CRONACA – VIABILITÀ ITALIA, ESODO ESTIVO – “Viabilità Italia” conferma che l’andamento del traffico odierno al momento ha rispecchiato la previsione da bollino “giallo”. I flussi veicolari si sono mantenuti intensi su tutta la rete viaria nazionale, ma la circolazione è stata regolare senza criticità di particolare rilievo. Localmente, abbiamo monitorato rallentamenti a tratti sull’autostrada A22 del Brennero dall’allacciamento con la A4 Torino-Trieste fino a Bolzano in entrambe le direzioni e sull’autostrada A14 nel tratto Emiliano da Bologna a Cesena in direzione Sud. Anche ai passaggi di confine il traffico è stato contenuto, salvo che al Traforo del Monte Bianco con attese lato italiano è di 45 minuti e lato francese di 1 ora e sull’autostrada A9 Como-Chiasso in direzione Svizzera. In Calabria, agli imbarchi di Villa San Giovanni per la Sicilia, non sono state registrate attese di particolare rilievo. Dalla proiezione di questo andamento del traffico legato agli spostamenti dei vacanzieri, uniche eccezioni che hanno turbato la circolazione sono stati alcuni incidenti e in particolare sull’autostrada A1 Roma-Firenze tra Orvieto e Fabro in direzione Nord, dove, verso le ore 11:40, a causa di un incidente autonomo, è stata chiusa la carreggiata per l’atterraggio dell’elisoccorso e si sono formate lunghe code, smaltite successivamente con la riapertura del tratto..Un altro incidente, avvenuto sulla SS 309 Romea, verso le ore 10:00, in località Conche (PD), ha causato il blocco del traffico in entrambe le direzioni, per permette l’intervento dei soccorsi e le operazioni di spostamento dei mezzi. La tendenza del traffico per le prossime ore, potrebbe essere caratterizzata dall’intensificarsi della circolazione in direzione dei maggiori centri urbani per i primi rientri dalla località di vacanza. È quanto comunicato dalla Polizia di Stato.
COMO, FALSE PARTITE IVA UTILIZZATE PER MASCHERARE LAVORO SUBORDINATO. Il Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Como ha individuato una società con sede a Milano, attiva nel settore dell’edilizia, operante sulle sponde dell’alto lago di Como che impiegava illecitamente 6 lavoratori in modo da ottenere un indebito vantaggio economico, risparmiando sul costo dei contributi tipici del lavoro subordinato, generando così una sperequazione competitiva nei confronti degli altri operatori economici del territorio. L’attività svolta dai militari della Compagnia di Menaggio è scaturita in seguito a un controllo presso due cantieri edili, nella zona dell’alto lago, adibiti alla ristrutturazione di edifici privati di pregio. Attraverso poi una dettagliata analisi documentale, le Fiamme gialle hanno effettuato dei mirati riscontri sulla posizione lavorativa dei manovali. Ad insospettire i militari hanno infatti contribuito la mancanza di conoscenza della lingua italiana dei lavoratori, l’esibizione da parte di questi di contratti di prestazione d’opera nonché il repentino spostamento da parte dell’impresa di alcuni dei lavoratori individuati in differenti cantieri in Portogallo. Lo sviluppo dei controlli ha fatto emergere come sei persone, tutte di nazionalità rumena, fossero state impiegate presso la società milanese dal 2020 prima come lavoratori subordinati e, poi, come liberi professionisti. Inoltre è stata anche ricostruita la presenza dei lavoratori in Italia rivelando come dal 2020 ad oggi abbiano tutti abitato presso una dimora riconducibile al rappresentante legale della società e individuato il proprio domicilio fiscale presso gli uffici della stessa. A far dubitare ulteriormente i finanzieri circa la reale natura del rapporto