Le chiamano fonti rinnovabili, le “bellissime” ed interessanti pale eoliche che hanno rivoluzionato il nostro ambiente, ma solo in peggio.
Altre due porcherie di questo tipo sono state autorizzate dal Consiglio dei Ministri, pensate da chi, su proposta del Presidente, Giorgia Meloni, e con l’assenso del Presidente della Regione Basilicata Vito Bardi, ha licenziato positivamente i procedimenti di valutazioni di impatto ambientale di interesse nazionale, relativi a 2 “importanti” impianti da fonti di energia rinnovabile proposti sul territorio lucano.
Ad informarlo, è l’Assessore all’Ambiente Territorio ed Energia, Cosimo Latronico, che, secondo il suo punto di vista, e dei colleghi del centrodestra, ma non certo degli ambientalisti o dai “Verdi“, scomparsi quasi del tutto, rimarca il contributo importante della Regione Basilicata nel processo di transizione energetica della nazione.
Il primo impianto è stato proposto da “Edison” e consiste nella realizzazione di un accumulo idroelettrico mediante pompaggio ad alta flessibilità da realizzarsi nel territorio del Comune di Pescopagano, della potenza stimata pari a 70 MW.
Il progetto, come spiegato in un comunicato stampa, prevede principalmente la realizzazione di un bacino accumulo, da collegare tramite una condotta forzata, interamente interrata, al bacino di monte esistente (invaso Saetta) e relative opere di connessione alla RTN (Rete di Trasmissione Nazionale).
Il bacino di valle sarà collegato con il lago Saetta, con una condotta forzata, interamente interrata.
La condotta, di lunghezza pari a circa 4,5 km, convoglierà le acque dell’invaso del monte ad una centrale in caverna per la produzione di energia elettrica, la quale sarà, poi, immessa in rete attraverso una sottostazione elettrica da realizzarsi in corrispondenza del bacino di valle.
Gli impianti di pompaggio alta flessibilità, come quello in progetto, costituiscono una risorsa strategica per il sistema elettrico, stante la capacità di fornire, in tempi rapidi, servizi pregiati di flessibilità, necessari all’efficiente integrazione delle fonti rinnovabili non programmabili (eolico e fotovoltaico) nel mix energetico, assicurando al contempo adeguatezza, qualità e sicurezza del sistema elettrico nazionale.
L’impianto, che ha avuto il consenso anche delle amministrazioni locali, risponde alle esigenze di razionalizzazione dell’uso di fonti rinnovabili e la sua realizzazione viene proposta in un momento di attenzione per la questione energetica di grande interesse per l’intera nazione.
Il secondo impianto, proposto dalla Società “ERG Wind7 S.r.l.” è finalizzato al potenziamento mediante riefficientamento di un impianto eolico esistente con sostituzione di 36 aerogeneratori ubicati nel Comune di Forenza, con 12 di grande taglia per una potenza massima installabile di nuova installazione pari a 54 MW, sempre sulla dorsale montuosa allineata NNE-SSO su cui ha sede l’abitato di Forenza.
Il parco eolico, prevedendo l’installazione del più moderno tipo di aerogeneratore, comporterà una drastica riduzione del numero di torri eoliche, dalle 36 esistenti alle 12 proposte, l’incremento di efficienza delle turbine proposte rispetto a quelle attualmente in esercizio.
Porterà, inoltre, ad un ampliamento del tempo di generazione ed un aumento della produzione unitaria media.
E scusate, se è poco, tutto questo.
Quindi, punto e accapo, con chiunque venga a governare i nostri territori diventati soltanto brutture uniche.
Poi, ritorneremo anche alle promesse fatte negli anni passati dal “Partito Democratico“, quasi scomparso da Nord a Sud.
Rocco Becce
Direttore Editoriale