In Basilicata, in queste ultime ore, al centro dell’attenzione vi è una truffa perpetrata ai danni di almeno 21 clienti di un istituto di credito di Puglia e Basilicata, di cui appena 12 avevano presentato formale denuncia.
Per truffa aggravata, appropriazione indebita, autoriciclaggio e trasferimento fraudolento di valori, è finito nel carcere della città dei Sassi, Michele Lolaico ex direttore della “Banca Popolare di Puglia e Basilicata“.
L’uomo, di 55 anni, nato a Irsina, in provincia di Matera, il 16/3/1964, residente a Potenza, in passato, aveva diretto l’istituto di credito della locale filiale, nella foto.
L’operazione, come informa una nota stampa inviata in redazione dal Comando Provinciale Carabinieri di Matera, è stata eseguita nella tarda serata di ieri, martedì 21 gennaio, da 50 militari dell’Arma e della Guardia di Finanza, dei rispettivi Comandi Provinciali locali.
Oltre al fermo dell’indagato, sotto sequestro il noto ed elegante ristorante “Diciannovesima buca“, nella foto, situato all’interno dei Sassi del capoluogo lucano, due immobili ubicati a Irsina, un’autovettura e tutti i conti correnti, dossier titoli e cassette di sicurezza riconducibili all’uomo che, a quanto sembra, si era arricchito proprio per questo.
Le indagini, coordinate dalla Procura della Repubblica di Matera, sono state condotte dai militari del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria della Guardia di Finanza di Matera e della Compagnia Carabinieri di Tricarico.
L’attività di malversazione da parte del dipendente in questione è emersa a seguito accertamenti ispettivi disposti dalla banca nel novembre del 2017 da funzionari dell’istituto bancario.
“L’istituto – come informa una nota stampa inviata in redazione dalla “Banca Popolare di Puglia e Basilicata”, previe contestazioni di rito, lo ha licenziato per giusta causa nel mese di dicembre 2017″.
“Il licenziamento – si aggiunge – non è stato impugnato dall’interessato, l’istituto di credito interessato lo ha denunciato penalmente richiedendo anche il risarcimento dei danni e tutti i clienti sono stati ristorati ad eccezione di tre posizioni”.
Le gravi anomalie nella gestione di conti e titoli azionari da parte dell’allora direttore Lolaico erano emerse nel corso dell’ispezione, quando si era allontanato repentinamente dalla filiale facendo temere che potesse mettere in atto azioni violente sulla propria persona.
Dopo essersi sincerati che il suo allontanamento fosse determinato soltanto dal timore di incorrere nei provvedimenti della giustizia, le verifiche investigative hanno consentito di accertare che, invece, per circa 10 anni, approfittando del suo ruolo dirigenziale all’interno della Filiale e della fiducia riposta dalla clientela, spesso persone anziane del territorio.
Indisturbato ha gestito in proprio diversi conti, sottraendo la somma di 1.260.670 euro ai numerosi clienti, simulando investimenti in polizze assicurative rilevatesi inesistenti e riscattando premi di polizze, invece, esistenti ad insaputa dei reali beneficiari, falsificando vari documenti.
Della somma totale truffata, è stato possibile contestare solo la somma di 777.453 euro per fatti riferibili ad annualità successive al 2012.
Gli accertamenti hanno consentito di ricostruire il meccanismo truffaldino e capire che le somme di denaro “prelevate”, sono risultate, in parte, confluite nell’attività di ristorazione del figlio, ma di fatto gestita dall’arrestato, che non ha avuto alcun segno di ravvedimento.
Dopo la denuncia formalizzata dai vertici dell’istituto bancario nei suoi confronti si è sottoposto, su sua richiesta, ad un interrogatorio fornendo una versione sulle manipolazioni dei conti, indicando, a giustificazione, il crollo della borsa che l’avrebbe indotto, per non deludere i propri clienti per le perdite subite, ad integrarle addirittura con il suo denaro.
Si è accertato, invece, che faceva tutto ciò con somme prelevate da altri conti di ignari clienti, che neppure sapevano di aver investito, in azioni, i propri risparmi di una vita.
Le attente verifiche contabili condotte dagli inquirenti hanno, così, consentito di dipanare un’incredibile ed inestricabile attività manipolatoria di conti e depositi finalizzata esclusivamente all’appropriazione indebita di somme di denaro, con cui, indisturbato, l’indagato ha inteso supportare un tenore di vita di gran lunga superiore alla sua situazione reddituale.
Tutti i dettagli sono stati forniti durante una conferenza stampa svoltasi in mattinata presso la sala stampa della locale Procura.
Erano presenti il Procuratore Capo, dott. Pietro Argentino, il pm che ha seguito il caso, dott.ssa Annafranca Ventricelli, il Ten. Col. Samuele Sighinolfi, Comandante Provinciale dei Carabinieri di Matera, il Capitano Antonio De Rosa, Comandante della Compagnia Carabinieri di Tricarico, il Comandante della GdF di Matera, Col. Giuseppe Antonio Cardellicchio e il Comandante del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria della GdF di Matera, Ten. Col. Pasquale Pepe.
Rocco Becce
Direttore Editoriale