di lavoro dei sei cittadini rumeni sono state anche le dichiarazioni rese da quest’ultimi. Infatti gli stessi lavoratori hanno affermato di non essere a conoscenza delle proprie partite iva e di aver ricevuto direttive circa gli orari di lavoro, eventuali periodi di assenza da personale della predetta società. Pertanto, l’attività posta in essere, utilizzando la presunzione legale relativa di cui alla legge 92/2012 ed alla presenza di determinate condizioni rilevabili da criteri temporali, organizzativi e del fatturato ha permesso di riqualificare il rapporto di lavoro autonomo, simulato in lavoro subordinato. BOLOGNA, SCOPERTI DALLA GDF INTROITI PER 1 MILIONE NASCOSTI AL FISCO DA ISTRUTTORE DI EQUITAZIONE. Le Fiamme Gialle del Comando Provinciale di Bologna hanno condotto una complessa indagine che ha portato alla scoperta di un istruttore di equitazione totalmente sconosciuto al fisco, operante principalmente nel territorio del Nuovo Circondario Imolese. L’operazione, scaturita da un’autonoma attività di “Controllo economico del territorio” svolto dai militari della Compagnia di Imola, si è concretizzata in una verifica fiscale che ha ricostruito un volume d’affari di circa 1 milione di euro. Le indagini sono state svolte con l’ausilio delle Banche Dati in uso al Corpo e l’incrocio dei dati estrapolati dal portale della Federazione Italiana Sport Equestri (FISE). In particolare, l’istruttore avrebbe impartito lezioni di equitazione ai propri clienti, offrendo loro altresì la possibilità di partecipare a competizioni ippiche, ricevendo compensi sia mediante bonifici bancari che in contanti. Ulteriori introiti deriverebbero dall’attività di intermediazione nella vendita di cavalli svolta, in alcuni casi, acquistando equini all’estero e rivendendoli in Italia, in altri, invece, intrattenendo relazioni con società sempre situate all’estero che, a loro volta, avrebbero svolto il ruolo di intermediario per la vendita a clienti italiani. In una circostanza, la vendita sarebbe avvenuta a fronte di un corrispettivo in contanti superiore alle soglie previste dalla normativa antiriciclaggio, che vieta il trasferimento di denaro contante per un importo pari o superiore a € 3.000; per tale condotta è stata comminata una sanzione amministrativa pecuniaria che oscilla tra € 3.000 e € 50.000. Dell’attività è stata notiziata la Procura della Repubblica di Bologna, alla quale è stato denunciato il soggetto per violazioni al D.Lgs. n. 74/2000. FRANCAVILLA AL MARE, ARRESTATO DALLA GDF UN PREGIUDICATO, PER DETENZIONE AI FINI DI SPACCIO DI SOSTANZE STUPEFACENTI E PSICOTROPE. Il Comando Provinciale di Chieti, nella costante azione di contrasto al traffico di sostanze stupefacenti e psicotrope, ha posto agli arresti un pregiudicato pescarese di 41 anni. Una pattuglia della Tenenza di Ortona nel corso di un’attività orientata all’individuazione di sostanze “proibite”, ha notato, in Francavilla al Mare, un uomo che, dopo aver parcheggiato un monopattino elettrico, si dirigeva, con fare sospetto, all’interno di un palazzo ubicato nelle vicinanze. I militari hanno atteso l’uscita del soggetto che, fermato per i controlli di rito, ha dato evidenti segni di nervosismo e, dopo l’esito positivo di un riscontro della banca dati delle forze di polizia, dove è emersa la presenza di precedenti in materia di stupefacenti, le Fiamme Gialle hanno deciso di sottoporlo a perquisizione personale individuando circa 100 gr. di marijuana, un involucro contenente della cocaina, un telefono cellulare e € 150,00 in contanti e, sulla base di questi elementi, i finanzieri hanno deciso di procedere al sopralluogo