4 persone denunciate, sotto sequestro circa 14mila euro di disponibilità finanziarie di una quota di immobile ad uso abitativo, oltre al controllo giudiziario di un’azienda agricola.
È questo il risultato di un’operazione contro il caporalato, che, nei giorni scorsi, ha interessato tre province delle Marche, denominata “Campi Elusi” ed eseguita dalla Guardia di Finanza del Comando Provinciale di Ascoli Piceno, al comando del Colonnello Michele Iadarola, sotto la direzione della locale Procura della Repubblica.
L’attività di Polizia Giudiziaria si è sviluppata tra Ascoli Piceno, Fermo e Macerata, ed hanno visto la presenza delle Fiamme Gialle per l’esecuzione di perquisizioni presso aziende, magazzini, abitazioni e automezzi, oltre al sequestro di varia documentazione ritenuta d’interesse per acclarare l’impiego di braccianti agricoli.
Quattro le persone finite nel mirino delle indagini condotte dalla Compagnia di San Benedetto del Tronto, guidata dal Capitano Nicola Angelo De Benedetto, che hanno portato alla luce un sistematico impiego di manodopera in condizioni di sfruttamento, confermato anche dai blitz effettuati nelle prime ore mattutine nei campi di lavoro, dove è stata rilevata la presenza di 8 lavoratori in nero, di cui 7 di nazionalità straniera, con l’intermediazione di un caporale 44enne di nazionalità pakistana.
Illeciti confermati da attente indagini dove sono emersi numerosi casi sia dello sfruttamento, sia dello stato di bisogno dei braccianti, impiegati senza alcun contratto anche per circa 11 ore consecutive, con retribuzioni quantificate in circa 3,80 euro all’ora, ben al di sotto rispetto a quelle dei 9,48 euro previste dalla contrattualistica collettiva nazionale.
Il servizio costituisce un’ulteriore testimonianza della vocazione sociale caratterizzante le attività che la Guardia di Finanza promuove nelle proprie prerogative di Polizia Economica e Finanziaria, rivolte verso la difesa del lavoro dalle forme di illecito reclutamento e sfruttamento di manodopera e, più in generale, da ogni forma grave di prevaricazione e violenza a salvaguardia degli interessi fondanti della collettività.
Non mancheranno di essere trascurati, infine, gli aspetti d’interesse fiscale connessi alla vicenda, già delineata dalla stessa Compagnia di San Benedetto del Tronto che, attraverso l’esecuzione di specifiche verifiche e controlli, formalizzerà le segnalazioni all’Agenzia delle Entrate ed anche all’Ispettorato Territoriale del Lavoro, al fine di ricondurre a tassazione i proventi in nero con cui sono state corrisposte ai braccianti le retribuzioni per le prestazioni di lavoro non regolarizzate e non certificate e, contestualmente, ristabilire le condizioni di legalità previdenziale e contributiva.
Donatina Lacerenza
Collaboratore