Nei mesi scorsi ne abbiamo più volte parlato anche noi del sistema sicurezza in Italia e in Basilicata, che, tra l’altro, riguardano anche le pene.
Tutti i giorni, rischiando la vita per poco più di 1.000 euro al mese, vediamo eseguire dalle varie forze dell’ordine controlli e arresti di ogni tipo, ed il consumo e lo spaccio di sostanze stupefacenti è quello che si trova ai primi posti.
Vediano anche detenuti agli arresti domiciliari che sono sui social network dalla mattina alla sera, e a volte ci minacciano pure.
Altri sono, invece, in mezzo alla strada, il giorno dopo aver commesso un crimine non grave per lo Stato, oppure, dopo tanti anni passati in carcere veniamo a sapere che non sono affatto colpevoli.
È un sistema marcio già da tempo.
La politica nazionale, composta da lobby collegate, ha altro a cui pensare, e mentre è in corso l’ennesima campagna elettorale, i problemi restano sempre lì.
In merito, sul problema sicurezza in città, in controtendenza con i reati in calo in Italia, arrivati al 15%, il Segretario Generale Provinciale di Potenza della sigla sindacale “UIL POLIZIA“, Antonio Sapienza e il Segretario Generale Regionale Basilicata, Pierluigi Cignarale, nella foto, per i prossimi giorni preannunciano un’azione di protesta.
Questo, dopo un’escalation di fenomeni criminali avvenuti negli ultimi mesi nel capoluogo lucano con furti e rapine commessi in più posti, sino ad ora senza alcun risultato.
“A ciò – si legge in un comunicato stampa inviato in redazione – si aggiunge il totale disinteresse da parte degli organi competenti a livello nazionale e locale in relazione alla carenza di risorse umane e strutturali di tutta la provincia, che ha tra le conseguenze negative l’ncremento di alcune tipologie di reato che fino a qualche anno fa erano piuttosto rare”.
“A pesare, il mancato potenziamento del Reparto Prevenzione Crimine Basilicata, la recente chiusura del Compartimento Polizia Stradale, il declassamento della Questura di Potenza che hanno prodotto un indebolimento sostanziale del nostro sistema sicurezza”.
“A tutto ciò – viene ancora detto – si aggiunge l’apertura di un C.P.R. (Centro di Permanenza per il Rimpatrio) nella zona di Palazzo San Gervasio che non ha avuto come conseguenza un potenziamento di risorse umane in seno alla Questura di Potenza, ma piuttosto ha prodotto una gravissima diminuzione del numero di agenti di Polizia con conseguente diminuzione del controllo del territorio e dell’attività investigativa garantite soltanto grazie allo spirito di sacrificio, senso di abnegazione e responsabilità del personale in servizio anche presso le strutture periferiche”.
“E ancora, non vanno sottovalutate le varie criticità emerse negli ambienti dove il personale investigativo esercita le proprie funzioni, al limite della sicurezza e della decenza, come documentano le foto, qui allegate”.
“Con immenso dispiacere – prosegue il comunicato stampa a firma dei due dirigenti sindacali -constatiamo che i nostri preannunciati timori sulle conseguenze negative di un abbassamento dei livelli di sicurezza, più volte evidenziati dal nostro sindacato nelle sedi competenti, oggi stanno producendo gli effetti svantaggiosi con cui ci confrontiamo quotidianamente.
“L’allarme sociale – conclude la nota, e come non esserne d’accordo – tra i cittadini potentini è oramai acclamato, infatti, non si sentono più sicuri nelle strade e tra le mura domestiche a causa dei numerosissimi furti in appartamento, le rapine commesse ad attività commerciali ed istituti di credito, oltre all’aumento esponenziale dello spaccio di sostanze stupefacenti che negli ultimi periodi ha fatto registrare diversi casi di overdose, due dei quali rilevatisi mortali”.
Rocco Becce
Direttore Editoriale