All’alba di oggi, lunedì 24 ottobre, operazione antidroga “Cava“, in Puglia, con arresti e indagati.
Otre 60 Carabinieri del Comando Provinciale di Taranto, con l’ausilio di militari dello Squadrone Carabinieri Eliportato Cacciatori “Puglia” e del Nucleo Cinofili di Modugno, hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare, emessa dal G.I.P. del Tribunale di Lecce, su richiesta della locale Direzione Distrettuale Antimafia, a carico di 16 persone.
Tutti gli indagati, sono gravemente indiziati, a vario titolo, di aver costituito un’associazione per delinquere, finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti con base nella Città Vecchia di Taranto.
L’indagine, svolta dai Carabinieri della Sezione Operativa della Compagnia di Taranto, che ha portato anche alla denuncia in stato di libertà di altre 14 persone, avrebbe consentito di ricostruire, con metodi di indagine classica, quali servizi di osservazione e pedinamento ed anche attività tecniche, portate avanti con supporti tecnologici avanzati, l’articolazione dei due gruppi, di cui uno ritenuto egemone, nello spaccio di cocaina ed eroina nei vicoli della cittadina pugliese, mentre l’altro molto attivo nella zona di Paolo VI.
Parte degli arrestati utilizzavano un’abitazione sfitta, come presunta base per i propri traffici illeciti.
L’appartamento, occupato abusivamente, sarebbe stato trasformato in un vero e proprio fortino della droga, grazie all’istallazione di porte blindate, grate anti intrusione e telecamere, che potevano garantire una sorta di sicurezza a chi era all’interno.
Sul terrazzo dell’abitazione era stato, inoltre, occultato anche un fucile d’assalto Ak-47, completo di baionetta e munizionamento.
Le vedette, che pattugliavano costantemente le vie di accesso, erano sempre pronte ad avvisare le persone presenti giorno e notte nell’appartamento, si ritiene impegnate nella preparazione delle dosi per la successiva vendita al dettaglio, che avveniva facendo calare un cesto da una piccola finestra al livello della strada, dove erano presenti gli acquirenti.
I clienti, provenienti soprattutto dalle cittadine limitrofe al capoluogo e che talvolta erano costretti ad aspettare in fila il proprio turno, prima di ricevere la dose richiesta, avrebbero dovuto lasciare i soldi all’interno del cesto, riempito, poi, con la sostanza stupefacente.
Uno degli indagati, al livello della strada, comunicava ad un’altra persona affacciata alla finestra dell’appartamento la quantità di volta in volta richiesta dai clienti, calcolata in base alla somma di denaro consegnata ed inserita all’interno del cesto.
Proprio ad uno degli acquirenti, intenzionato ad acquistare dell’hashish, era stato chiarito che lì venivano vendute solo “bianca” o “nera”, parole in codice per indicare la cocaina e l’eroina.
L’altro gruppo avrebbe scelto come base un circolo ricreativo abusivo, ricavato in un sottoscala, all’interno del quale vi erano degli apparecchi per il gioco d’azzardo non funzionanti, utilizzati per simulare un locale ad uso ludico.
Era stato, quindi, praticato un foro nel muro, collegando il locale ad un altro esercizio attiguo, dal quale sarebbe avvenuto lo scambio tra soldi e droga, che aveva una porta in ferro corazzata, per rendere difficile l’accesso alle forze dell’ordine.
Complessivamente, durante l’attività investigativa, coordinata dalla D.D.A. (Direzione Distrettuale Antimafia) di Lecce e nella sua fase iniziale dalla Procura della Repubblica presso il tribunale di Taranto, sono stati sequestrati 20mila euro in contanti e quasi 3 chili di sostanza stupefacente, di vario tipo.
Sono stati documentati continui viaggi in località del barese, della Basilicata e della Calabria, effettuati da corrieri, che si rifornivano di droga, da vendere, poi, nel capoluogo jonico.
Ad informarlo è il Comando Provinciale CC di Taranto.
Rocco Becce
Direttore Editoriale