presso l’abitazione del fermato a Pescara. Con l’ausilio di un’unità cinofila del Gruppo della Guardia di Finanza di Pescara e grazie all’infallibile fiuto del collega “a 4 zampe” Ghiom, sebbene le sostanze erano occultate nel freezer e nel passeggino di uno dei figli, sono stati rinvenuti circa 130 gr. di marijuana, 540 gr. di hashish, 5 gr. di cocaina, 4 gr. di ecstasy, un bilancino elettronico e denaro per circa € 9.000, reputato con molta probabilità, frutto dell’attività del pusher che, su disposizione dell’Autorità Giudiziaria teatina, è stato condotto presso la casa circondariale di Chieti e quanto reperito sottoposto a sequestro. RIMINI, OPERAZIONE “SUNFLOWER” DELLA GDF. MAXI SEQUESTRO DI IMMOBILI DA 17 MILIONI DI EURO PER BANCAROTTA FRAUDOLENTA. Nei giorni scorsi, i finanzieri del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Rimini, coordinati dalla locale Procura della Repubblica, hanno dato esecuzione ad un decreto di sequestro preventivo d’urgenza emesso dal Pubblico Ministero, successivamente convalidato dal G.I.P. del Tribunale di Rimini, di 41 unità immobiliari tra uffici, stabilimenti industriali e terreni edificabili per un valore di 17 milioni di euro. Sono 4 gli indagati, tra cui 3 consulenti finanziari con uffici in Svizzera ed Emirati Arabi ma operativi anche sul territorio nazionale nelle province di Roma, Rimini e Cosenza. Le complesse indagini in materia di reati fallimentari eseguite dagli specialisti del Nucleo di Polizia Economico Finanziaria hanno consentito di disarticolare rapidamente un piano criminoso volto a sottrarre, almeno da quanto risulta allo stato delle indagini, l’intero patrimonio immobiliare di una importante società riminese, in liquidazione giudiziale, operante nel commercio all’ingrosso di prodotti ortofrutticoli per aziende della grande distribuzione. In particolare, a seguito dell’ormai irreversibile stato di crisi aziendale della società riminese, l’amministratore si è rivolto ad un gruppo di consulenti finanziari con sede in Svizzera ed Emirati Arabi, ma operativi anche sul territorio nazionale, i quali, attraverso una complessa operazione di “cartolarizzazione immobiliare” hanno trasferito, pochi mesi prima della dichiarazione di fallimento, tutti gli immobili ad una società neocostituita, c.d. “società veicolo”. Gli iniziali accordi sottostanti all’operazione di cartolarizzazione, che prevedevano il collocamento di titoli obbligazionari su mercati finanziari esteri, in particolare sulla piazza di Dublino, al fine di raccogliere nuova liquidità necessaria alla società riminese, non venivano attuati e, di conseguenza, la stessa, nel frattempo dichiarata fallita, veniva svuotata dell’intero patrimonio immobiliare senza ricevere alcun corrispettivo. Dagli approfonditi riscontri investigativi emergeva che l’intera operazione di “cartolarizzazione”, almeno da quanto risulta allo stato delle indagini, non aveva le prescritte autorizzazioni e neanche i requisiti richiesti dalla Banca d’Italia e, di fatto, era stata simulata ed, inoltre, veniva appurato che si stavano organizzando ulteriori cessioni di immobili, tra cui una a favore di una Fondazione di diritto estero, ma riconducibile al medesimo sodalizio, con l’intento di far credere che le suddette cessioni a soggetti terzi venissero fatte in buona fede, cercando, così, di impedirne per sempre il recupero da parte degli organi della procedura di liquidazione giudiziale. RAVENNA, MAXI FRODE DEI CREDITI DI IMPOSTA “BONUS FACCIATE” SCOPERTA DALLA GDF. ESEGUITO SEQUESTRO PREVENTIVO D’URGENZA PER QUASI 2 MILIONI DI EURO. Il sequestro di falsi crediti d’imposta, disponibilità