Forse qualcuno si dovrebbe interrogare subito su ciò che in questi ultimi mesi accade non solo in Italia ma anche in Basilicata.
Le notizie più seguite sui social network e giornali online sono quelle della cronaca e sopratutto degli arresti.
Dobbiamo dire che non mancano gli elementi per fare una valutazione sulle colpe della politica in generale che hanno voluto cambiare a tutti i costi il nostro Paese, non sicuramente in meglio.
Accoglienza di migranti ovunque, introiti per tanti ma qualcuno si è mai preoccupato dei cittadini che oltre a pagare le tasse puntualmente, sono privi del lavoro e quando ci si trova davanti un percorso di malattia grave si viene anche abbandonati dalle istituzioni che invece dovrebbero garantire il massimo a chiunque?
Sulla sicurezza non si discute, infatti le forze dell’ordine italiane sono le numero 1, ma fino a quando ciò sarà possibile?
Altra preoccupazione sono le pene e le sentenze dei Tribunali in Italia che vanno oltre i 10 anni e di questo ne abbiamo già parlato qualche settimana fa.
Ora la domanda che ci poniamo senza alzare i toni, come da nostro costume, è questa: “Che cosa ci faceva da tempo in Basilicata, ospite nel comune di Tito, un cittadino marocchino di anni 30, titolare di permesso di soggiorno, pluripregiudicato con precedenti per rapina aggravata, furto aggravato ed altro?”.
Il giovane, è stato rintracciato, fermato, tratto in arresto in flagranza di reato per rapina aggravata e condotto presso la locale “Casa Circondariale Antonio Santoro”, nella serata di ieri, mercoledì 16 gennaio, dal personale dell’Ufficio Prevenzione Generale e Soccorso Pubblico della Questura del capoluogo lucano.
Questo è avvenuto dopo aver rapinato un 66enne mentre tranquillamente passeggiava a Potenza, in viale Dante, un luogo dove da tempo vengono commessi simili atti.
La vittima, come informa una nota stampa inviata in redazione dalla Questura di Potenza, ha denunciato che il migrante, accolto in regione da noi con tanto amore, dopo averlo spinto violentemente, facendolo cadere a terra, gli ha prima sottratto il borsello contenente il portafoglio ed i documenti di riconoscimento e, poi, si è dato alla fuga.
Le immediate ricerche da parte degli operatori della Squadra Volante, che rischiano la vita in ogni momento della loro giornata di lavoro, a tutela dei cittadini, hanno consentito di individuare e bloccare, poco dopo, nelle vicinanze dove era avvenuta la rapina, un uomo corrispondente alla descrizione fornita, che era appena salito su di un pullman diretto a Tito.
Il giovane, alla vista della Polizia, ha tentato di fuggire utilizzando l’uscita posteriore del mezzo ma è stato subito bloccato.
E sorpresa, sorpresa, occultato sotto il giubbino che indossava è stata rinvenuta tutta la refurtiva, poi restituita al legittimo proprietario.
Al rapinatore sono stati sequestrati due cellulari, alcune carte di credito e 0,37 grammi di droga, di tipo hashish, dopodiché è riuscito ad avere anche vitto e alloggio, ancora a nostre spese, in via Appia 175, un posto che in questi ultimi mesi è riuscito a fare il pieno di ospiti.
Ed ora il pensiero è rivolto ai tanti istituti di pena costruiti in passato e mai utilizzati nel nostro Paese che, oggi, sarebbero risultati davvero molto utili.
Rocco Becce
Direttore Editoriale