Sui DPI (Dispositivi di Protezione Individuale) importati o immessi in commercio durante l’emergenza “Coronavirus”, nel rispetto degli standard di qualità imposti dal legislatore, a seguito del Decreto Legge “Cura Italia”, n.18 dello scorso 17 marzo, nei giorni scorsi, due sono stati i controlli eseguiti dal Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Ascoli Piceno.
Nel primo caso, le contestazioni della GdF sono state rivolte verso un esercizio di commercio all’ingrosso di articoli medicali ed ortopedici della città, il cui rappresentante legale è stato segnalato alla locale Procura della Repubblica in relazione all’importazione e immissione in commercio di 40mila dispositivi di protezione, acquistati presso due ditte, l’una di Shanghai (Cina) e, l’altra, di Londrina (Brasile) a circa 90mila euro.
Analoga contestazione è stata poi effettuata nei confronti di un’impresa di Spinetoli, in provincia di Ascoli Piceno, importatrice di 9.500 mascherine per bambini, acquistate da una ditta di Shanghai (Cina) per un importo di circa 12mila euro.
Gli interventi dei militari di Ascoli Piceno, concorrono anche alla salvaguardia della regolare concorrenza del mercato.
Nelle prerogative della Polizia Economica e Finanziaria, gli approfondimenti ispettivi proseguiranno attraverso il controllo delle scritture contabili obbligatorie delle due imprese, al fine di individuare la sussistenza di eventuali illeciti fiscali connessi alle transazioni commerciali che hanno determinato l’immissione, sul territorio nazionale, delle 50mila mascherine irregolari.
Donatina Lacerenza
Collaboratore