesta della locale Procura
della Repubblica che ha coordinato le indagini, hanno tradotto in carcere uno dei due indagati di Malo già ai domiciliari da alcune settimane presso la propria abitazione di residenza a seguito dell’arresto in flagranza per il
reato di estorsione con minaccia ai danni di un professionista vicentino.
In particolare, i militari del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Vicenza, anche dopo l’arresto degli indagati, non hanno smesso di investigare nei loro confronti abbinando alle classiche metodologie di indagine,
quali l’esame documentale di quanto rinvenuto in sede di perquisizione, l’analisi delle transazioni finanziarie e la raccolta di sommarie informazioni, anche l’esecuzione di attività tecniche finalizzate non solo all’identificazione di altre possibili vittime ma anche alla prevenzione e repressione di eventuali azioni di ritorsione verso il
denunciante, nei cui confronti era stata, comunque, già richiesta e ottenuta l’attivazione da parte della Prefettura di
Vicenza di un apposito servizio di vigilanza generica. Ed è proprio, grazie a tali attività, che le Fiamme Gialle beriche hanno prontamente intercettato la volontà
dell’arrestato di organizzare una spedizione punitiva incaricando tre persone provenienti dalla Sicilia di
“spaccargli le gambe” dietro corrispettivo di 20 mila euro. Non solo, i militari hanno riscontrato anche la reiterata violazione dei divieti connessi alla misura degli arresti domiciliari per aver, tra l’altro, senza preventiva autorizzazione, incontrato e dialogato telefonicamente con terze
persone, arrivando financo a rilasciare un’intervista a una emittente televisiva cittadina, durante la quale
l’arrestato aveva ammesso di prestare denaro, da oltre trent’anni a più persone, applicando un tasso di interesse oscillante tra il 5% e il 10%. Per queste ragioni, i finanzieri vicentini hanno immediatamente informato la locale Autorità Giudiziaria, ottenendo l’applicazione della custodia cautelare in carcere in sostituzione del precedente regime detentivo. LUCCA, ARRESTATO DALLA GDF IMPRENDITORE EDILE GARFAGNINO RESPONSABILE DI
BANCAROTTA FRAUDOLENTA. I finanzieri del Comando Provinciale di Lucca nell’ambito di attività di Polizia Economico-Finanziaria a tutela della legalità del mercato e della libera concorrenza, nei giorni scorsi hanno dato esecuzione ad un’ordinanza
applicativa di misure cautelari domiciliari, emessa dal G.I.P. del Tribunale di Lucca, su richiesta della locale
Procura della Repubblica, nei confronti di un imprenditore edile della “garfagnana”. La misura cautelare personale riguarda ipotesi di bancarotta fraudolenta, documentale e distrattiva, in seno alle quali sono state accertate, da parte dei militari della Tenenza di Castelnuovo di Garfagnana, plurime condotte dolose, consistite sia nel sistematico e reiterato inadempimento agli obblighi fiscali, pari a circa 182.000,00 euro, che nello svuotamento della società attraverso operazioni finalizzate alla sottrazione di risorse finanziarie e beni societari a favore di altra società appositamente costituita. Le azioni poste in essere hanno generato un progressivo accumulo di debiti determinanti uno stato di decozione della società a discapito dei fornitori e dell’Erario. Le investigazioni hanno consentito di appurare come l’indagato si sia servito di una società clone, con
denominazione pressochè identica, stessa sede e compagine sociale, appositamente costituita. ANCONA, SCOPERTA UN’INGENTE FRODE FISCALE NEL COMMERCIO ONLINE DI APPARECCHIATURE FOTOGRAFICHE. ESEGUITO SEQUESTRO PER 6,5 MILIONI DI EURO. Il Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Ancona ha portato a termine un’importante attività d’indagine che ha disvelato un articolato meccanismo volto a evadere le imposte, attraverso la creazione di numerosi schermi societari fittizi in Italia e all’estero. L’operazione, condotta dai finanzieri del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria del capoluogo dorico, ha permesso di ricostruire un imponente commercio di apparecchiature fotografiche, immesse sul mercato italiano negli ultimi anni da un residente nel ravennate, in totale evasione di imposte, in soli 4 anni, sono stati evasi oltre 24,5 milioni di euro di cui 13,5 milioni di imposte dirette, 8 milioni di IRAP e 3 milioni di Iva. In particolare, l’ideatore del sistema evasivo aveva creato un meccanismo particolarmente insidioso che prevedeva l’approvvigionamento di prodotti fotografici di provenienza asiatica per il tramite di società
