Due giovani di 29 e 25 anni, originari, rispettivamente, di Messina e Lecce, che si trovavano presso una comunità terapeutica, sono finiti in carcere, a Matera.
Entrambi, erano destinatari dell’affidamento in prova ai servizi sociali, misura alternativa alla detenzione prevista dall’ordinamento pepenitenziario.
L’ordinanza di revoca dell’affidamento in prova e contestuale applicazione della custodia cautelare in carcere, sono state disposte dalla Procura Generale della Repubblica presso la Corte d’Appello di Messina.
I due, secondo l’attività di Polizia Giudiziaria svolta dalla Squadra Mobile di Matera e durata diversi mesi, con la collaborazione del personale della comunità terapeutica, si sarebbero sostanzialmente accordati tra di loro, al fine di contravvenire ad alcune regole interne alla struttura ospitante.
In particolare, come risulta dal dossier minuzioso e dettagliato compilato e trasmesso dagli investigatori all’Autorità Giudiziaria competente, tenevano ripetutamente condotte di violenza verbale e fisica nei confronti degli operatori della stessa comunità.
L’intervento della Forze di Polizia, pertanto, ha consentito di evitare che la situazione nel centro potesse degenerare e che anche gli altri ospiti, sobillati dai due, potessero rivoltarsi contro tutto il personale operante.
Subito dopo, gli arrestati, sono stati condotti in carcere dagli operatori della Divisione Anticrimine e della Squadra Mobile di Matera, per scontare un residuo di pena di 1 mese e 4 giorni il più grande, di 3 anni, 10 mesi e 28 giorni di reclusione, il più giovane dei due.
Redazione