In Puglia, in provincia di Taranto, durante un blitz contro il caporalato sono finiti in manette il 38enne R.E. ed il 37enne E.S.
Sono entrambi di origine marocchina, con precedenti di Polizia, residenti in Campania, ad Eboli, in provincia di Salerno, ma domiciliati in Basilicata, al Lido di Metaponto, frazione di Bernalda, in provincia di Matera.
I due, ritenuti responsabili di intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro, nella mattinata del 20 febbraio scorso, sono stati notati transitare, per le vie di Castellaneta, a bordo di una Volkswagen Passat, nella quale, seduti sui sedili posteriori, vi erano altri tre extracomunitari, di origine nord africana.
Durante un controllo approfondito effettuato dal Nucleo Operativo e Radiomobile dei Carabinieri della Compagnia di Castellaneta, come informa una nota stampa del Comando Provinciale di Taranto, nel bagagliaio del veicolo, nascosto sotto alcuni indumenti, vi era un quarto cittadino straniero.
Dai primi accertamenti è risultato che i quattro braccianti agricoli, senza un regolare contratto di lavoro, erano stati reclutati dai due caporali per andare a lavorare nei campi con la promessa di un compenso di appena 3 euro l’ora.
Insomma una storia che, nonostante i controlli sul territorio da parte delle forze dell’ordine, si ripete in tutt’Italia, ma anche questa volta, come l’ultimo caso accaduto nei giorni scorsi a Bernalda, altri due caporali sono stati tratti in arresto e condotti presso la “Casa Circondariale Carmelo Magli” di Taranto, a disposizione dell’Autorità Giudiziaria.
Contestualmente è stato eseguito il sequestro preventivo, finalizzato alla confisca del mezzo utilizzato per il trasporto dei braccianti, da quanto previsto dalla nuova normativa contro il caporalato.
Rocco Becce
Direttore Editoriale