lussemburghesi a lui riconducibili. La merce veniva successivamente ceduta solo cartolarmente a una rete di imprese avvicendatesi negli anni e dislocate in diverse regioni italiane (Puglia, Emilia Romagna e Marche) tutte gestite dal ravennate, ma intestate a diversi prestanome che, sistematicamente, omettevano la presentazione delle previste dichiarazioni fiscali. Tali imprese erano, infatti, costituite con il solo intento di rimanere operative per un periodo di tempo limitato, al termine del quale venivano sostituite da altre. Così, facendo, il responsabile introduceva nel mercato nazionale prodotti a un prezzo altamente competitivo, grazie agli immediati effetti generati dall’omesso versamento delle imposte che, di fatto, costituiva il sostanziale profitto, con conseguente grave danno alla concorrenza per le imprese operanti legalmente nel medesimo settore. Al termine dei passaggi cartolari, le apparecchiature fotografiche venivano rivendute sottocosto sia a grossisti del settore sia direttamente ai consumatori finali, tramite un sito web pubblicizzato anche sui principali motori di ricerca. Sulla scorta delle evidenze acquisite dai finanzieri di Ancona, il Tribunale di Ravenna ha emesso un provvedimento di sequestro preventivo per 6,5 milioni di euro che ha consentito di sequestrare quote societarie, disponibilità finanziarie e beni immobili, formalmente intestati a interposti, ma di fatto nella disponibilità del principale indagato. A comunicarlo è il Comando Generale della Guardia di Finanza.
FIUMICINO, ARRESTI EDEGUITI DAI CARABINIERI. I Carabinieri della Stazione di Fiumicino hanno arrestato un 30enne peruviano, già noto alle forze dell’ordine, gravemente indiziato dei reati di resistenza a Pubblico Ufficiale, false generalità, possesso di documenti d’identità falsi, ricettazione e possesso ingiustificato di strumenti atti allo scasso. Nel corso di un mirato servizio volto alla prevenzione e repressione dei reati predatori, i Carabinieri hanno individuato un appartamento che si è rivelato luogo di dimora di diversi cittadini di origine sudamericana. Dopo aver bussato alla porta per verificare la presenza di persone e identificare gli occupanti, l’indagato ha tentato la fuga per eludere le verifiche, spintonando e colpendo i militari con calci e gomitate, ma è stato immediatamente bloccato. La perquisizione eseguita dai Carabinieri ha, poi, permesso di rinvenire numerosa merce di dubbia provenienza tra cui 7 orologi di lusso, 6 smartphone, un tablet e circa 1.000 euro in denaro contante, oltre a diversi arnesi da scasso, tra cui cacciaviti, seghetti, martelli, pinze e tronchesi, trapano e frullini. I Carabinieri hanno anche trovato passaporti peruviani riconducibili ad altre persone al momento non presenti in casa e altri documenti di guida risultati, ad esito di approfonditi accertamenti, falsi. L’arresto del 30enne, identificato mediante fotosegnalamento perché ha fornito false generalità, è convalidato ad esito di rito direttissimo tenutosi presso le Aule del Tribunale di Civitavecchia che ha disposto per lui l’obbligo di presentazione in caserma. Le indagini dei Carabinieri della Stazione di Fiumicino proseguono per rintracciare gli altri occupanti dell’abitazione e per individuare i legittimi proprietari della refurtiva recuperata. È quanto informato dal Comando Provinciale CC di Roma.
METEO Nei prossimi giorni, come segnalato da “Il Meteo“, avremo a che fare con una violenta irruzione di aria fredda in discesa, direttamente dal Polo Nord. L’ingresso di queste correnti gelide ed instabili dalla Porta del Rodano e da quella della Bora favoriranno la formazione di un ciclone sul bacino del Mediterraneo, innescando, così, forti precipitazioni su molte delle nostre regioni.
Rocco Becce
Direttore Editoriale