Nato in Basilicata, a Potenza, il 30 maggio del 1905, nella sua casa paterna di vico Fratelli Marone, nell’edificio che al piano terra ospitava l’emporio del padre, con le finestre che si affacciavano su via Pretoria e piazza Matteotti, Vincenzo Pacilio trascorse i suoi primi anni di vita nel capoluogo lucano.
Nel 1914, a causa di una epidemia influenzale morirono la madre e le due sorelle.
Laureato in Economia e commercio a Napoli neppure 22enne, lasciò la Basilicata e si trasferì a Roma dove rivestì ruoli di primo piano presso l’Ufficio Superiore di Sanità e, successivamente, nell’Ufficio Statistica, materia della quale era da sempre appassionato e per la quale gli fu riconosciuta una Libera docenza.
Dal 1964 al 1967 in Costa d’Avorio prestò la propria professionalità per il “World Health Organization”, Organizzazione Mondiale della Sanità, organizzando il censimento del Paese africano e, per conto del governo ivoriano, stilò statistiche demografiche e sanitarie.
Nella mattinata di oggi, giovedì 7 giugno, un momento di grandi emozioni e ricordi si è tenuto presso la sede di Palazzo di Città, in piazza Matteotti.
Due quadri di Italo Squitieri, la laurea conseguita prima del compimento del 22esimo anno di età, alcune foto d’epoca e i passaporti di Vincenzo Pacilio, sono stati donati dalla figlia Maria Teresa alla Città di Potenza.
“Era un suo desiderio e ritengo giusto affidare queste, che sono testimonianze di una parte importante della sua vita, alla città che gli diede i natali e alla quale è rimasto sempre molto legato”.
Queste le parole con le quali Maria Teresa Pacilio ha consegnato alcuni cimeli familiari al sindaco della città di Potenza, Dario De Luca.
“Un potentino che ha dato lustro alla sua città – ha evidenziato il sindaco De Luca in una nota stampa inviata in redazione – e l’aver disposto che parte dei suoi ricordi fossero donati ai suoi concittadini, ne conferma non solo l’attaccamento a Potenza, ma anche la generosità che, anche da quanto testimoniato dalla figlia Maria Teresa, che ringrazio per i beni donati, ne ha contraddistinto l’intera sua esistenza”.
Redazione