In Basilicata, a Marsicovetere, in provincia di Potenza, durante un controllo tre persone sono state denunciate dai Carabinieri della Compagnia di Viggiano, al comando del Capitano Lucia Audino.
Si tratta di un 83enne del posto, titolare di un’attività ricreativa, e di due ragazze, una di origine straniera e l’altra italiana.
Nei confronti dell’anziano sono stati comminate sanzioni previste dalle norme vigenti che, nel caso di specie, ammontano a 47mila euro, con la conseguente emissione del provvedimento di sospensione dell’attività lavorativa e le contestuali prescrizioni per l’eliminazione delle irregolarità rilevate.
Le donne, una era in possesso di droga e l’altra non era in regola con la sua documentazione.
I militari, insieme ai colleghi del Nucleo Ispettorato del Lavoro e personale dell’ASP – Medicina e Sicurezza Ambienti di Lavoro di Potenza, nel corso di alcuni servizi finalizzati al contrasto dell’intermediazione illecita e allo sfruttamento del lavoro, hanno controllato un circolo ricreativo privato del posto.
Tra i presenti, vi erano otto lavoratrici in nero, con compiti di intrattenitrici di sala, senza alcuna documentazione obbligatoria prevista per il loro impiego, una delle quali, illegalmente, deteneva 3 grammi di droga, di tipo hashish.
Gli operanti, lo scorso sabato notte, 8 febbraio, accedendo al locale, con l’ausilio di un’unità antidroga del Nucleo Cinofili Carabinieri di Tito, hanno sorpreso alcuni avventori in compagnia delle donne, tutte straniere, ad eccezione di una, di origini tunisine, bielorusse, bulgare, brasiliane e romene, di età compresa tra i 29 e i 55 anni, in possesso di regolare permesso di soggiorno, tranne una.
Inoltre, dalle verifiche portate a termine, è emerso che il locale, per raggirare alcuni ostacoli, operava con uno statuto da circolo privato, in qualità di associazione senza scopo di lucro, per favorire lo sviluppo delle attività di promozione sociale, di attività culturali e sportive.
Infine, è stato possibile stabilire l’utilizzo dell’impianto di videosorveglianza senza alcuna autorizzazione e l’assenza di altri importanti documenti in materia di sicurezza sui luoghi di lavoro, che certificano attività ricreative del genere.
Rocco Becce
Direttore Editoriale