Finalmente, in Bolivia, a Santa Cruz, ieri sera, sabato 12 gennaio, dopo circa un mese di latitanza, l’ex terrorista italiano, Cesare Battisti, nella foto, di 64 anni, è stato catturato dall’Interpol, in collaborazione con agenti della Polizia di Stato italiani e brasiliani.
Un team di poliziotti della Criminalpol, Antiterrorismo e Digos di Milano, con la collaborazione dell’Intelligence italiana, lo hanno pedinato fino all’arresto eseguito dalla Polizia boliviana.
Questo, subito dopo che all’arrestato era stato revocato lo status di residenza permanente in Brasile e avviato l’ordine di estradizione in Italia.
Battisti, che quanto prima, forse anche nelle prossime ore, sarà estradato in Brasile e, poi, in Italia per scontare l’ergastolo, che vediamo in un video inviato dalla Polizia di Stato poco prima del fermo, aveva fatto perdere le sue tracce, dopo che era stato spiccato nei suoi confronti un ordine di cattura.
Da quanto appreso nelle ultime ore, il 64enne Battisti aveva barba e baffi finti e un documento a suo nome che vediamo nella foto inviata dall’Ufficio Stampa della Polizia di Stato.
Tra i tanti omicidi accusati e che ora dovrà rispondere dopo circa 40 anni di latitanza, anche dell’omicidio del 52enne Antonio Santoro, nella foto, maresciallo degli agenti di Custodia, ora Polizia Penitenziaria, nato in Basilicata, ad Avigliano, in provincia di Potenza, il 26 aprile del 1926 e all’epoca comandante della Casa Circondariale di Udine, in Friuli Venezia Giulia.
L’agente fu assassinato in strada, a Udine, il 6 giugno del 1978 durante gli anni di piombo dai P.A.C. (Proletari Armati per il Comunismo) che in volantino di rivendicazione lo accusarono di “abuso d’ufficio e abuso di potere”, specificando anche che “l’istituzione carceraria andava distrutta per la funzione di annientamento del proletariato prigioniero e di strumento di repressione e tortura”.
Esecutore materiale dell’omicidio fu Cesare Battisti, che venne poi condannato all’ergastolo per aver commesso quattro omicidi in concorso, durante gli anni di piombo.
Ad accusarlo fu Pietro Mutti, collaboratore di giustizia ed ex appartenente ai P.A.C.
Mutti testimoniò che Battisti ed Enrica Migliorati, anche lei appartenente al gruppo, attesero la vittima davanti all’uscio di casa fingendosi fidanzati, poi, al sopraggiungere di Santoro, Battisti gli sparò alle spalle tre colpi, di cui due mortali alla nuca.
Santoro ricevette la Medaglia d’Oro al Merito Civile alla Memoria, con la motivazione “In servizio presso la locale Casa Circondariale, mentre si recava sul posto di lavoro, veniva barbaramente trucidato in un vile e proditorio agguato terroristico. Fulgido esempio di elette virtù civiche e di attaccamento al dovere”.
Il 6 giugno del 2007 fu intitolata a Santoro la nuova caserma della Polizia Penitenziaria di Udine e, a seguire, il 21 febbraio del 2014, in via Appia 175, anche la Casa Circondariale di Potenza, dove furono collocate due targhe in suo ricordo e anche una via nella sua città d’origine.
All’evento, presero parte alcune autorità civili, militari, religiose e dell’A.N.P.Pe. (Associazione Nazionale Polizia Penitenziaria) e il figlio Giuseppe.
Rocco Becce
Direttore Editoriale