CRONACA – BIRRA DI CONTRABBANDO, LA GDF DI VIPITENO SEQUESTRA 2.500 LITRI, DESTINATI AD ESERCIZI COMMERCIALI NAZIONALI – Ammonta ad oltre 2.500 litri il sequestro di birra di contrabbando, eseguito dai militari della Guardia di Finanza di Vipiteno nei giorni scorsi, nell’ambito delle attività di controllo economico del territorio che le Fiamme Gialle svolgono quotidianamente presso la barriera autostradale dell’A22, punto nevralgico per i traffici commerciali su gomma che dagli altri Paesi dell’Unione giungono in territorio italiano. Stoccata in 62 fusti pronti per la spillatura e destinata a rifornire diversi pub e ristoranti su tutto il territorio nazionale, la birra era stata acquistata in Germania, per essere trasportata, a bordo di anonimi furgoni, in carenza dei necessari documenti di accompagnamento, che garantiscono la tracciabilità del prodotto, anche ai fini del pagamento dell’accisa, l’imposta cui sono assoggettate le bevande alcoliche, all’atto dell’immissione in consumo. In tal modo, i rivenditori finali avrebbero potuto garantire un prezzo “al boccale” certamente più conveniente rispetto agli altri esercenti, attirando un maggior numero di clienti e falsando la concorrenza, in pregiudizio di chi che opera sul mercato nel rispetto delle regole. Colti sul fatto, tre conducenti, tutti italiani, hanno fornito le più disparate giustificazioni per quella che, a loro dire, era una mera disattenzione. Uno ha affermato di non sapere come fosse regolamentato il trasporto della birra, un altro ha dichiarato di eseguire il trasporto per conto di un amico, senza essersi preoccupato di accertare la tipologia di merce che gli era stata consegnata. L’ultimo ha cercato di convincere i finanzieri che il quantitativo rinvenuto, oltre mille litri, fosse destinato al suo personale consumo, nonostante fosse da tempo titolare di un’impresa, in Calabria, che commercia bevande. L’acquisto oltre confine è costato particolarmente caro a tutti e tre: ciascuna partita di birra è stata sottoposta a sequestro e i conducenti, nonché i destinatari finali del prodotto, sono stati denunciati alla Procura della Repubblica di Bolzano per il reato di sottrazione all’accertamento o al pagamento dell’accisa, punito con la reclusione da 6 mesi a 3 anni e con una multa commisurata all’ammontare dell’imposta evasa e, in ogni caso, non inferiore a € 7.746. ORISTANO, OPERAZIONE “IMMOBIL CRACK” DELLA GDF. ARRESTATI IMPRENDITORI E LORO PRESTANOME PER REATI FALLIMENTARI, SOCIETARI E TRIBUTARI. SEQUESTRI IN TUTTA L’ISOLA. Nella giornata dello scorso 16 ottobre, in esecuzione di misure cautelari, personali e reali, disposte dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Cagliari, sono stati tratti in arresto e condotti in carcere due imprenditori di anni 73 e 61 e un loro presunto prestanome, di anni 56. Un altro dei presunti prestanome, anch’esso destinatario della misura detentiva, è recentemente deceduto. L’attività scaturisce da una verifica fiscale condotta nell’anno 2018 dal Nucleo di Polizia Economico Finanziaria di Oristano nei confronti di una società esercente l’attività di gestione di alberghi e ristoranti con sede legale in Villasimius (CA) e sede amministrativa a Sassari, facente capo ai predetti imprenditori, la cui posizione era emersa nel corso di altre attività investigative. Dagli esiti della verifica fiscale sono emersi indizi di un sistematico omesso versamento delle imposte dovute all’Erario per un totale complessivo di oltre 3 milioni di euro e il presunto mancato ripianamento di mutui bancari per circa 2,8 milioni di euro, oltre ad ipotesi di debiti non onorati nei confronti di altri soggetti. Inoltre, tale modus operandi sarebbe proseguito, con operatività in tutta l’Isola, almeno dall’anno 2008, mediante una galassia di società, complessivamente, circa 30, che sarebbero riconducibili sempre alle stesse persone, ovvero a loro prestanome e sarebbero state di volta in volta costituite, “svuotate” e destinate al fallimento. Il ruolo dei presunti “prestanome” sarebbe emerso anche in virtù di alcune scritture private rinvenute all’atto delle perquisizioni, nell’ambito delle quali gli interessati attestavano che le quote in loro possesso erano, effettivamente, di proprietà esclusiva dei suddetti imprenditori ai quali avrebbero dovuto essere intestate “a loro semplice richiesta, senza che nulla mi sia dovuto”. In qualche caso, il prestanome avrebbe avuto un ruolo esclusivamente “cartolare”. Tra i prestanome figurerebbero anche i due figli di uno degli imprenditori, anch’essi deferiti all’A.G. Al termine delle indagini, per le anzidette condotte perpetrate nel tempo sono stati contestati agli interessati, in concorso tra loro, i reati di bancarotta fraudolenta patrimoniale e documentale, la bancarotta semplice, il falso in bilancio con mancato pagamento delle imposte e la turbata libertà degli incanti, posto che avrebbero interferito, in varie occasioni, con il regolare svolgimento