L’ex presidente della Regione Basilicata, Vito De Filippo, attuale deputato di “Italia Viva“, nuovo partito politico fondato il 18 settembre del 2019 da Matteo Renzi, ex Presidente del Consiglio, gli ex assessori, Rocco Colangelo, Carlo Chiurazzi, Gianni Rondinone, Franco Mollica e Gaetano Fierro, oltre ai due dirigenti regionali, Maria Grazia Delleani e Maria Teresa Lavieri, e due istituti bancari, “Dexia Crediop“, con la sua sede, nel Lazio, a Roma e “Ubs Europe“, con sede in Germania, hanno ricevuto un invito a dedurre dalla Corte dei Conti.
Si parla di un presunto danno erariale pari ad oltre 51 milioni di euro causato da strumenti finanziari derivati sottoscritti nel 2006, un’esecuzione che si è protratta sino all’anno scorso.
È quanto segnalato dalla Corte dei Conti di Potenza.
Intanto si ricomincia a parlare di politica, non proprio in modo positivo dopo, che nei giorni scorsi, la Seconda Sezione d’Appello della Corte dei Conti, presieduta da Luciano Calamaro ha deciso un risarcimento di ben 5 milioni e 284.470 euro al Comune di Potenza per l’ex sindaco della città, Vito Santarsiero, del centrosinistra e di due ex dirigenti dell’Ente, Pompeo Laguardia e Mario Restaino e ai membri delle giunte comunali che dall’anno 2010, in poi, sembra che decisero di aumentare le percorrenze delle linee del Trasporto Pubblico Urbano, ignorando la riduzione prevista nel piano di esercizio approvato dall’allora Consiglio comunale.
Intanto su quanto accaduto oggi, i consiglieri regionali del M5s, Gianni Perrino, Gianni Leggieri e Carmela Carlucci, nella foto, commentano, così, questa triste storia.
“Sulla vicenda derivati, il M5S ha vigilato sin dalla scorsa legislatura. Questo pacco ha le sue origini nel 2002 quando con una delibera della Giunta Bubbico si affidò alle “banche d’affari” Dexia e UBS il compito di predisporre tutte le pratiche per ottenere il rating da parte delle agenzie accreditate a livello internazionale (Standard & Poor’s, Moody’s, Fitch). L’operazione non comportava spese per le casse regionali. Nella delibera venivano previste una serie di consulenze tra cui quella per la “gestione attiva dell’indebitamento”, nonchè lo svolgimento del servizio di organizzazione (“arrangership”) per la predisposizione di un programma MTN (“Medium Term Notes”).
Nel 2006, con la legge di stabilità regionale 2/2006, la regione decise di valutare la percorribilità di nuovi percorsi di gestione attiva del debito, peccato che la strada per l’inferno sia lastricata di buone intenzioni ed entrare nella spirale delle scommesse borsistiche, ricorrendo al mercato finanziario per finanziarsi, è ciò a cui, di fatto, quel passaggio legislativo ha traghettato la Regione Basilicata. La legge regionale autorizzava un ricorso ai prestiti obbligazionari e ad altre operazioni finanziarie. Negli anni è stato difficile districare la matassa di un contratto complicato da rinegoziare vista la competenza della corte di giustizia britannica rispetto ad eventuali controversie legali. I contratti in derivati sottoscritti dalla Regione Basilicata in data 30/06/2006 con gli istituti di credito “Dexia Credit Op” e “Ubs Investiment” hanno riportato perdite quantificabili, dal 2007 su base annua fino al 2017 (il 2017 è dato stimato), in oltre 44 milioni di euro per entrambi i contratti derivati:
Solo negli ultimi mesi della scorsa legislatura i pareri prodotti dagli studi legali incaricati dalla Regione Basilicata hanno sostanzialmente quantificato in 800mila euro il possibile rimborso da parte di uno solo dei due istituti di credito, UBS e DEXIA Crediop, che hanno propinato la polpetta avvelenata milionaria alla regione. Tuttavia, data la complessità della materia, c’è da tenere in considerazione l’evolversi dei vari contenziosi in corso: sulla base delle Decisioni del 4 dicembre 2013 e 7 dicembre 2016 della Commissione Europea e delle ordinanze dei Tribunali di Pescara (13 febbraio 2018), Padova (6 giugno 2017) e Nocera Inferiore (28 luglio 2017), ritenevamo fosse possibile ottenere il risarcimento integrale di tutti gli interessi e dei flussi negativi sui derivati che la Regione Basilicata ha improvvidamente sottoscritto, per la nullità della clausola contrattuale Euribor e l’illecita manipolazione del medesimo tasso.
Nonostante una risoluzione approvata in Consiglio regionale, nel maggio 2017, per mettere in campo tutti gli strumenti necessari a limitare gli ingenti danni, l’azione della Regione Basilicata sembra essersi arenata. L’indagine della Corte dei Conti è un’ulteriore conferma di come certi politici gestivano fondi pubblici in maniera troppo allegra. Oggi fanno una certa impressione le dichiarazioni dei cosiddetti professionisti della politica che credono di poter insabbiare tutto nei porti delle nebbie”.
Insomma la storia continua a ripetersi, da sempre e con chiunque vada a governare, ovunque.
Si parla ancora di soldi, milioni di euro, mentre la povera gente in questo periodo di emergenza “Covid–19” non riesce neanche a mangiare o a pagare le proprie bollette.
W l’Italia!
Rocco Becce
Direttore Editoriale