“Con l’arenaria scolpita arriva a delle simulazioni, a delle espressioni rustiche, in qualche modo quasi primitive, ma di grande espressività”.
Sono queste le parole che il poeta e critico letterario, Plinio Perilli, ha usato per commentare le opere esposte dallo scultore lucano, Gino Cafarelli, lo scorso 29 giugno, alla sesta edizione artistica “L‘Arte si Mostra“, evento organizzato insieme ad altri artisti dalla casa editrice “Pagine“, nel Lazio, a Roma, presso Palazzo Ferrajoli, in piazza Colonna.
“Il presente guardando al passato” è il messaggio trasmesso dalle opere di Cafarelli, come si legge in una nota stampa inviata oggi in redazione, che nascono da materiali semplici, che a noi non raccontano nulla, come le pietre, legno, rami, cortecce e sedimenti calcarei ma che per l’artista parlano e racchiudono qualcosa che è dentro di lui.
Pietre che diventano volti, rudi ma carichi di espressività emotiva.
Arenaria che si modella sotto le sue mani, quasi come fosse scolpita dal vento e dalle intemperie, frutto di tecniche di lavorazione apprese anche dal padre di Gino Cafarelli, Michele, artigiano del piccolo borgo lucano, situato tra le Dolomiti Lucane.
Scaglie di pietre, e legno che si compongono fino a rappresentare l’antica Natività.
Cafarelli, segue la sua arte, senza neanche sapere di essere un artista e lo fa in maniera naturale, spontanea, senza grandi progettazioni, d’impulso, perchè è un’arte libera, tutta racchiusa dentro di lui, nel suo cuore, nella sua testa.
L’artista, non si ferma, torna alle origini, e, dopo le tantissime esposizioni in giro per la nostra regione ed i numerosi riconoscimenti ricevuti nei concorsi a tema ai quali ha partecipato, ritorna ad esporre nella sua città.
Infatti, dal 16 luglio, i suoi capolavori saranno esposti a Pietrapertosa, al “Gvnine Bistrot“, in via della Speranza 111 A/B, dove i visitatori potranno toccare con mano il frutto della sua creatività che lascerà tutti sbalorditi.
Gino Cafarelli, artista autodidatta, sposato e con due figli, impiegato in un’azienda privata, è nato in Basilicata, a Potenza, il 2 agosto del 1970 e la sua adolescenza la passa in provincia, a Pietrapertosa, nella sua città di origine, ed è proprio lì che inizia a coltivare la sua passione per l’arte, osservando il meraviglioso paesaggio e i suoi vecchi artigiani, tra cui suo padre, dove apprende le varie e antiche tecniche di lavorazione della pietra e del legno, che sono sempre presenti nelle sue opere, presepi e statue di qualsiasi dimensioni.
Il materiale utilizzato da Cafarelli sono prevalentemente la roccia calcarea, il cui componente principale è rappresentato dal minerale calcite, la pietra arenaria, una roccia sedimentale composta di granuli dalle dimensioni medie di una sabbia, il legno di Abete e Acero e la corteccia di Cerro e Pino.
Dopo moltissime esposizioni in giro per la Basilicata e diversi premi ricevuti in concorsi specifici, come già pubblicato dalla nostra testata giornalistica, la rivista “Universi d‘arte” (PAGINE) lo aveva contattato già a dicembre scorso pubblicando, nelle prime pagine, ben 8 notizie e relative foto di alcuni suoi lavori realizzati in questi ultimi tempi, dedicati al padre Michele, scomparso circa tre anni fa.
Il libro, in vendita al prezzo di 23 euro, è composto da 80 pagine, con la prefazione di Ardengo Soffici, corredate di foto a colori e appunti critici di Plinio Perilli, dedicate anche ad altri 12 artisti che lavorano varie tecniche di scultura e pittura.
La casa editrice “PAGINE“, come si legge nell’interessante pubblicazione fornita dall’artista Cafarelli, fondata nell’anno 1992 dalla dott.ssa Letizia Lucarini, uno dei più giovani editori italiani, mira a coprire diversi settori di un’attività molto vasta, come quella letteraria, partendo da due filoni principali, uno riservato alla pubblicazione di riviste specializzate ad alto livello culturale e l’altro dedicato a testi universitari e scolastici ed, inoltre, organizza e sostiene svariate iniziative legate al mondo della poesia e della cultura.
Rocco Becce
Direttore Editoriale