delle aste giudiziarie alle quali avrebbero indebitamente partecipato allo scopo di riacquisire beni in precedenza escussi nei loro confronti. Proprio in quest’ultimo contesto rientrerebbe la vicenda del “Teatro De Candia” di Ozieri. VENEZIA, SEQUESTRO DI PREVENZIONE PER 800MILA EURO NEI CONFRONTI DI UNA PERSONA SOCIALMENTE PERICOLOSA. I militari del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Venezia hanno dato esecuzione a un decreto di sequestro di prevenzione ai sensi del “Codice Antimafia” emesso, su richiesta della Procura della Repubblica di Venezia, dalla Sezione Misure di Prevenzione del Tribunale lagunare, nei confronti di una 67enne di origini campane, contraddistinta da una elevata pericolosità sociale persistente nel tempo fin dai primi anni 2.000, e di altre 4 persone residenti in Calabria, intestatarie degli immobili a lei riconducibili, per un valore complessivo stimato per circa 800mila euro. La pericolosità sociale della donna è stata valorizzata ai fini del procedimento di prevenzione in quanto la stessa, nel tempo, utilizzando anche un nome di fantasia, aveva realizzato numerose truffe qualificandosi, di volta in volta, quale agente immobiliare, intermediario finanziario, medico, ovvero millantando importanti conoscenze tra funzionari e dirigenti appartenenti alla Pubblica Amministrazione. Dopo essersi assicurata la fiducia delle vittime, le circuiva prospettando la possibilità di risolvere problematiche di varia natura, previo versamento di cospicue somme di denaro in contanti o in assegni e, una volta incassate le somme, si rendeva irreperibile. Gli approfondimenti svolti hanno, inoltre, consentito di acclarare come la donna non abbia mai dichiarato nè percepito redditi e che le uniche provviste di cui ha beneficiato erano costituite dai proventi illeciti derivanti dai reati, quali truffe, millanto credito e sostituzione di persona, perpetrati per la maggior parte in Veneto, in particolare nelle province di Venezia e Verona. Le indagini eseguite nel procedimento di prevenzione hanno permesso di ricondurre alla donna 5 unità immobiliari e 3 terreni, formalmente inteste a prossimi congiunti proprio per occultarne l’illecita provenienza. La ricostruzione delle dinamiche criminali relative alla destinataria dell’odierno provvedimento di sequestro non si sono limitate alla Regione Veneto, riguardando il territorio calabrese e rilevando come i delitti contestati siano stati commessi senza soluzione di continuità, con persistenza e recidività in un arco di tempo di oltre 15 anni. Il Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Venezia ha, quindi, sottoposto a sequestro gli immobili e i terreni tutti situati in Calabria nelle province di Vibo Valentia, Crotone e Cosenza, consentendo l’immissione in possesso sugli stessi da parte dell’amministratore giudiziario nominato dal Tribunale di Venezia. RAVENNA, PRODUCONO E VENDONO MACCHINE INDUSTRIALI DOPO AVERNE RUBATO I PROGETTI AD AZIENDA LUGHESE. SEQUESTRATI DALLA GDF BENI PER OLTRE 325MILA EURO. 4 PERSONE INDAGATE. I finanzieri del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Ravenna, su delega del Sostituto Procuratore dott. Luca Venturi della Procura della Repubblica di Bologna, hanno dato esecuzione ad un provvedimento di sequestro preventivo per oltre 325.000 euro nei confronti di 4 persone fisiche di nazionalità italiana e marocchina, quale profitto dei reati di accesso abusivo a sistema informatico, furto aggravato ed autoriciclaggio. Il provvedimento cautelare emesso dal G.I.P. di Bologna si pone a conclusione di un’articolata attività di indagine innescata da un esposto presentato da un’importante società lughese attiva nella progettazione e produzione di macchine ed impianti automatici per l’estrusione dei tubi e dei profili in plastica. Le successive indagini svolte dalle Fiamme Gialle ravennati hanno permesso di accertare come alcuni dipendenti infedeli, con il supporto di un familiare, si siano impossessati di oltre 1.000 disegni tecnici di proprietà della medesima società attraverso accessi abusivi ai sistemi informatici della stessa, per poi avviare un mercato parallelo alimentato da prodotti che ne riproducevano i progetti. Nel corso delle indagini è stato accertato inoltre come, oltre ai disegni tecnici, gli indagati avessero proceduto a trafugare anche numerosi pezzi di ricambio che venivano utilizzati per l’assemblaggio degli stessi macchinari. Per tali motivi, la Procura di Bologna ha richiesto ed ottenuto dal Giudice per le indagini preliminari del tribunale felsineo un provvedimento di sequestro preventivo su conti correnti e immobili nella disponibilità degli indagati per 325.000 euro, quale profitto del reato derivante dalla commercializzazione, per il tramite di una società di “comodo” di diritto marocchino, da qui la contestazione del reato di autoriciclaggio, di quanto rubato all’azienda lughese. È quanto segnalato dal Comando Generale della Guardia di Finanza.
