In Basilicata, dopo una raccolta di firme arrivate a quota oltre 1.500, riunioni e varie manifestazioni svoltesi contro l’installazione di un radar meteorologico militare sul monte Li Foj di Picerno, in provincia di Potenza, un assordante silenzio si è abbattuto sulla vicenda “Radar Monte Li Foj“.
Lo scorso 14 febbraio, infatti, è la data di pubblicazione della sentenza del TAR (Tribunale Amministrativo Regionale) di Basilicata, che decretava la necessità del procedimento di VIA (Valutazione Incidenza Ambientale), per un’opera contestata da tanti e da un comitato cittadino, dando difatti ragione a quanto affermato sin dall’inizio dagli stessi promotori, che da subito si sono mossi in difesa della propria Terra.
“Un silenzio rotto qualche giorno fa – come si spiega in questa nota inviata oggi, sabato 30 settembre, dal comitato “No Radar Monte Li Foj” – che, per tanti motivi legati all’ambiente, è contro l’installazione del radar militare e che non ha mai smesso di vigilare su eventuali contromosse da parte della Regione Basilicata e la Protezione civile, che ora è venuto anche a conoscenza di un ricorso giunto in Consiglio di Stato da parte degli Uffici di Presidenza del Consiglio”.
“Tali uffici, che capeggiano il dipartimento di “Protezione Civile Nazionale” – aggiunge il comitato – avrebbero posto un ricorso alla sentenza del TAR, proprio negli ultimi giorni utili”.
“La giurisprudenza permette, che, entro pochi giorni, il Consiglio di Stato – prosegue la nota – possa esprimersi a riguardo e, quindi, un ulteriore punto a favore del comitato, oppure un passo indietro verso l’ambito traguardo”.
“Al fine di non perdere quanto fatto sin ora, il comitato, auspica – in conclusione del comunicato stampa – che gli amministratori di Picerno incarichino, quanto prima, un legale che possa rappresentare adeguatamente le ragioni di un popolo in secondo appello”.
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