Nella mattinata di oggi, lunedì 26 marzo, in Basilicata, al termine di indagini coordinate dalla Procura della Repubblica e delegate ai Carabinieri dei N.A.S. di Potenza, dopo una denuncia presentata dalla madre di un paziente che più volte aveva notato sul corpo del figlio ematomi e graffi, per i reati di concorso in maltrattamenti, falsità ideologica ed omissione di atti d’ufficio, è stata data esecuzione ad un’ordinanza applicativa della misura cautelare per 15 persone, emessa dal G.I.P. del capoluogo lucano.
Coinvolti dipendenti, medici e un religioso dell’istituto Medico Psico-Socio Pedagogico “ADA CESCHIN PILONE” di Venosa, in provincia di Potenza, che ospita 140 persone, tra cui 14 con bisogni speciali che dovevano essere accompagnati in tutti i modi dal personale, tra l’altro neanche qualificato, che, invece, venivano maltrattati, mentre si dedicavano addirittura a giocare a carte.
Agli arresti domiciliari sono finiti G.A., assistente ai disabili, gli educatori V.B., F.D., S.D.T., R.D. e gli assistenti ai disabili, B.G., S.M. e M.M., mentre il divieto di dimora nel comune di Venosa è stato emesso nei confronti degli educatori, S.P., M.P. e D.S., di G.A.P., coordinatore degli educatori e degli assistenti disabili e nei comuni di Venosa e di Bernalda nei confronti di padre A.C., dei Padri Trinitari, direttore e legale rappresentante dell’istituto, oltre alla sospensione ed all’interdizione dalla professione nei confronti di M.G., neuropsichiatra infantile e F.M., medico chirurgo specializzato in psicologia clinica.
Le indagini sono state condotte con l’ausilio di attività tecnica di intercettazioni audiovideo e telefoniche, ispezione sui luoghi, acquisizione di documentazione sanitaria ed una consulenza tecnica eseguita da esperti psicologi e psichiatri, anche attraverso test ai pazienti down e autistici, molto sensibili, provenienti anche dal Molise, Puglia e Calabria.
Le intercettazioni video hanno consentito, così, di svelare maltrattamenti consistiti in percosse quali calci, pugni, schiaffi e trascinamenti a terra per spostare i pazienti dal corridoio alle stanze, mentre, rispetto ad altri ricoverati, è stata constatata la totale assenza di attività ludico-ricreative riabilitative con completo disinteresse da parte del personale.
Inoltre, dall’esame delle 22 cartelle cliniche e diari clinici, sottoposti a sequestro, si è riscontrato che gli unici due medici presenti avevano anche omesso di registrare nel corso degli anni l’invio al pronto soccorso di alcuni pazienti per ferite lacero contuse varie e traumi cranici.
Insomma, un’altro caso di mala sanità, a dir poco vergognoso in Basilicata, che ci viene il disgusto anche soltanto a raccontarlo leggendo le 192 pagine dell’ordinanza.
A spiegare i minimi dettagli, anche con l’ausilio di un video dell’operazione denominata “Riabilitazione invisibile“, durante una conferenza stampa svoltasi nella tarda mattinata, presso gli uffici della Procura della Repubblica di Potenza.
Rocco Becce
Direttore Editoriale