finanziarie e mobiliari costituisce l’epilogo di un’articolata attività d’indagine, coordinata dalla locale Autorità Giudiziaria, eseguita nei confronti di una società edile faentina, del suo consulente fiscale, di 4 tecnici asseveratori e di 3 amministratori di condominio: tutti finiti nel mirino delle Fiamme Gialle in quanto risultati coinvolti, a vario titolo, in un insidioso meccanismo di frode scoperto dalla Compagnia di Faenza nel settore dei bonus edilizi. Nell’ultimo anno, infatti, i finanzieri hanno eseguito complesse investigazioni mediante l’escussione di persone informate sui fatti, accertamenti bancari, servizi di osservazione, rilievi fotografici e l’esame di ingente documentazione contabile ed amministrativa, dalla cui analisi è stato ricostruito il collaudato meccanismo di frode: l’impresa edile, infatti, attestava come già eseguite e terminate le lavorazioni appaltate dai committenti quando, in realtà, non era neanche stato predisposto il relativo cantiere, al fine di conseguire, mediante l’opzione “sconto in fattura”, un indebito credito di imposta da poter monetizzare anticipatamente attraverso la repentina cessione dello stesso ad ignari soggetti in buona fede. Gli approfondimenti effettuati sulla contabilità dei lavori di cantiere, inoltre, disvelavano come alcune delle opere di restauro della facciata esterna degli edifici, che generavano i crediti di imposta, non venivano affatto eseguite, altre venivano realizzate solo in parte, altre ancora presentavano importi “gonfiati” rispetto al valore accessibile con il beneficio fiscale. Comportamenti, questi, resi possibili anche grazie al contributo apportato proprio da quei soggetti ai quali la normativa ha attribuito l’esercizio di controlli preventivi, ovvero, il consulente fiscale, incaricato all’apposizione del visto di conformità, nonchè i tecnici asseveratori delle spese. Nel sistema di frode venuto alla luce, emergeva altresì il ruolo ricoperto da alcuni amministratori di condominio che, simulando l’esistenza di rapporti economici attestanti spese previste nelle quotazioni finanziabili dal credito fiscale, contribuivano ad aumentare illecitamente le remunerazioni pagabili con denaro pubblico. Ciò, ha permesso l’indebita maturazione in capo alla società faentina di crediti d’imposta per un valore di oltre 3 milioni di euro, di cui circa 1 milione di euro connesso a opere non spesabili o mai realizzate, la cui successiva alienazione, a cessionari inconsapevoli, consentiva all’impresa il conseguimento di illegittimi arricchimenti patrimoniali per mezzo milione di euro. AL PORTO DI CIVITAVECCHIA, SEQUESTRATI DALLA GDF 28.500 PAIA DI CALZATURE PRIVE DI ETICHETTATURA. Una partita di calzature in difetto dell’etichetta prevista dalla normativa nazionale e comunitaria è stata intercettata dai funzionari della Direzione Territoriale IV Lazio e Abruzzo dell’Agenzia delle Dogane e Monopoli e dai finanzieri del Comando Provinciale di Roma presso il porto di Civitavecchia, mentre era in procinto di essere importata in Italia dalla Cina. Da un controllo del personale dell’Ufficio di Civitavecchia e delle Fiamme Gialle del locale Gruppo su un campione di calzature contenute in un container, è emerso che gli articoli erano privi della prescritta etichetta riportante l’indicazione dei materiali utilizzati per la loro realizzazione. La società importatrice italiana è stata segnalata alla Camera di Commercio di Roma, mentre la merce è stata sottoposta a sequestro cautelare, in attesa della regolarizzazione, previa apposizione dell’etichetta. Ad informarlo è il Comando Generale della Guardia di Finanza.
