Antonio Bevilacqua e il fratello Donato Bevilacqua, rispettivamente di 47 e 43 anni, ritenuti responsabili di rapina aggravata in concorso, a vario titolo, furto aggravato, ricettazione in concorso, nella mattinata di oggi, martedì 16 ottobre, sono stati arrestati dai Carabinieri della Compagnia di Melfi, guidata dal Capitano Carmine Manzi.
Questo, dopo una rapina commessa lo scorso 27 gennaio, intorno alle ore 23.00, nel frequentatissimo bar “Happy Days”, situato in Basilicata, nella zona industriale di San Nicola di Melfi, in provincia di Potenza, difronte allo stabilimento FCA.
Un risultato, come informa in una nota stampa il Procuratore Capo della Repubblica presso il Tribunale di Potenza, dott. Francesco Curcio, ottenuto a conclusione di indagini coordinate dalla locale Procura con l’esecuzione di un’ordinanza di applicazione della misura della custodia cautelare in carcere, disposta dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale del capoluogo lucano.
Tre erano le persone, come ricostruito dagli investigatori, che a volto coperto entrarono nel locale esplodendo un colpo di fucile all’interno del locale dove prelevarono del denaro contenuto all’interno del registratore di cassa, circa 400 euro e il portafoglio del proprietario, poi, allontanatisi a bordo di un’autovettura Fiat Punto, rubata poco prima a Rionero in Vulture.
Inseguiti dai militari dell’Arma anche contromano, dopo un sinistro uno dei tre occupanti, il 36enne Michele Gliaschera, di Melfi, con numerosi precedenti di Polizia, per reati in materia di armi e di sostanze stupefacenti, e sottoposto a misure di prevenzione, fu arrestato in flagranza di reato con l’accusa di rapina aggravata in concorso, porto illegale di armi e ricettazione e condotto presso la “Casa Circondariale Antonio Santoro” di Potenza, mentre gli altri due riuscirono a darsi a precipitosa fuga.
A bordo del veicolo, i militari trovarono e sequestrarono un fucile Beretta cal.12, risultato rubato nel 2011 ad un cacciatore, in Puglia, in provincia di Foggia, gli indumenti utilizzati dai rapinatori ed alcuni arnesi da scasso per forzare la portiera ed accendere il quadro del mezzo rubato, oltre al portafogli asportato, poi, restituito al titolare del locale.
Rocco Becce
Direttore Editoriale