ROMA, AL COLOSSEO PROSEGUONO I CONTROLLI STRAORDINARI DEI CARABINIERI. 6 VENDITORI DI TICKET ABUSIVI SANZIONATI E ALLONTANATI PER 48 ORE. MULTATO ANCHE UN VENDITORE AMBULANTE ABUSIVO. Nell’ambito di un più ampio piano strategico pianificato dal Comando Provinciale dei Carabinieri di Roma per contrastare situazioni di degrado, abusivismo e illegalità, in linea con l’azione fortemente voluta dal Prefetto di Roma Lamberto Giannini in seno al Comitato Provinciale per l’Ordine e la Sicurezza Pubblica, proseguono senza sosta i controlli dei Carabinieri del Comando Roma Piazza Venezia in tutta l’area archeologica del Colosseo, finalizzati al contrasto dei reati predatori e dell’abusivismo commerciale. Nella giornata di ieri, infatti, le attività dei Carabinieri hanno consentito di sorprendere un cittadino del Bangladesh e vendere ombrelli e poncho e altre 6 persone, un cittadino del Gambia, due del Pakistan, un cittadino italiano, uno del Bangladesh e uno della Repubblica Ceca, mentre cercavano di procacciare turisti stranieri, offrendo la vendita di tour guidati per il Colosseo e biglietti per tour in autobus scoperti, senza i necessari titoli e autorizzazioni. Nei loro confronti, i Carabinieri del Comando Roma Piazza Venezia hanno proceduto alla contestazione della violazione amministrativa per un totale di 8.500 €, con notifica dell’ordine di allontanamento, oltre al sequestro di vari badge, materiale pubblicitario, 8 ombrelli e 16 poncho, privi di marchio. ROMA, CONTROLLO STRAORDINARIO DEI CARABINIERI. I Carabinieri della Compagnia di Roma Trionfale hanno effettuato un servizio straordinario di controllo del territorio, nel quartiere Trionfale, finalizzato al contrasto di ogni forma di illegalità e degrado. Il bilancio dell’attività è di 2 persone finite in manette e altre 3 denunciate in stato di libertà. Nel corso del servizio sono state identificate 85 persone, tra cui un romano di 40 anni, che a seguito dei controlli alla banca dati è risultato destinatario di un ordine di esecuzione pena emesso dall’ufficio di Sorveglianza di Roma, dovendo scontare la pena della reclusione di 17 mesi, per reiterate violazioni degli obblighi imposti dall’Autorità Giudiziaria. Invece, un cittadino italiano di 50 anni, già sottoposto all’obbligo di firma in caserma, è stato arrestato in ottemperanza alla misura della custodia cautelare in carcere emessa dal Tribunale di Roma. Un cittadino di origini sud americane, sottoposto alla misura di prevenzione della sorveglianza speciale di pubblica sicurezza con obbligo di soggiorno nel comune di Roma, poichè non è stato trovato all’interno della sua abitazione durante l’orario di permanenza nelle ore serali e notturne, dalla misura a cui è sottoposto. Infine, nel corso dei controlli alla circolazione stradale dove sono stati controllati 35 veicoli, due automobilisti, sono stati denunciati, poichè risultati con il tasso alcolemico oltre i limiti consentiti dal “Codice della Strada”. Ad informarlo è il Comando Provinciale CC di Roma.
METEO In Italia, per domani, come segnalato da “3B Meteo“, piogge e temporali in rapida estensione dal Nord Ovest al Triveneto, a tratti anche forti e qualche rovescio in giornata sull’Emilia Romagna.
Piogge e temporali in Toscana, in estensione entro sera a Lazio, Umbria e Marche, seppur più deboli. Schiarite in Abruzzo. Soleggiato o velato sulle zone peninsulari, rovesci in arrivo su Ovest Sardegna. Le temperature saranno in aumento, tra i 17 e 33 gradi.
Rocco Becce
Direttore Editoriale