LITORALE ROMANO, UN ALTRO FINE SETTIMANA DI CONTROLLI DEI CARABINIERI PER GARANTIRE SICUREZZA AI RESIDENTI. SOTTO LA LENTE D’INGRANDIMENTO TUTTA L’AREA COSTIERA TRA FIUMICINO, FREGENE E PASSOSCURO. 2 PERSONE ARRESTATE, 16 DENUNCIATE E 33 PATENTI DI GUIDA RITIRATE. 8.800 CONDUCENTI SOTTOPOSTI AL CONTROLLO SPEDITIVO DELL’ALCOOL TEST. CHIUSO IL RISTORANTE DI UNO STABILIMENTO BALNEARE PER CARENZE STRUTTURALI. La scorsa notte, i Carabinieri della Compagnia di Roma Ostia e i Carabinieri della Compagnia di Civitavecchia hanno condotto un servizio coordinato di controllo del territorio, con particolare attenzione alle aree di maggiore afflusso di persone, nelle località del litorale romano di Fiumicino, Fregene e Passoscuro, finalizzato al contrasto dell’illegalità diffusa, dei fenomeni delittuosi di natura predatoria, dello spaccio di sostanze stupefacenti e legati alla mala movida. Il bilancio dell’attività è di oltre 750 persone identificate, 480 veicoli controllati, di 2 persone arrestate e di 16 persone denunciate a piede libero all’Autorità Giudiziaria per guida in stato di ebrezza. I Carabinieri hanno, poi, sanzionato conducenti di veicoli per violazioni al “Codice della Strada” per complessivi 36.000, procedendo al ritiro di 33 patenti di guida con conseguente sequestro amministrativo di 8 veicoli. Nel dettaglio, i Carabinieri hanno arrestato due persone, entrambe controllate d’iniziativa, risultate gravate da un ordine di carcerazione per cumulo pene e pertanto le hanno condotte in carcere. I Carabinieri hanno, poi, denunciato a piede libero 4 automobilisti, sorpresi alla guida dei rispettivi veicoli in stato di ebbrezza. Per tutti si è proceduto al ritiro della patente di guida. Effettuati numerosi controlli per cercare di arginare gli incidenti stradali mediante etilometro con posti di controllo per la verifica del rispetto del “Codice della Strada”, all’uscita dai locali, sottoponendo 8.800 conducenti di veicoli al controllo speditivo con precursore “alcool test”. Segnalati anche diversi giovani trovati in possesso di modica quantità di sostanze stupefacenti, per uso personale. Infine, i Carabinieri della Compagnia di Roma Ostia, con il supporto dei colleghi del N.A.S. di Roma, hanno disposto il provvedimento di sospensione, con contestuale chiusura, del ristorante di uno stabilimento balneare di Fregene, per accertate carenze strutturali potenzialmente lesive per la salute degli utenti. ROMA, ATM MANOMESSO A TOR VERGATA, I CARABINIERI SEQUESTRANO UN CONGEGNO ARTIGIANALE PER BLOCCARE LE BANCONOTE PRELEVATE DAI CITTADINI. I Carabinieri della Stazione di Roma Tor Vergata sono intervenuti su segnalazione di un cittadino che aveva riscontrato una mancata erogazione di banconote durante un prelievo presso l’ATM di un istituto di credito. Sul posto i militari hanno constatato la manomissione del dispositivo da parte di ignoti. Questi avevano inserito all’interno dell’erogatore un congegno artigianale, realizzato in plastica, appositamente per trattenere le banconote appena erogare, impendendo al prelevante di riceverle. Lo stratagemma avrebbe consentito ai malviventi di recuperare le banconote in un secondo momento, lasciando la vittima inconsapevole del furto delle banconote. I militari hanno recuperato le banconote e le hanno restituite alla vittima, mentre il congegno utilizzato per ingannare le vittime è stato sequestrato. A segnalarlo è il Comando Provinciale CC di Roma.
METEO La settimana di Ferragosto, come segnalato da “Il Meteo“, si preannuncia caratterizzata da un’ondata di caldo intenso e afa, portata dall’anticiclone africano “Caronte” che ha raggiunto il suo apice di potenza. Il picco di questa fiammata africana è previsto tra domani, lunedì e mercoledì 14 agosto, con temperature che raggiungeranno livelli eccezionali in tutta la penisola. Al Sud e sulle isole maggiori il termometro supererà agevolmente i 40 gradi, con picchi allarmanti di 42-43 gradi in Sardegna e Sicilia. Queste temperature estreme, non solo rappresentano un disagio per la popolazione, ma pongono anche sfide significative per l’agricoltura e la gestione delle risorse idriche. Il Centro e il Nord Italia, sebbene leggermente meno colpiti, non saranno risparmiati dall’ondata di calore.
Rocco Becce
Direttore Editoriale