Crac, o crack, è un termine derivato dalla lingua inglese largamente utilizzato nella finanza, traducibile come crollo o rovina di un titolo in borsa e quello economico-finanziario di un’azienda.
È proprio quello che è stato scoperto nei giorni scorsi dalla Guardia di Finanza della Compagnia di Policoro, al comando del Capitano Marco Cappetta, che hanno notificato quattro avvisi di conclusione delle indagini ad appartenenti della stessa famiglia, nei confronti dei quali hanno svolto indagini approfondite in relazione all’ipotesi del reato di bancarotta fraudolenta riconducibile al fallimento di una società cooperativa operante nel settore agroalimentare.
L’operazione si inserisce in un ampio contesto operativo che vede la Guardia di Finanza impegnata in prima linea per la tutela dei mercati, della libera concorrenza, e delle imprese che operano nella piena osservanza delle leggi.
Le indagini svolte dalle Fiamme Gialle hanno messo in luce un imponente crac societario conseguente a condotte distrattive per oltre 10 milioni di euro.
Gli approfondimenti operati dai militari, attraverso l’acquisizione di documentazione, la consultazione di banche dati, l’escussione in atti degli interessati e vari controlli incrociati, hanno permesso di appurare come l’illecito ipotizzato fosse stato commesso, nei due anni precedenti la dichiarazione di fallimento.
Il tutto allo scopo di distrarre ed occultare i beni della cooperativa costituita ad hoc, a favore di un’impresa con la sua sede in Puglia e riconducibile allo stesso gruppo imprenditoriale gravata da debiti, che riguardavano immobili, bestiame, mezzi agricoli e impianti.
È stato anche appurato come, in violazione della par condicio creditorum, a discapito dell’intera massa creditizia e dei creditori privilegiati, dipendenti dello Stato, istituti di credito ed Equitalia, fossero stati effettuati pagamenti a società creditrici intestate allo stesso gruppo familiare lucano.
Rocco Becce
Direttore Editoriale