Ai sensi del Codice Antimafia, nelle ultime ore, operazione del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Ascoli Piceno tra Marche, Basilicata e Puglia.
Al contrasto degli illeciti economono-finanziari e grazie alle specialistiche competenze del Corpo nella ricostruzione dei patrimoni, i militari delle Fiamme Gialle hanno sequestrato beni per 2,2 milioni di euro ad un imprenditore di San Benedetto del Tronto.
Un risultato conseguito in virtù delle sempre più concrete e crescenti sinergie con l’Autorità Giudiziaria.
L’ingente patrimonio posto sotto sequestro in esecuzione di un provvedimento emesso dall’Ufficio Misure di Prevenzione del Tribunale di Ancona, su proposta del Procuratore della Repubblica di Ascoli Piceno, è composto da 5 immobili, tra cui fabbricati ad uso commerciale e appartamenti ubicati a San Benedetto del Tronto, in provincia di Ascoli Piceno e a Orta Nova, in provincia di Foggia, 2 aziende operanti nel settore del commercio di autovetture, una con la sede in San Benedetto del Tronto e l’altra in provincia di Potenza, oltre a 19 autovetture, tra cui una Porsche del valore di oltre 200mila euro e 2 motocicli.
L’uomo, di origine pugliese, stabilitosi nella Riviera delle Palme circa 19 anni fa, è stato denunciato e condannato per numerosi reati di natura tributaria ed economica, commessi nell’ambito dell’attività del commercio di veicoli con società amministrate da “prestanome” e membri del proprio nucleo familiare, dei quali si è servito per effettuare investimenti patrimoniali di valore notevolmente sproporzionato rispetto alle fonti reddituali ufficialmente dichiarate al Fisco.
L’imprenditore, come informa un comunicato stampa inviato in redazione dal locale Comando Provinciale della GdF, per evitare potenziali controlli e cautelare i propri averi, nel tempo ha posto in essere numerose condotte di depauperamento del proprio patrimonio personale a beneficio dei familiari e di altre persone, pur disponendo, in prima persona, dei beni alienati soltanto sulla carta.
L’indagine è stata avviata sulla scorta delle risultanze di intelligence del SCICO (Servizio Centrale Investigazione Criminalità Organizzata) della Guardia di Finanza di Roma, poi, seguite dalla Compagnia di San Benedetto del Tronto, che, nell’ambito della delega conferita dal locale Procuratore della Repubblica, ha avviato una serie di riscontri e di accertamenti di carattere patrimoniale nei confronti della persona in questione dalla ”pericolosità sociale di tipo economico-finanziario” e del relativo nucleo familiare.
Le indagini hanno accertato come l’imprenditore, dal 2000 al 2017, avesse effettuato investimenti, mobiliari ed immobiliari, di notevole valore, risultati sproporzionati rispetto ai redditi dichiarati e, quindi, alle proprie disponibilità ufficiali, superiore ai 2,5 milioni di euro.
Il provvedimento di sequestro ha riguardato anche disponibilità finanziarie rilevate su 18 conti correnti e titoli di credito, preziosi di elevato valore, tra cui gioielli, diamanti e perle, rinvenuti all’interno di una cassetta di sicurezza custodita presso un istituto di credito e, complessivamente, il valore di tutto quanto sequestrato è stato di poco inferiore all’intera sproporzione dei 2,5 milioni di euro, rilevata tra gli impieghi ed i redditi dichiarati, ricostruita dalle Fiamme Gialle nel corso degli accertamenti.
I beni, fruttiferi di redditi derivanti dal commercio di autovetture, attraverso due società, sono stati contestualmente affidati, in gestione, ad un amministratore giudiziario, nominato dal Tribunale di Ancona.
Quest’attività investigativa, giunge a pochi giorni di distanza dalla confisca di beni, per 1,1 milioni di euro, nei confronti di un noto faccendiere del posto, a Grottammare, in provincia di Ascoli Piceno.
Rocco Becce
Direttore Editoriale