In Puglia, all’alba di oggi, mercoledì 4 ottobre, operazione contro il lavoro nero dei militari dell’Arma dei Carabinieri del Nucleo Ispettorato del Lavoro di Taranto, della Compagnia dei Carabinieri di Castellaneta e della Stazione dei Carabinieri di Marina di Ginosa in provincia di Taranto, con il supporto di un elicottero del 6° Elinucleo Carabinieri di Bari Palese e del Nucleo Carabinieri Cinofili di Modugno.
Nei due comuni pugliesi, di Castellaneta e Marina di Ginosa, è stato dato esecuzione a 2 provvedimenti cautelari in carcere, emessi dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Taranto, dott. Giuseppe Tommasino, su richiesta del Sostituto Procuratore della Repubblica di Taranto, dott.ssa Giorgia Villa, nei confronti di S.F., 43enne di Ginosa Marina e di P.M.A., 25enne rumeno, ritenuti responsabili, a vario titolo, di intermediazione illecita di manodopera e sfruttamento del lavoro nell’ipotesi aggravata, estorsione, furto aggravato, lesioni personali, tentata violenza privata in concorso.
L’attività di osservazione e riscontro ha consentito, così, in breve tempo, di accertare l’esistenza di un sistema consolidato di sfruttamento di almeno 35 lavoratori, i quali, una volta reclutati, venivano occupati in nero in condizioni disumane ed in straordinaria violazione dei contratti collettivi di lavoro nazionali e provinciali.
Durante le indagini, con l’ausilio di personale del competente servizio di igiene e sanità pubblica, si è certificato l’antigienicità e inabitabilità della casa rurale, presso la quale alloggiavano i lavoratori, tant’è che si è reso necessario un provvedimento di sgombero, imposto dall’assenza di servizi igienici e di idonei locali doccia.
Inoltre, grazie all’intervento di una squadra dell’ENEL, sono stati scongiurati eventi lesivi di natura elettrica connessi all’inadeguatezza dell’impianto elettrico che risultava essere stato abusivamente allacciato alla rete pubblica.
In dettaglio, secondo le contestazioni dell’accusa, il datore di lavoro, S.F., impiegava in nero o irregolarmente, lavoratori rumeni quali braccianti agricoli, in condizione di sfruttamento e approfittando del loro stato di bisogno, costringendoli in condizioni abitative e igienico-sanitarie assai degradanti, in piena difformità ai contratti collettivi nazionale e provinciale, estorcendo la prestazione lavorativa, con la minaccia di violenza fisica e di interruzione del rapporto di lavoro.
Lo stesso, è risultato responsabile anche di furto di energia elettrica mediante allaccio abusivo e posticcio di un by pass elettrico applicato direttamente sul palo della rete pubblica, al fine di fornire energia elettrica al casolare, dove aveva deciso di “stipare” i suoi lavoratori.
Al caporale, P. M. A., di nazionalità rumena, è stato, invece, contestato di aver reclutato sistematicamente manodopera, al fine di destinarla al lavoro in condizioni di sfruttamento, garantendone l’impiego in condizioni degradanti con metodi di sorveglianza assai rigidi e anche mediante intimidazione, consistita nell’avere minacciato l’interruzione del rapporto di lavoro in caso di rendimento non adeguato o tempi di lavorazione non conformi alle sue disposizioni, estorcendo la loro prestazione lavorativa e costringendo i suoi connazionali a subire minaccia e violenza fisica, così come realmente posto in essere almeno in due occasioni, in concorso con altri 3 connazionali.
In tali circostanze, avrebbe procurato fratture al volto di un lavoratore e lesioni politraumatiche al volto e all’addome di una giovane lavoratrice.
Nel complesso, l’intera attività portata avanti, ognuno per la parte di propria competenza, dai Carabinieri del NIL di Taranto e della Stazione di Marina di Ginosa, ha consentito di accertare numerose violazioni in materia giuslavoristica.
Infatti, ammontano a 114mila euro le sanzioni amministrative in contestazione, numerose e gravi violazioni di natura prevenzionistica, 411mila euro sono le ammende oggetto di contestazione nell’ambito delle violazioni in materia di salute e sicurezza sui luoghi di lavoro, oltre ad un’evasione contributiva complessiva di circa 3.886mila euro.
Rocco Becce robexdj@gmail.com
Direttore Editoriale