Durante un’operazione denominata “Cristallo Piceno” che, nelle Marche, ha coinvolto anche la provincia di Ascoli Piceno, 3 persone sono state denunciate dalla Guardia di Finanza del locale Comando Provinciale, guidato dal Colonnello Michele Iadarola.
La maxi indagine è stata portata a termine nei giorni scorsi dalle Fiamme Gialle di Torino, ha accertato una truffa a danno di migliaia di giocatori ed ha comportato la denuncia di centinaia di gestori di apparecchi da divertimento, il sequestro di oltre 1.000 slot machine e la contestazione di sanzioni per la somma di 20 milioni di euro.
3mila sono state le schede delle slot risultate manomesse in quella che sembra essere una gigantesca frode informatica ai danni dello Stato, a livello nazionale, le cui indagini sono partite dopo una denuncia presentata da una multinazionale del settore che aveva riscontrato anomalie nel funzionamento di svariate schede prodotte e installate all’interno di slot machine, poi distribuite in tutt’Italia.
Le indagini hanno trovato il supporto di altri 100 Comandi Provinciali delle Fiamme Gialle e, tra questi, anche quello di Ascoli Piceno, che, con il supporto del personale dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, ha avviato gli accertamenti nei confronti di numerosi esercizi commerciali, detentori di apparecchi sospetti anche in zona, a San Benedetto del Tronto, dove i militari della locale Compagnia, presso un bar del centro, dopo aver accertato l’effettiva manomissione della scheda di gioco, hanno sottoposto a sequestro un congegno da divertimento e intrattenimento e i 2.206 euro delle giocate rinvenuti al suo interno, deferendo all’Autorità Giudiziaria il proprietario-gestore dell’apparecchio, residente nel Lazio, a Roma.
Un secondo intervento è stato poi eseguito dalla stessa Compagnia di San Benedetto del Tronto per verificare alcuni congegni da divertimento utilizzati in un altro esercizio, rilevando manomissioni determinanti, il sequestro di 2 congegni, dei 684 euro depositati al loro interno, la denuncia all’Autorità Giudiziaria del proprietario-gestore degli apparecchi per le analoghe fattispecie di reato (artt. 617-quater e 640-ter del Codice penale), la cui impresa è ubicata nel teramano e la contestazione, a carico sia del proprietario-gestore, sia dell’esercente, è stata di sanzioni amministrative per complessivi 20mila euro.
Le indagini sono quindi proseguite alla volta di Castel di Lama, dove i militari hanno accertato la manomissione del meccanismo interno di una slot, ritenendo pertanto sussistente, anche in questo caso, le fattispecie di reato già ipotizzate nella vasta indagine che ha comportato il sequestro dell’apparecchio, dei 1.387 euro trovati depositati al suo interno e la denuncia all’Autorità Giudiziaria del proprietario-gestore dell’apparecchio.
Altre verifiche, sono state al vaglio degli investigatori nei comuni di Acquasanta Terme e Castorano.
Rocco Becce
Direttore Editoriale