In Basilicata, i Carabinieri del NOE (Nucleo Operativo Ecologico) guidati dal Maggiore Luigi Vaglio, nel quadro delle indagini scaturite dalla perdita di greggio dal COVA (Centro Olio Val d’Agri) ENI di Viggiano, in provincia di Potenza, hanno eseguito nel capoluogo lucano un’ordinanza di applicazione della misura cautelare della sospensione dall’esercizio di pubblico ufficio per la durata di 8 mesi.
Il provvedimento è stato emesso dal Giudice per le Indagini Preliminari del capoluogo lucano, nei confronti di 5 pubblici ufficiali del C.T.R. (Comitato Tecnico Regionale) della Basilicata, organo pubblico di vigilanza sugli impianti a rischio incidenti, che avevano il compito di controllare il profilo della sicurezza e degli evidenti rischi ambientali, ma da quanto sembra, come precisato dagli investigatori nulla hanno fatto.
Questo, nell’ambito di un procedimento coordinato dalla Procura della Repubblica di Potenza, guidata dal dott. Francesco Curcio ed eseguito dai militari dell’Arma nella mattinata di oggi, lunedì 6 maggio, a seguito di un copioso sversamento di greggio, proveniente dai serbatoi del COVA nelle falde acquifere sotterranee.
L’evento, qualificato “incidente rilevante” dal Ministero dell’Ambiente e della Tutela del territorio e del mare, ha causato la contaminazione e la compromissione di 26mila mq. di suolo e sottosuolo dell’area industriale di Viggiano e del reticolo idrografico in zona “Fossa del lupo”.
Nell’ambito dello stesso provvedimento, questi sono i nomi interessati al provvedimento emesso oggi, nell’ambito della misura cautelare degli arresti domiciliari emessa nelle scorse settimane dalla locale Procura della Repubblica a carico dell’ex Dirigente dell’Eni del COVA, dal 2014 al 2017, il 44enne Enrico Trovato, di Peschiera Borromeo, in provincia di Milano.
Ing. Mario Carmelo De Bona – Direttore Vice Dirigente della Direzione Regionale dei Vigili del Fuoco di Potenza;
Ing. Saverio Laurenza – Direttore Vice Dirigente del Comando Provinciale Vigili del Fuoco di Potenza;
Ing. Mariella Divietri – Funzionario ARPAB;
Dott. Giovambattista Vaccaro – Funzionario INAIL;
Arch. Amelina Antonella – Responsabile Areea Edilizia e Urbanistica del Comune di Viggiano.
13 sono le persone fisiche ed una persona giuridica, l’ENI, indagate per disastro, disastro ambientale, abuso d’ufficio, falso ideologico commesso dal pubblico ufficiale ed altro, che lunedì della scorsa settimana sono state sottoposte agli interrogatori di garanzia.
A questo risultato si è arrivato grazie ad un’attività d’indagine iniziata nel gennaio del 2017, coordinata dalla Procura della Repubblica di Potenza e delegata ai Carabinieri del NOE di Potenza, che hanno svolto i relativi accertamenti delegati dall’Autorità Giudiziaria ed eseguito l’arresto in Lombardia ed oggi l’ordinanza applicativa della misura cautelare della sospensione dall’esercizio di un pubblico impiego.
Il procedimento penale, in qualità di indagati, in un altro filone d’inchiesta ENI, riguarda anche dirigenti della società petrolifera,
Nel febbraio 2017 i militari eseguirono numerosi controlli nell’area industriale di Viggiano individuando un pozzetto, poi, posto sotto sequestro, al cui interno defluivano di continuo acque miste ad idrocarburi, simili a quelle rinvenute nel depuratore.
Fatti noti sin dal 2012 alla dirigenza del “Di Me”, unità di vertice dalla quale dipende il “Centro Olio Val d’Agri”, nella foto, caratterizzati dalla presenza di fori passanti sul fondo che avevano dato luogo a perdite di prodotto, mai comunicate agli organi competenti.
I dirigenti, inoltre, come sottolineato dagli inquirenti, prendevano degli incentivi, oltre ai loro lauti stipendi, in base alla quantità di petrolio estratto dal terreno che continuava a produrre inquinamento giorno dopo giorno e per lunghi anni, fonte individuata nei serbatoi di stoccaggio del greggio stabilizzato.
Da sottolineare, come l’attenzione effettuata sui controlli avessero evidenziato che, all’epoca, i serbatoi erano privi dei cd doppi fondi, una misura precauzionale elementare ma di evidente importanza per evitare dispersione nell’ambiente del greggio stabilizzato contenuto nei serbatoi, che venivano, però, realizzati subito dopo il disastro ambientale.
I dettagli delle indagini e dell’operazione portata a termine nelle ultime settimane, sono stati forniti durante una conferenza stampa svoltasi lo scorso martedì 23 aprile, presso gli uffici della Procura della Repubblica di Potenza, al quarto piano del Palazzo di Giustizia del capoluogo lucano, in via Nazario Sauro, dove erano presenti il Procuratore Capo dott. Francesco Curcio, il pm Laura Triassi e i militari dell’Arma del NOE, il Gen. Maurizio Ferla, il Ten. Colonnello Fernando Maisto e il Maggiore Luigi Vaglio, mentre gli interrogatori di garanzia degli indagati si sono tenuti lo scorso 29 aprile.
Rocco Becce
Direttore Editoriale